Yassin Salhi: chi è l'autore dell'attentato a Isère

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-06-26

Yassin Salhi oggi come tutte le mattine ha salutato la moglie per andare a lavorare. Poco prima delle dieci arriva all’impianto di gas industriale Air Products, che si trova a Saint-Quentin-Fallavier nel dipartimento di Isère. Entra con il suo badge alle 9,50 nell’impianto in cui faceva regolarmente consegne. In quel momento forse aveva già ucciso il …

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Yassin Salhi oggi come tutte le mattine ha salutato la moglie per andare a lavorare. Poco prima delle dieci arriva all’impianto di gas industriale Air Products, che si trova a Saint-Quentin-Fallavier nel dipartimento di Isère. Entra con il suo badge alle 9,50 nell’impianto in cui faceva regolarmente consegne. In quel momento forse aveva già ucciso il suo datore di lavoro che si trovava con lui nel camion e lo aveva già decapitato. Quando attraversa la recinzione, scende dal veicolo e corre in direzione delle bombole di gas nel deposito, le apre e appicca il fuoco facendo scoppiare un incendio. A quel punto gli addetti alla sicurezza chiamano i vigili del fuoco. “Air product non fa parte del piano di prevenzione dei rischi tecnologici (Pprt”, istituito dopo l’incidente alla fabbrica Azf di Toulose nel 2001″, sottolinea su Le Figaro, Alain Chabrolles, vice presidente del Consiglio della regione Rhone-Alpes, che si chiede come mai sia stata scelta proprio questa fabbrica dato che ci sono industrie con materiali più pericolosi in zona.
 
YASSIN SALHI: CHI È L’AUTORE DELL’ATTENTATO A ISÈRE
Un pompiere si rende conto che la situazione non è quella di un normale incendio, scorge Salhi, lo afferra e lo immobilizza al suolo in attesa dell’arrivo delle forze di sicurezza. Nel frattempo vede che Salhi ha deposto la testa del suo datore di lavoro sul punto più alto della recinzione, dopo aver scritto in arabo sul capo, e l’ha circondata di due bandiere nere. La sua intenzione era andare a schiantarsi con il suo mezzo contro l’edificio per provocare un’esplosione, ma all’ultimo momento qualcosa deve essere andato storto. Salhi – che non aveva precedenti penali – era stato schedato nel 2006 dai servizi di sicurezza francese in quanto ritenuto vicino al movimento salafita, ma successivamente la sua sorveglianza era stata interrotta. Quando è ormai tutto finito, la moglie di Yassin Salhi si dispera in tv dicendo che il marito lavora come autista per le consegne e che era uscito di casa alle sette del mattino per recarsi al lavoro. Intervistata da Europe 1, la donna appare disorientata e sconvolta. Spiega che il marito non è tornato a casa per pranzo e che è stata la cognata a dirle di accendere la televisione. “Il cuore mi si è fermato”, afferma la donna, che dice di non capire cosa stia succedendo. “Lo conosco, è mio marito abbiamo una normale vita di famiglia. Esce per andare a lavoro e poi torna”, dichiara alla tv, spiegando di non essere più riuscita a contattare il marito sul cellulare.

Attentat en Isère : la femme du suspect réagit di Europe1fr
Poi la Gendarmerie suona alla sua porta, la mette in stato di fermo e comincia a perquisire tutta la casa e il vicinato. Alla fine viene fermata anche una terza persona, sorpresa in atteggiamento “sospetto” nei pressi dello stabilimento ma che al momento non è stata collegata formalmente all’attentato.


Mistero, per ora sul ruolo del secondo uomo arrestato a casa sua dopo l’accaduto. Yassin Salhi era di origini nordafricane, ma aveva la cittadinanza francese. Non era un disperato arrivato sui barconi qualche tempo fa o che aveva passato il confine a Ventimiglia.
– articolo in aggiornamento –

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