Gli elogi a Giorgia Meloni dell’ideologo di Putin Aleksandr Dugin

Categorie: Politica

In un'intervista all'AdnKronos, l'ideologo di Putin Aleksandr Dugin punta su Giorgia Meloni: "In futuro il suo ruolo, se seguirà rigorosamente gli ideali e i valori che proclama, sarà, secondo me, molto significativo"

“Ho un buon presentimento sulla Meloni. Per quanto riguarda il partito Fratelli d’Italia, penso che sia stata la più critica nei confronti delle misure anti-Covid e la più lontana dalle politiche fallimentari del globalista e liberale Draghi”: in un’ intervista all’AdnKronos, Aleksandr Dugin, filosofo e ideologo russo, vicino alle posizioni del sovranismo, tesse le lodi della leader dell’opposizione. “Ma non c’è un ruolo per lei o per chiunque altro in questa crisi – dice con riferimento alla guerra in Ucraina – perché è al di là del suo potere e anche del potere dell’Italia intera. È al di là del potere dell’Ue. Perché la Russia è sovrana e l’Ue no. Ma in futuro il ruolo della Meloni, se seguirà rigorosamente gli ideali e i valori che proclama, sarà, secondo me, molto significativo”.



Gli elogi a Giorgia Meloni dell’ideologo di Putin Aleksandr Dugin

“Quando l’Italia – prevede l’ideologo russo – con la Meloni o chiunque altro diventerà sovrana, allora e solo allora le cose cominceranno ad andare. Ma i russi amano l’Italia e gli italiani e non sono arrabbiati per le sanzioni. Capiamo molto bene che siete sotto l’occupazione globalista atlantista. Che Dio vi dia la vera libertà. Gli italiani sono un popolo grande e bello. Io credo in loro”. La simpatia di Dugin per il nostro Paese deriva dal fatto che lo ha sempre considerato “amico e molto vicino alla Russia”.

La nostalgia per il governo giallo-verde

Questo almeno fino al 2019. “Ma dopo la fine del governo gialloverde – ha aggiunto – il potere in Italia, ahimè, è finito nelle mani dei liberali globalisti, che sono totalmente dipendenti dalle politiche dei democratici Biden e Soros a Washington”. Per l’ultra-nazionalista vicino al Cremlino “non ci sono poteri sovrani in Europa in grado di perseguire una qualsiasi politica nazionale o europea propria. L’Italia, quando Salvini era un populista di destra e i Cinque stelle populisti di sinistra, e quando potevano accordarsi tra di loro, aveva una possibilità storica. Oggi si sente la mancanza. Non credo sarà così per sempre, ma per un po'”.