L’aggressione razzista a Paolo Diop e alla sua fidanzata

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-04-16

Il dirigente del Movimento Nazionale per la Sovranità di Alemanno e Storace ritiene di poter combattere il razzismo stando con i partiti politici di estrema destra e appoggiando Matteo Salvini. Sabato sera è stato vittima di quella che ha definito un’aggressione razzista ma anche frutto della “degenerazione sociale”

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Il responsabile nazionale immigrazione del Movimento Nazionale per la Sovranità (il partito politico fondato da Gianni Alemanno e Francesco Storace) Paolo Diop è stato aggredito sul lungomare di Civitanova Marche mentre passeggiava con la fidanzata. A denunciare l’aggressione è stato lo stesso Diop che ha definito l’episodio un agguato nei suoi confronti: «Io e la mia fidanzata siamo stati aggrediti dopo essere usciti da un locale, mentre camminavamo a piedi sul lungomare Nord. È stato un attacco nei miei confronti, un agguato».

Paolo Diop aggredito da un gruppo di ubriachi razzisti all’uscita da un locale

Stando a quanto riferisce Picchio News la coppia, dopo essere uscita da un locale, si è imbattuta in un gruppo di persone ubriache dal quale sono partiti commenti, battuti e insulti. In particolare un ragazzo del gruppetto avrebbe insultato Diop e la fidanzata con epiteti chiaramente razzisti e poi sarebbe passato subito alle vie di fatto aggredendo Paolo Diop e la sua fidanzata, Francesca Chiusaroli, che nella colluttazione che ne è seguita – ha scritto Diop su Facebook ha riportato la frattura del piede.

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Diop si è sfogato dicendo che «Non si può più vivere così. C’è un clima di violenza che si alimenta con il lassismo delle istituzioni. Non è solo razzismo, è degenerazione sociale. Non è normale che esci una sera a cena con la tua fidanzata e torni a casa riempito di insulti o, come in questo caso, con i lividi di una vera e propria aggressione». Non è normale, ma in Italia succede spesso ai cittadini di origine straniera. Però per il dirigente del partito di destra il clima di violenza e le aggressioni razziste sono colpa del lassismo delle istituzioni e non del fatto che in Italia ci sia, come è stato spesso denunciato, una recrudescenza di intolleranza e xenofobia.

Chi è Paolo Diop, il negro fascista affascinato da Salvini

E non è difficile capire perché Diop abbia qualche difficoltà a parlare apertamente di razzismo. Fino a non molto tempo fa fa il “negro e fascista affascinato da Salvini” (a lui piace definirsi negro e non nero) militava in Casapound ed era entrato a far parte di Sovranità, il partito emanazione dell’organizzazione fondata da Iannone e Di Stefano che per un breve periodo è stata alleato della Lega e di Noi con Salvini. Oggi il Movimento Nazionale per la Sovranità appoggia direttamente Matteo Salvini. Diop dice di essere fascista (non neofascista) ma forse non ricorda che il Fascismo fu un regime razzista (questo già da molto prima delle Leggi Razziali e del Manifesto della Razza del 1938) e che quindi non si può essere fascisti senza essere razzisti.

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In questi anni Diop è diventato una vera celebrità e viene portato in palmo di mano dalla dirigenza della Lega per dimostrare che i leghisti non sono razzisti. Al pari del primo senatore di colore della Lega Tony Iwobi (quello che dice che la Lega non è mai stata razzista) anche Diop sostiene che Salvini non sia razzista ma ritiene però che in passato la Lega Nord sia stato un movimento politico razzista. In un’intervista a Vice ha spiegato però che «Quello è il passato. Qui parliamo di altri nomi: Salvini è la faccia nuova della Lega, è la faccia moderna, la sta modernizzando. Probabilmente vent’anni fa non avrei mai fatto parte della Lega, per i suoi modi e per come era costruita». Forse è per questo che – in attesa che la Lega lasciasse perdere il razzismo – prima di avvicinarsi alla Lega Nord Diop ha preferito far parte di Casapound.


Dopo l’aggressione, episodio senza dubbio da condannare con fermezza, Diop dice che la colpa è delle istituzioni e che il razzismo c’entra sì, ma fino ad un certo punto. Eppure basta scorrere gli episodi di cronaca per vedere come le aggressioni razziste nei confronti di cittadini stranieri siano all’ordine del giorno e come spesso gli aggressori siano esponenti dei movimenti di estrema destra. E non è che gli aggressori stiano lì a chiedere le generalità delle vittime per verificare se sono iscritto a Casapound o alla Lega. Derubricare un’aggressione razzista a “degenerazione sociale” può significare solo due cose: o non era un’aggressione razzista oppure qualcuno ha paura di chiamare le cose con il proprio nome. E verrebbe da chiedersi perché.

Foto copertina via Facebook.com

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