I 43 «successi» di Virginia Raggi e del M5S per Roma smontati punto per punto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-02-07

Un po’ come la famiglia riunita attorno al neonato che va in estasi quando ha fatto il ruttino, i grillini si vantano dell’ordinaria amministrazione nella Capitale. Il fact checking di Repubblica, Messaggero e di un consigliere d’opposizione svela la verità

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Il sintomo della disperazione con cui la comunicazione del MoVimento 5 Stelle sta difendendo Virginia Raggi è perfettamente dimostrato dal post sui «43 successi di Virginia Raggi e del MoVimento 5 Stelle per Roma» pubblicato ieri sul blog di Beppe Grillo. Quel post, infatti, anche se è firmato Beppe Grillo, non è stato infatti scritto dalla comunicazione nazionale, dall’ufficio stampa del Comune o da uno degli interessati, ma da Maurizio De Simone, attivista del M5S che l’ha pubblicato domenica pomeriggio. Da lì è finito sulla pagina Facebook di Daniele Frongia e poi è approvato da Beppe che se l’è attribuito.

I 43 «successi» di Virginia Raggi per Roma… 

Non solo: vista la protervia con cui, mentre Virginia Raggi ammette che la sua amministrazione finora è stata un insuccesso, i grillini tendono a mistificare la realtà dei fatti per attribuirsi meriti che non hanno, tanto vale sottoporre a fact checking il fantasioso rapporto con la realtà che ormai ha obnubilato le menti dei difensori d’ufficio della Giunta, già testimoniato dalla sentenza della Corte dei Conti su Carla Raineri, spacciata come una vittoria della Raggi mentre dava torto marcio alle tesi della sindaca e dava ragione a chi aveva parlato della giunta come di un “centro di malaffare”. Repubblica, in un articolo a firma di Cecilia Gentile e Giovanna Vitale, sottopone a fact checking alcuni punti, tra cui il primo: «Stanziati 430 milioni di euro per il trasporto pubblico locale». Di più: al quarto punto Grillo pubblica «l’individuazione di fondi per 10 milioni di euro che verranno distribuiti ai municipi per interventi su strade e viabilità». Il quotidiano in primo luogo segnala che Linda Meleo, assessora ai trasporti, e Giuseppe Noia, responsabile comunicazione di ATAC a cui sono stati chiesti lumi sul punto non hanno voluto rispondere alle domande dei giornalisti. Poi spiega:

I 430 milioni sono il costo del contratto di servizio Atac, siglato il 10 settembre 2015. Nulla di nuovo. «Ora possiamo avere una pianificazione pluriennale con stanziamenti certi, grazie al nuovo contratto fino al 2019, che per il 2016 prevede un corrispettivo di 480 milioni, 430 certi, gli altri 50 se raggiungeremo gli obiettivi, e grazie alla ricapitalizzazione decisa dal Campidoglio», diceva il 31 marzo 2016, epoca Tronca, Maria Grazia Russo, responsabile Corporate di Atac. I 10 milioni per le buche ci sono, ma riguardano il piano di manutenzione straordinaria che parte a giugno.

Nella propaganda grillina compare poi il vanto sulla Tariffa dei rifiuti: «Abbassata la tariffa sui rifiuti con un risparmio in bolletta per i romani compreso tra l’1,5% e il 2%». Ora, i romani sanno che la loro tariffa e la più alta d’Italia e immaginiamo le scene di giubilo per lo sconto dell’1,5% che ha regalato la giunta, già immaginando di impegnare quei soldi per una vacanza alle Seychelles oppure per comprare i dvd degli spettacoli di Beppe Grillo. Ma il bello è che anche questo non è merito della giunta Raggi:

La Tari, la tariffa sui rifiuti, è stata pianificata nel 2015 con l’approvazione in assemblea capitolina dell’affidamento del servizio ad Ama per 15 anni. Nel primo triennio è prevista una riduzione dell’1,5% all’anno, già applicata nel 2016, ora da applicare nel 2017 e 2018. Il piano industriale approvato in epoca Marino, con Daniele Fortini presidente di Ama, prevedeva un’ulteriore riduzione con la costruzione di nuovi impianti per il trattamento dei rifiuti, progetto ora bocciato dall’amministrazione Raggi.

43 successi giunta raggi
I 43 successi della Giunta Raggi (Il Messaggero, 7 febbraio 2017)

Grillo poi si vanta per il piano freddo che, spiega sempre Repubblica, in realtà, come hanno denunciato la comunità di sant’Egidio e la Caritas, è entrato in vigore con grande ritardo, quando la capitale era già nella morsa del gelo. A fronte di 3.000 senza tetto stimati dalla comunità di sant’Egidio sono stati messi a disposizione dal Comune soltanto 552 posti. Il freddo ha fatto tre vittime: Amantina, 51 anni di Santo Domingo, morta la notte del 15 gennaio a piazza Mancini, una donna italiana di 53 anni in una roulotte a Tormarancia appena tre giorni prima, un uomo polacco di 58 anni al Trullo poco prima di Natale. Quando alla Raggi chiesero qualcosa della questione, la sindaca disse che il governo doveva fare il reddito di cittadinanza.

…smontati punto per punto

Anche Alessandro Onorato si è dedicato, nel video che vedete qui sopra, a smontare la propaganda grillina dei 43 successi e ci ricorda tante “curiosità” del video, come il vanto per i rifiuti ingombranti quando il bando era stato rinviato da loro (ricordate il complotto dei frigoriferi?) o per la chiusura dei CAT: procedura iniziata da Marino e con un buono che non può essere usato da chi non ha le credenziali per un nuovo affitto. C’è anche il vanto per le denunce su Monte Stallonara: gli abitanti non sono tanto d’accordo con i grillini sul tema. Ci sono poi i tagli agli incarichi esterni. Ovvero che «i contratti ex art.90 del Tuel stipulati per i collaboratori di staff della sindaca e di tutti gli assessori producono una spesa per le casse di Roma Capitale pari a 3 milioni 114mila euro», mentre «dal 2012 al 2015 le precedenti amministrazioni hanno stipulato 124 contratti ex art.110 ed ex art.90, costati 29 milioni 606 mila euro, con una media di 7,4 milioni all’anno». Anche qui Repubblica spiega:

Il confronto proposto non è effettuato su dati omogenei. Numericamente, gli incarichi esterni distribuiti nei primi sette mesi di giunta Raggi — 77 contratti disciplinati in 48 delibere — vengono infatti comparati con un dato complessivo (124 contratti) lungo tre anni (2012-2015) e relativo a due giunte diverse, quella di Alemanno e quella di Marino. Una “furbizia” che vizia anche il calcolo sui costi, che premierebbe i 5S: il paragone viene fatto su una media annuale, ma nessuno a oggi è in grado di dire se, nei prossimi mesi e anni, Raggi spenderà in media più o meno dei predecessori.

E il resto? Grillo & Company si vantano dei controlli contro l’abusivismo, poliziottescamente effettuati con tanto di videocamera al seguito dall’assessore al commercio Adriano Meloni. Ma si tratta di controlli di routine: l’unica cosa cambiata è che adesso ci si vanta della sceneggiata e la si pubblica su Facebook. C’è poi la solita vanteria sul bilancio “approvato in anticipo”: la scadenza vera era il 31 dicembre, ed è stata mancata per la bocciatura dell’OREF. Proprio Palazzo Chigi ha poi concesso una proroga a tutti gli enti locali dal 31 dicembre al 31 marzo. Ma soprattutto: ad approvare il bilancio in ritardo è stata la giunta Alemanno. In quella di Marino, in quella di Veltroni e in quella di Rutelli si sono rispettati i termini di legge dell’epoca. E ancora, ricorda il Messaggero:

Nell’elenco delle «cose fatte da Virginia» si citano due volte i 25 milioni di euro del Giubileo salvati. Ribaltando l’affermazione: la notizia è che il Comune è riuscito a spendere i soldi stanziati dal Governo per l’Anno Santo straordinario. Normale amministrazione, appunto. Ancora più controverso il passaggio sui salari accessori dei 23 mila dipendenti capitolini. Secondo Grillo «bloccati da oltre sei anni dalle precedenti amministrazioni», in realtà la giunta Raggi ha saldato, seppur senza il via libera del ministero dell’Economia, circa 30 milioni di arretrati dei premi a pioggia (non in base al merito) che si riferiscono però agli ultimi mesi del 2015.
Tutti da verificare invece i piani, che Grillo rilancia,contro tutte le forme di abusivismo commerciale che assediano Roma, così come fanno sorridere «le 400 buche riparate» (praticamente una ventina per municipio di Roma, ciascuno grande in termini di estensione come una cittadina di provincia) e una serie di iniziative “normali” tipo la pulizia delle caditoie e delle foglie.

Insomma, ci si vanta di interventi già in programma, ordinaria amministrazione, conti fantasiosi e piccolezze: un po’ come la famiglia riunita attorno al neonato che va in estasi quando ha fatto il ruttino. «Oh che bravo a papà e mamma!», gli dicono. E intanto Roma brucia.

Leggi sull’argomento: Il M5S si schiera in difesa di papere e germani degli ex Mercati Generali

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