Ustica, un muro di gomma senza fine

di Carlo Cipiciani

Pubblicato il 2015-04-08

Dopo 35 anni, forse è stato chiarito che la strage di Ustica, in cui persero la vita 81 persone, è stata provocata da un missile. Ustica, chissà quanti se la ricordano. Un aereo che vola nel cielo azzurro d’Italia,  un Douglas Dc-9 della compagnia Itavia, volo IH870; partito da Bologna e diretto a Palermo. Deve …

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Dopo 35 anni, forse è stato chiarito che la strage di Ustica, in cui persero la vita 81 persone, è stata provocata da un missile. Ustica, chissà quanti se la ricordano. Un aereo che vola nel cielo azzurro d’Italia,  un Douglas Dc-9 della compagnia Itavia, volo IH870; partito da Bologna e diretto a Palermo. Deve arrivare poco dopo le 21. Lo aspettano in tanti, invano: quel volo è svanito nel cielo azzurro portandosi con sé Cinzia, Alberto, Michele, Rosa, Emanuele, Antonio, Maria, Marianna, Costanzo e tanti altri. 81 vite, 13 bambini, spezzate per sempre. Senza un perché.
Ustica
Da allora un aereo vola nel vento, con quelle 81 vite spezzate. 81 luci intermittenti, al ritmo di quei respiri interrotti. 81 specchi neri che riflettono i visi di chi passa, perché ognuno di noi poteva essere su quell’aereo, quella sera, in quel pezzo di cielo italiano. Ora, forse, una prima notizia emerge da anni di bugie, depistaggi, menzogne. Ma non è ancora la verità. Una verità che forse non sapremo mai, immersa in quel muro di gomma che da più di trent’anni annebbia quel cielo azzurro.
C’é ancora chi aspetta testardamente che da quel muro di gomma della strage di Ustica venga a galla, assieme alle pinne e ai vestiti diseprsi nel mare. Se non la verità almeno una ragione, un perché. Perché quell’aereo possa infine atterrare, perché quelle vite possano finalmente riposare. Quelle vite che ci guardano.
Se abbiamo ancora almeno una briciola di speranza di tornare ad essere un Paese civile, lo dobbiamo a loro. Perché lo dobbiamo a noi.

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