Vaccini e obblighi, chi dice no

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-11-26

Dopo l’Emilia Romagna molti enti si stanno orientando verso il divieto di frequentare gli asili. Ma alcuni non sono per niente convinti

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Dopo l’approvazione della legge in Emilia Romagna che blocca l’ingresso all’asilo nido dei bimbi non vaccinate, il dibattito è aperto nelle regioni italiane sul divieto o sull’obbligo. Repubblica riporta oggi un’infografica che spiega quali sono le posizioni nelle regioni: Lombardia e Liguria hanno ribadito di essere contrarie a qualunque imposizione. Sia la Toscana che la Sicilia, pronte anche loro con una norma, pensano però di bloccare l’ingresso non solo al nido ma anche alla materna, che sarebbe scuola dell’obbligo. Le Toscana, inoltre, non vorrebbe vietare solo i vaccini obbligatori che si fanno al terzo mese di età ma anche quelli consigliati, iniettati poco dopo l’anno contro morbillo, parotite, rosolia, varicella, meningococco C.

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La mappa delle posizioni delle regioni sui vaccini (La Repubblica, 26 novembre 2016)

In Puglia, ma qui per ora ne sta parlando solo il gruppo Pd in consiglio regionale e non la giunta, addirittura si vorrebbe uno stop a tutte le iscrizioni, fino alle superiori, per chi non fa la profilassi. Mentre nelle Marche c’è addirittura chi ipotizza multe fino a 10mila euro per chi fa accedere ai servizi per l’infanzia bimbi senza certificazione dell’avvenuta vaccinazione, il Lazio sembra più in linea con l’Emilia-Romagna. Poi c’è un gruppetto composto da Piemonte, Umbria e Sardegna che è un po’ più attendista ma con un fine politico. Le tre regioni sarebbero infatti favorevoli al divieto ma aspettano, appunto, che sia fatta una norma nazionale per risolvere la questione.
Leggi sull’argomento: Il M5S in Emilia Romagna non è contro i vaccini: voleva soltanto rimandare

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