I 200 che lasciano il PD a Enna

di dipocheparole

Pubblicato il 2017-08-19

In 200 dei Giovani Democratici di Enna lasciano il Partito Democratico. Ad annunciarlo è Adriano Licata, ex segretario dei GD, che in una lettera pubblicata oggi dal Fatto Quotidiano racconta i motivi della sua scelta puntando il dito su Ernesto Carbone, commissario del partito in città: COME SAPETE,la Federazione di Enna è stata commissariata circa …

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In 200 dei Giovani Democratici di Enna lasciano il Partito Democratico. Ad annunciarlo è Adriano Licata, ex segretario dei GD, che in una lettera pubblicata oggi dal Fatto Quotidiano racconta i motivi della sua scelta puntando il dito su Ernesto Carbone, commissario del partito in città:

COME SAPETE,la Federazione di Enna è stata commissariata circa due anni fa dal Pd nazionale, che ha nominato Commissario sua maestà renzianissima On. Ernesto Carbone, il quale si è degnato di venire ad incontrare i segretari di circolo del Partito una sola volta in due anni e che non ha risposto per mesi al telefono ai miei tentativi di organizzare un incontro, fregandosene altamente di chiunque e dettando la linea da Roma a mezzo stampa locale.
Sotto la sua gestione è stato convocato il congresso almeno quattro volte: mai celebrato, ancora aspettiamo. Lo stesso vizietto di commissariare lo ha testato l’organizzazione giovanile regionale ai danni del circolo dei Gd di Enna, reo di non essere allineato alla “nuova fase” che prevede una mutazione genetica senza precedenti. Tant’è che pochi giorni fa il sindaco di Enna Di Pietro, tessera numero 1 del Pd consegnata in persona da Ernesto Ciaone al Nazareno, ha chiuso un accordo storico di rimpasto di Giunta che prevede una compagine di Centrodestra + “sinistra” renziana. Insomma, una situazione vergognosa che non ha precedenti e che noi – circa 200 non ci siamo sentiti di sopportare né di supportare.

200 pd enna
L’addio al Partito Democratico di Adriano Licata comunicato su Facebook

Purtroppo il Pd è condannato all’isolamento nel centrosinistra e nel paese, a causa della guapperia di un gruppo dirigente arrogante, divisivo e settario; proprio ora che il senso di responsabilità imporrebbe un dialogo tra le forze riformiste del paese.

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