Un vaccino per Ebola in arrivo da Glaxo?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-11-27

La Glaxo annuncia i primi dati positivi per la sua sperimentazione su venti volontari. L’epidemia ancora in piena esplosione in Guinea, Liberia e Sierra Leone

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La prima sperimentazione sull’uomo di un vaccino per Ebola ha registrato un primo successo: il preparato è sicuro e può aiutare il sistema immunitario a combattere il virus. Venti volontari sono stati sottoposti al trattamento negli Stati Uniti e gli scienziati del National Institutes of Health (NIH) hanno descritto i risultati come «promettenti». Nessuno dei vaccinati ha avuto effetti collaterali e tutti hanno sviluppato i dovuti anticorpi. Il vaccino in questione, sviluppato dalla GlaxoSmithKline, è di tipo bivalente, mirato a bloccare i ceppi di Ebola originati in Sudan e in Zaire (quest’ultimo sarebbe il responsabile dell’attuale epidemoia). Test su un vaccino monovalente – contro il ceppo dello Zaire – sono in corso anche a Oxford in Mali e in Svizzera. La Gsk rende noto che se il vaccino risulterà efficace la società potrà produrne un milione di dosi entro la fine del 2015. La ricerca è stata pubblicata nel New England Journal of Medicine.
 
IL VACCINO PER EBOLA IN ARRIVO?

Il numero dei decessi causati dal virus della febbre emorragica Ebola è salito a 5.689 su un totale di 15.935 casi diagnosticati in Africa occidentale. Lo ha reso noto l’ultimo bilancio dell’Organizzazione mondiale della Sanità, che precisa che le cifre sono senz’altro sottostimate. I paesi più colpiti restano la Liberia, con 3.016 decessi su 7.168 casi; la Sierra Leone, con 1.398 decessi su 6.599 casi; la Guinea con 1.260 decessi su 2.134 casi. Nella penultima settimana di novembre in questi tre paesi dell’Ovest africano sono stati registrati 600 nuovi casi di infezione. La situazione è giudicata stabile in Guinea, stabile o in declino in Liberia, senza dubbio in crescita in Sierra Leone, con 385 nuovi casi confermati in una settimana. Anthony Fauci, a capo del progetto per la NIH, ha detto alla BBC che sul piano della capacità di produrre una risposta immunitaria adeguata «è stato un successo assoluto», anche se siamo ancora a una fase iniziale della sperimentazione. I volontari sono stati divisi in due gruppi, che hanno ricevuto una dose del vaccino bassa o alta. La risposta degli anticorpi è stata più forte tra coloro che hanno ricevuto la dose più alta, racconta ancora la BBC.

ricerca su ebola
A che punto è la ricerca su Ebola: i vaccini allo studio nel mondo (La Stampa, 15 ottobre 2014)

Il vaccino utilizza un virus del raffreddore degli scimpanzé che è stato geneticamente ingegnerizzato per trasportare una proteina non infettiva di Ebola sulla sua superficie. Attualmente quattro studi sono in corso per validare quattro diversi vaccini in preparazione. Quello statunitense può servire a dare protezione per i ceppi di Ebola nati in Sudan e in Zaire: quest’ultimo è responsabile delle attuali epidemie in Sierra Leone, Guinea e Liberia. Un vaccino monovalente contro il ceppo dello Zaire è allo studio anche ad Oxford e in Svizzera: se i risultati saranno positivi si potranno cominciare a vaccinare gli operatori sanitari in Africa Occidentale, e a quel punto – se il funzionamento sarà quello desiderato – il vaccino potrà considerarsi funzionale e sicuro. L’obiettivo a lungo termine è produrre un vaccino che riesca a proteggere anche contro le future epidemie.
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Il «quiz» per Ebola di Vox

COSA STA FACENDO L’EUROPA CONTRO EBOLA
La Commissione europea ha sollecitato un maggiore impegno degli Stati membri contro l’epidemia di Ebola in Africa, che comprenda la mobilitazione di 5.000 medici e di “migliaia di operatori sanitari”. Lo ha detto alla France presse una fonte europea, secondo cui i commissari allo Sviluppo, Christos Stylianidès, e alla Sanità, Vytenis Andriukaitis, hanno avuto contatti in questo senso con i Paesi membri, perchè vista “la gravità della situazione, serve una risposta immediata”. Stando all’ultimo bilancio dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), sono 5.459 le persone decedute, su 15.351 casi registrati in otto Paesi. Il Paese più colpito rimane la Liberia, con 7.082 casi probabili o accertati e 2.963 decessi, seguito dalla Guinea, dove ha avuto origine l’epidemia, che ha fatto registrare 2.047 casi e 1.214 decessi, mentre in Sierra Leone il bilancio è di 6.190 casi e 1.267 decessi. Nel Mali, ultimo Paese ad essere stato colpito dall’epidemia, si sono registrati sei casi, tutti mortali. In Nigeria si sono verificati 20 casi e otto decessi, ma la fine dell’epidemia è stata dichiarata il 20 ottobre scorso, così come era avvenuto in precedenza per il Senegal, dove si era registrato un unico caso. Fuori dall’Africa, quattro casi sono stati registrati negli Stati Uniti e uno in Spagna. Un ceppo differente del virus ha colpito anche alcune regioni isolate nel nordovest della Repubblica del Congo, causando almeno 49 morti su 66 casi accertati; il 21 novembre l’Oms ha tuttavia dichiarato conclusa l’epidemia dopo 42 giorni senza nuovi contagi.

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