Vittoria Crisostomi: l'incarico di Virginia Raggi all'indagata per corruzione

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-11-25

64 anni, architetta, dirigente del comune di Roma, ha ricevuto la delega alla gestione dei finanziamenti pubblici per la riqualificazione urbana. Una nomina curiosa visto che la Crisostomi è indagata per corruzione dalla procura di Roma

article-post

Virginia Raggi ha affidato a Vittoria Crisostomi, 64 anni, architetto, dirigente del comune di Roma, la delega alla gestione dei finanziamenti pubblici per la riqualificazione urbana. Una nomina curiosa visto che la Crisostomi è indagata per corruzione dalla procura di Roma con i costruttori Emiliano Cerasi e Luca Navarra impegnati in alcuni progetti di lottizzazione fra cui uno, imponente, nella zona sud di Roma (Laurentino).

Vittoria Crisostomi: l’incarico di Virginia Raggi all’indagata per corruzione

La storia è nota e la racconta il Corriere della Sera: nella sua ordinanza (la 112) la sindaca scrive che «si ritiene opportuno affidare all’architetto Vittoria Crisostomi» l’incarico in questione.

Secondo le verifiche dei carabinieri del Noe, coordinati dai pubblici ministeri Stefano Pesci e Alberto Pioletti, la dirigente sarebbe intervenuta a favore di Cerasi con l’ex assessore all’urbanistica Giovanni Caudo. Si trattava di far passare un intervento di correzione su una compensazione urbanistica: se da un lato si riducevano le cubature edificabili nell’area sud dall’altro si chiedeva di ampliare quella in via di costruzione a Roma nord. Alla Crisostomi sarebbe stata assegnata la delicata intermediazione fra Cerasi e Caudo.
Raggi ignorava il coinvolgimento nell’inchiesta? Oppure ha deciso di effettuare comunque la nomina? Un nuovo caso per la sindaca già alle prese con la vicenda Muraro e la squadra incompleta: mancano ancora capo gabinetto e segretario generale, mentre la Ragioneria lavora con un interim fino al 30 novembre. E pure la procedura di nomina di Salvatore Romeo a capo della segreteria politica è finita sotto il faro dei pm. In più c’è il caso politico legato al nome di Raffaele Marra, questione che agita da tempo il Movimento ma che è stata congelata in virtù di una tregua fino al 4 dicembre.

L’indagine fa riferimento a tre diversi filoni d’inchiesta raccontati dai giornali a fine 2015. Second l’accusa, l’ingegnere Roberto Botta avrebbe ricevuto utilità dal costruttore Luca Navarra in cambio della soluzione dei problemi emersi nell’avvio dei lavori del ponte della Scafa, appalto vinto dalla società del costruttore. La tangente si sarebbe concretizzata in un lavoro inerente una scala di legno all’interno di una dimora privata dell’indagato, già sotto inchiesta – insieme con il suo braccio destro Fabrizio Mazzenga – con l’accusa di aver alterato le gare indette dal Comune per favorire un cartello d’imprenditori nella manutenzione stradale. Il ritorno economico di Navarra, secondo l’accusa, sarebbe l’impegno di Botta a evitare al costruttore il pagamento di 2milioni di euro per «i lavori di saggio archeologico» non ricompresi nel capitolato d’appalto ma all’improvviso resisi necessari. «L’appartamento facente parte del complesso residenziale di via Marco Polo – rettificano da Italiana Costruzioni – nel quale abbiamo eseguito dei lavori è di proprietà di un soggetto privato che ha soltanto lo stesso cognome del funzionario comunale ingegner Roberto Botta. Le false accuse in tal modo rappresentate ai lettori determinano dei danni enormi per la nostra azienda e per tutti coloro che si impegnano quotidianamente al suo interno», aveva rettificato all’epoca l’azienda. Qui comunque entra in scena la Crisostomi:

A insospettire il gip sui «rapporti ambigui tra la famiglia Navarra e Botta» è la circostanza che l’imprenditore si senta libero d chiamare l’ingegnere al cellulare. Insieme al capo del dipartimento – lo stesso che ha consigliato a Mazzenga di «turarsi il naso» sulle «offerte anomale» presentate dalle imprese durante le gare – a finire indagata per corruzione anche è l’architetto Vittoria Crisostomi, funzionaria del dipartimento programmazione e funzione urbanistica. Stavolta la questione che preoccupa l’imprenditore, e il suo socio Emiliano Cerasi, pure lui sotto inchiesta, è la decisione della Giunta di non costruire più palazzi in via Colle della Strega – zona Laurentina – riducendo le cubature edificabili dai due costruttori edili da 72mila a 45 mila.
Un danno per Cerasi che si lamenta con la Crisostomi, cui chiede di compensare la perdita costruendo in zona Lucchina, vicino alla stazione Ottavia. La risposta della dirigente è il riconoscimento del diritto due imprenditori. Un altro caso sospetto riguarda infine l’assegnazione senza nessuna procedura dei lavori per la costruzione di un impianto di sollevamento delle acque reflue in via Procaccini, nella zona Giustiniana, all’«Opera srl». Responsabile unico del procedimento: il capo dipartimento, Roberto Botta.

virginia raggi vittoria crisostomi
Il curriculum di Vittoria Crisostomi dal sito del Comune di Roma

EDIT: Il Campidoglio precisa:

“Il Campidoglio precisa che l’architetto Vittoria Crisostomi, dirigente comunale dal 1998, ha preso parte alla recente procedura di interpello per il conferimento di incarichi dirigenziali. In quella sede, la suddetta dirigente aveva avanzato la sua candidatura a direttore del Dipartimento programmazione e attuazione urbanistica (incarico apicale). L’amministrazione non ha accolto la richiesta confermando la dottoressa Crisostomi nell’incarico già ricoperto di direttore della Direzione trasformazione urbana (incarico subapicale) affidatole dal commissario straordinario Francesco Paolo Tronca nel 2015. Nella documentazione che l’architetto Crisostomi ha allegato alla candidatura alla procedura di interpello, in data 26 ottobre 2016, la dirigente dichiara l’assenza di procedimenti penali pendenti e la non conoscenza di procedimenti penali o disciplinari in corso”. Così una nota del Campidoglio. “A seguito delle odierne notizie di stampa gli uffici competenti di Roma Capitale – aggiunge il comunicato – come sempre avviene in questi casi, si sono già attivati per richiedere alla Procura della Repubblica contezza della veridicità delle indiscrezioni giornalistiche. Nel caso emergessero elementi difformi da quanto è attualmente a conoscenza dell’amministrazione capitolina, quest’ultima si riserva di effettuare le valutazioni del caso ai sensi di legge”.

Leggi sull’argomento: Paola Muraro, Natale in procura

Potrebbe interessarti anche