Si erano rincorse nei giorni scorsi le voci di un peggioramento delle sue condizioni di salute e oggi è arrivato il doloroso addio: Sinisa Mihajlovic è morto. Si è spento a 53 anni dopo una lunghissima battaglia contro una forma aggressiva di leucemia, che lo aveva colpito nel marzo 2019. L’ex calciatore ed ex allenatore del Bologna si è spento nella clinica Paideia di Roma, dove era ricoverato dall’11 dicembre a causa di un’infezione aggravatasi proprio a causa del sistema immunitario gravemente compromesso per la malattia e per le terapie a cui era sottoposto da tempo.
Nessuno si aspettava un evolversi così grave della situazione. Appena lo scorso venerdì, Mihajlovic parlava con gli amici della volontà di voler ricominciare a gennaio a vedere le partite di calcio in giro per l’Italia e per l’Europa, appena avesse concluso il ciclo di terapie. Poi, la febbre salita vertiginosamente domenica scorsa, che aveva convinto i medici a decidere per il ricovero. Lunedì le condizioni dell’allenatore sono precipitate, purtroppo in maniera definitiva. Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, Mihajlovic è entrato in coma farmacologico e si è spento oggi accanto alla moglie Arianna, che gli è rimasta sempre vicina assieme alla sua famiglia.
L’annuncio della malattia era arrivato il 29 ottobre 2019, quando Mihajlovic aveva fatto sapere in conferenza stampa di avere la leucemia e che si sarebbe battuto “giocando sempre all’attacco”. E così è stato: prima il trapianto di midollo osseo al Sant’Orsola, poi il 22 novembre le dimissioni e i nuovi campanelli d’allarme all’inzio del 2022. La triste notizia della morte di Mihajlovic è stata data dalla famiglia attraverso un comunicato:
La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico, professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessandro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato.