Whirlpool, a che punto è l'«operazione fantastica» di Renzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-05-22

Il premier l’aveva definita così. Poi i piani dell’azienda hanno smentito l’esecutivo. Un successo la mediazione del governo: gli esuberi da 1350 sono arrivati a 2000. I lavoratori oggi in piazza, sciopero del gruppo a giugno. E un incontro con Renzi a Salerno

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Stanno chiedendo ai negozianti di Caserta di abbassare le serrande i 3mila lavoratori in corteo a Caserta per lo sciopero generale dell’industria casertana. Cori anche contro Confindustria Caserta e contro un comitato elettorale di un candidato del Pd di Caserta dove i lavoratori hanno sostato a lungo gridando “banditi”. – Il 12 giugno prossimo “otto ore di sciopero generale di tutto il gruppo Whirlpool e una manifestazione di tutte le lavoratrici e lavoratori del gruppo a Varese”, sceondo quanto annunciato dai segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Marco Bentivogli, Maurizio Landini e Rocco Palombella.  “È necessario – dicono i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm – mettere in campo la mobilitazione generale di tutto il Gruppo Whirlpool per impedire licenziamenti e chiusure di stabilimenti ed affermare un piano industriale e di investimenti che qualifichi progettazione e produzione di elettrodomestici nel nostro paese. Per queste ragioni – sottolineano – proclamiamo per il 12 giugno otto ore di sciopero e una manifestazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo a Varese. Nei prossimi giorni, al riguardo, sarà convocato il coordinamento sindacale unitario”.
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A CHE PUNTO È L’«OPERAZIONE FANTASTICA»
La trattativa è precipitata qualche giorno fa, quando, dopo l’annuncio del piano a metà aprile e la “scoperta” dei 1400 esuberi, si era aperto un nuovo tavolo di trattativa al quale Whirlpool si è presentata annunciando di non voler ridurre gli esuberi previsti dal piano industriale ma dichiarandone altri 480 tra gli impiegati e portando il totale a 2.060, quasi un terzo dei 6.700 lavoratori italiani dell’azienda. Una scelta che ha portato il Governo a reagire in modo duro e la Fiom a proporre lo sciopero generale dell’intero gruppo. Mentre la Cgil parla di “piano inaccettabile” ed annuncia che sosterrà “con tutte le sue forze ogni iniziativa di lotta, a partire dallo sciopero generale di domani a Caserta, che i sindacati metalmeccanici decideranno di attuare unitariamente”. Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi ha definito il piano “inqualificabile” e ha chiesto all’azienda nuove proposte “credibili e tangibili” che diano certezze ai lavoratori prima di riconvocare la parti esprimendo “delusione e preoccupazione” per il tempo perso. Anche il ministro del lavoro Giuliano Poletti vuole che la società Usa “ripresenti il piano” perché “continuiamo a non essere d’accordo, pensiamo che vadano mantenuti gli accordi fatti all’epoca di Indesit”. La doccia fredda arriva durante l’incontro al ministero in cui i sindacati speravano invece di vedere concretizzarsi le aperture sull’impianto di Carinaro in provincia di Caserta che, con i suoi 815 lavoratori rischia la chiusura. Gli esuberi salgono quindi a un totale di 2.060 a fronte dei 1350 previsti fino a ieri. Anche se dal numero totale bisogna sottrarre le 280 assunzioni previste a Varese, il tributo richiesto ai lavoratori rimane altissimo. I nuovi tagli, che come quelli degli operai non saranno fatti fino al 2018, sono previsti per 200 persone a Varese, 200 a Fabriano e 80 a Milano. L’azienda ha spiegato che la riduzione degli amministrativi è dovuta alla duplicazioni di ruoli seguita all’acquisizione di Indesit.

GLI ERRORI NELLA TRATTATIVA
Ma come mai si è andati nella direzione di un sempre maggiore irrigidimento delle posizione nella trattativa? In primo luogo la Whirlpool non si sente vincolata agli accordi precedenti firmati da Indesit, che vincolavano i Merloni al mantenimento dei tre poli produttivi nelle Marche (a Fabriano e a Comunanza) e a Caserta, dove oggi si sciopero. Per questo la multinazionale ha deciso di non rispettare la moratoria per i licenziamenti fino al 2018 che ai tempi dell'”operazione fantastica” aveva accettato. Non solo: mentre oggi puntano su Varese, nel medio periodo l’obiettivo potrebbe cambiare, e di molto: potrebbe essere decisivo infatti spostare la produzione nell’est europa, dove Indesit aveva già delocalizzato tra tre anni. In tutto ciò, la trattativa con il ministero dello Sviluppo è andata avanti per mesi, senza nessun intervento della presidenza del Consiglio fino allo scoppio del bubbone. ”Il 12 giugno a Varese saremo in tanti e grideremo talmente forte da farci sentire oltreoceano, dove i vertici americani di Whirlpool dovranno capire che quel piano è inaccettabile perché non accetteremo mai licenziamenti e chiusure di fabbriche specie al sud”, dice oggi il segretario della Fim Cisl, Marco Bentivogli, alla protesta dell’industria Casertana. Carinaro: ”oltre ad essere un presidio industriale deve rimanere un avamposto prezioso dello Stato contro la disoccupazione e la criminalità organizzata”. Chissà se servirà davvero a qualcosa.
 
 
 

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