Paolo Pace: il presidente dell'VIII Municipio che dimentica di aprire le lettere

di Marco Zonetti

Pubblicato il 2017-01-12

All’VIII municipio di Roma, quello di Daniele Frongia e Salvatore Romeo, le figuracce epiche s’inanellano l’una dopo l’altra in una catena di flop consecutivi. A parte le débâcle comunali in cui sono incappati i due illustri residenti di cui sopra, ma anche a livello locale non c’è mai “pace” per i cittadini. Il presidente Paolo …

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All’VIII municipio di Roma, quello di Daniele Frongia e Salvatore Romeo, le figuracce epiche s’inanellano l’una dopo l’altra in una catena di flop consecutivi. A parte le débâcle comunali in cui sono incappati i due illustri residenti di cui sopra, ma anche a livello locale non c’è mai “pace” per i cittadini. Il presidente Paolo Pace, già celebre per il “complotto della monnezza”, è costretto ad affrontare internamente le faide dei consiglieri “ribelli” (lombardiani o “talebani” come egli stesso li ha definiti) che vogliono sfiduciarlo e, distratto dalle beghe intestine cui ci hanno abituato i pentastellati nei comuni, in Italia e ora anche in Europa, si dimentica perfino di leggere lettere di fondamentale rilevanza, attirandosi gli strali giustificatissimi della comunità ebraica.
pietra d'inciampo VIII municipio 1
Ma andiamo con ordine. È notizia di questi giorni la lotta senza quartiere che vede impegnati i consiglieri vicini a Roberta Lombardi, fra cui il creatore della tanto criticata lista di proscrizione contro privati cittadini nemici del m5s, consiglieri che intendono far cadere Paolo Pace, reo – fra le altre cose – di essere troppo vicino a Virginia Raggi. La sindaca, come se non avesse altro da fare in una Roma allo sbando, è stata dunque costretta a ricevere consiglieri e presidente in Campidoglio per tentare di mettere una toppa su un caso che sta dilaniando l’Ottavo Municipio con enormi disagi per i cittadini. Pertanto, consiglieri, presidente e sindaca hanno dovuto interrompere il lavoro pagato dai contribuenti per risolvere l’ennesima faida interna. Quanto sarà costata alla collettività questa interruzione delle attività istituzionali? Tremiamo all’idea di scoprirlo. Ma, cosa ancor più grave, mentre ciò accadeva, la comunità ebraica veniva fatta oggetto di uno sgarbo imperdonabile e, con essa, anche lo stimato artista Gunter Demnig, giunto appositamente dalla Germania.
pietra d'inciampo VIII municipio
Gunter Demnig, celebre in tutto il mondo per le sue “pietre d’inciampo”, che l’artista posa personalmente in commemorazione dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti, era atteso in Via del Porto Fluviale a Garbatella per celebrare la posa di una nuova sua nuova opera in ricordo di Alberto Di Segni, deportato ad Auschwitz e morto nel 1945. Gunter Demnig aveva avvertito del suo arrivo a Roma, via lettera, il presidente Pace ed è partito per Roma sicuro di essere ricevuto dalle autorità municipali per la posa della pietra d’inciampo. Peccato che non si sia presentato nessuno e che, interrogati sull’assenza, la presidenza municipale abbia risposto con un laconico: “La vostra lettera? È qui, ma non l’abbiamo neanche aperta. Capita, con tutto quello che abbiamo da fare…”. Lo sdegno è palese nelle parole che oggi Flaminia Sabatello, presidente dell’Associazione romana Amici di Israele, che affida a facebook : “Quello che sta succedendo nell’ottavo municipio (quello di Daniele Frongia e Salvatore Romeo, i fedelissimi della sindaca) è veramente surreale; tra liste di proscrizione nei confronti di chi “osa” contrastare il Movimento, un presidente sfiduciato dai consiglieri, ecco l’ennesima chicca: niente pietra d’inciampo per Alberto Di Segni, vittima della Shoah, in quanto al municipio non hanno neanche aperto la lettera che li avvisava dell’arrivo dell’artista tedesco che le posiziona. “Abbiamo troppo da fare”, questa la scusa addotta. D’altronde il non far niente richiede tempo, si sa.
Il movimento che tanto sbandierava il valore della trasparenza, e dell’informazione, si ritrova quindi un vicepresidente della Camera che ammette di non capire le mail e un presidente municipale vicino alla sindaca che non apre neanche le lettere di rilevanza per la collettività. Esprimiamo la nostra sentita solidarietà alla famiglia Di Segni e alla comunità ebraica tutta. Senza dimenticare i residenti dell’Ottavo Municipio, privati di una tappa importante della Carovana della Memoria, grazie alla “distrazione” della presidenza municipale.

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