La vera storia dell’argine del Carrione in polistirolo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-11-09

Un servizio di Rainews mostra i componenti della barriera che doveva frenare il fiume a Carrara. L’esperto spiega

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La storia dell’argine del Carrione fatto con il polistirolo e poi crollato a Carrara nasce da un servizio di Rainews pubblicato nei giorni scorsi, a firma di Paolo Poggio. Nel servizio, al minuto 2:14, il giornalista si avvicina agli argini rotti del fiume a Carrara, mostra il muro di cemento spezzato e all’interno della sezione ci si accorge chiaramente che per costruirlo sono stati utilizzati cemento armato e polistirolo. Basta sfiorare con le mani l’argine e il polistirolo si disperde come farina.


Un altro video-denuncia è stato pubblicato su Facebook dalla senatrice M5S Sara Paglini che ha annunciato che porterà la questione in Parlamento.

Ma è il polistirolo la causa del crollo dell’argine? Il Corriere della Sera sente oggi Gianfranco Becciu, docente di costruzioni idrauliche al Politecnico di Milano, che spiega: «L’uso del polistirolo è ammesso ma è meno usato rispetto ad altre tecniche di costruzione perché si tratta di un materiale, se pur più facile da utilizzare e meno caro, più fragile rispetto a plastiche e particolari materiali in metallo e dunque poco adatto a resistere a tensioni anche molto piccole. In caso di errore di progettazioni si potrebbe dunque rompere quindi a mio avviso meglio non esagerare». Il docente, pur premettendo che dalla visione di un filmato o di alcune foto è impossibile fare un’analisi scientifica, è però convinto che il crollo dell’argine non sia da addebitarsi al polistirolo. «È più probabile che il cedimento sia stato provocato da un cattivo ancoraggio alla base della barriera — spiega —, e forse da un errore di dimensionamento di questo argine ». A meno che la perizia non accerti che l’uso del polistirolo nella costruzione dell’argine sia stato invece in percentuale superiore a quella di sicurezza: «Un’ipotesi che non voglio neppure prendere in considerazione — sottolinea Becciu — perché non credo si possa essere così incompetenti da alleggerire barriere che pur hanno bisogno di dilatazione come un argine».

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