La resa del PD sui voucher

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-03-16

La relatrice della riforma dei voucher in commissione Lavoro della Camera annuncia la decisione di abolirli completamente. Ma nella maggioranza non tutti sono d’accordo. E la Confindustria è critica

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Alla fine il Partito Democratico si arrende sui voucher. La relatrice della riforma dei voucher in commissione Lavoro della Camera, la parlamentare parmense del Pd Patrizia Maestri, annuncia la decisione di abolirli completamente: «Stiamo lavorando da un anno su una proposta che riduca drasticamente i voucher- spiega a ‘Rai Parlamento’- l’ultima proposta era quella di mantenerli solo per le famiglie. Attraverso un confronto con il Governo, che c’è sempre stato, siamo giunti all’abrogazione totale: approveremo un emendamento a prima firma Pd che abroga i tre articoli del jobs act. Questa è la fine dei voucher».

La resa del PD sui voucher

La decisione servirà ad evitare il voto del referendum in programma il 28 maggio. Gli articoli oggetto di abrogazione in commissione sono il 48, 49 e 50 del decreto legislativo 81 del 15 giugno 2015, ossia gli articoli del Jobs Act che regolano il lavoro accessorio. L’ipotesi di queste ore è che il Cdm già domani recepisca questa formulazione in un decreto legge che sarà poi convertito dal Parlamento. Il decreto dovrebbe comprendere anche norme che ristabiliscano il principio della solidarietà tra committente, appaltatore e subappaltatore rispetto alle prerogative dei lavoratori. È in sostanza il contenuto del secondo quesito della Cgil.

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I lavoratori pagati con i voucher e la loro età media (La Repubblica, 15 marzo 2017)

Per quanto riguarda i voucher, se sarà confermata dal governo, la formulazione ricalcherà esattamente il quesito della Cgil che recita: “Volete voi l’abrogazione degli articoli 48, 49 e 50 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, recante Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’art. 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183′?”. In questo modo l’esecutivo cerca di ridurre al minimo la possibilità che la Cassazione possa far comunque svolgere il referendum, ritenendo la norma del decreto non coincidente con lo spirito del quesito. A quanto si apprende l’emendamento che sarà approvato questa sera prevede una sorta di norma transitoria che permette a chi ha già acquistato i buoni lavoro di poterli utilizzare fino alla fine del 2017. Una proposta molto simile era quella di Sel che chiedeva l’abrogazione totale dei voucher, limitando pero’ a 4 mesi il periodo transitorio.

Le critiche per il referendum

La decisione però non sembra avere l’approvazione di tutta la maggioranza, anzi. “Non siamo assolutamente d’accordo con quanto deciso dalla commissione Lavoro della Camera dei deputati. Abrogare i voucher per evitare un referendum e’ il classico caso in cui si butta via il bambino con l’acqua sporca. È come eliminare i semafori perché c’è chi passa col rosso”, dichiara Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Area popolare. “La linea passata sui voucher e’ molto deludente, anche come scelta della politica: se proprio si doveva fare si poteva votare al referendum direttamente”, aggiunge il leader degli industriali, Vincenzo Boccia.

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La corsa dei voucher (La Repubblica, 27 dicembre 2016)

Mario Resca, presidente Confimprese, rincara la dose: “I voucher hanno permesso negli ultimi anni di crisi a molte famiglie di incrementare il proprio reddito in modo trasparente e se, come sostengono i sindacati, rappresentano l’ultimo gradino prima della precarietà, la loro eliminazione comporterà il ritorno al nero”.

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