Virginia Raggi e l'accusa di aver fatto circolare la mail di Di Maio

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-09-17

Nel direttorio sono convinti che la fonte della fuga di notizie, degli sms e delle mail finite sui giornali che hanno inguaiato i Cinquestelle sia proprio l’inquilina del Campidoglio. Ecco perché sembra un buco nell’acqua

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Giovanna Vitale su Repubblica di oggi racconta che all’interno del direttorio e del MoVimento 5 Stelle romano non ci si fida più di Virginia Raggi. Per un motivo che però pare davvero curioso: la Raggi sarebbe accusata di aver fatto girare mail, sms e dialoghi su Whatsapp che hanno incastrato Luigi Di Maio e l’hanno costretto prima alla pietosa bugia davanti ai compagni di partito sulla missiva non compresa e poi all’autocritica di Nettuno. Scrive Repubblica:

Attendere Virginia al varco: è questa la strategia, adesso. Partendo però da un presupposto, che Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista spiegano al garante senza girarci intorno: nessuno, nel Movimento, si fida più di lei. È questo che i cinque del direttorio, chiamati uno a uno da Grillo per tentare di governare il caos, ribadiscono al fondatore. Tutti convinti che la fonte della fuga di notizie, degli sms e delle mail finite sui giornali che hanno inguaiato i Cinquestelle, sia proprio l’inquilina del Campidoglio.
La miccia che ha fatto implodere il vertice 5 stelle, ormai precipitato in un gorgo di sospetti e rancori nel quale rischia di finire inghiottito innanzitutto l’aspirante candidato premier: «La verità», sussurra a Grillo l’ortodosso Roberto Fico, «è che molti di noi cominciano a diffidare pure di Luigi».

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L’accusa però non pare molto fondata. Innanzitutto perché, guardando alla fotografia pubblicata dal Messaggero della mail inviata da Paola Taverna a Luigi Di Maio ci si accorge che si tratta dello scatto ripreso dallo schermo di un computer. Questo significa che chi ha scattato la foto lo ha fatto guardando in fronte un pc con il programma per la lettura delle email aperto (un browser con una scheda su gmail?). Certo, la mail inviata dalla Taverna potrebbe aver avuto in copia (anche nascosta) la Raggi, o potrebbe essere stata inoltrata successivamente alla sindaca. Ma, guardando di cosa si discute al punto 1) sembra davvero strano che qualcuno abbia fatto avere questa mail alla Raggi, anche considerando il tono con cui si descrive la situazione di Marra.

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La mail inviata da Taverna a Di Maio (Il Messaggero)

In più bisognerebbe ricordare che oltre alle email sono stati pubblicati anche i testi di una serie di sms o di conversazioni su Whatsapp tra i membri del direttorio e quelli del minidirettorio romano: e questi come sarebbero finiti in mano alla sindaca? Insomma questa storia della Raggi spia non sta in piedi in nessun modo e d’altro canto che vantaggio avrebbe avuto la sindaca dal rendere pubblica la mail quando semmai a lei poteva interessare soltanto dimostrare agli altri vertici del MoVimento di aver avvertito per tempo il suo referente? E poi perché cercare di abbattere proprio Di Maio che nelle conversazioni private sembra invece voler dare sinceramente una mano alla sindaca e aver capito che «le persone che stanno creando problemi sono quelle loro»?

Leggi sull’argomento: Cosa dice (e cosa pensa davvero) Virginia Raggi

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