Una ricerca spiega come funzionano le pagine dei complottisti

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-02-26

Perché le pagine dei complottisti hanno tanto successo? Il trucco sta nello spegnere il cervello e condividere a raffica qualsiasi notizia su alieni, pestilenze e illuminati. I risultati di una ricerca condotta da alcuni ricercatori italiani guidati da Walter Quattrociocchi del Laboratory of Computational Social Science dell’Università di Lucca

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Cosa significa essere complottisti o teorici delle cospirazioni più strampalate? Per chi prende sul serio questo lavoro vuol dire fare lunghe ricerche sull’Internet (perché le biblioteche contengono solo la “scienza ufficiale”), pubblicarle sul proprio sito/blog/pagina Facebook con un titolo il più possibile allarmistico e poi chiudersi in casa perché dopo aver rivelato urbi et orbi la Verità (quella con la V maiuscola è sempre rivelata) c’è sempre il rischio che i Servizi Segreti su incarico di qualche loggia massonica segreta controllata dai soliti poteri forti abbiano il desiderio di chiudervi la bocca per sempre. Certo, durante il processo di “studio” è fondamentale evitare il più possibile di venire a contatto con una qualche forma di pensiero logico-razionale: perché il dubbio deve essere coltivato in un modo utile solo a confermare ciò che il complottista in cuor suo sa di sapere e di aver sempre saputo. Perché una volta raggiunta la maggiore (ad essere generosi) età porsi domande non è sufficiente per dimostrare di avere una qualche capacità cognitiva, è necessario anche imparare il metodo per validare le risposte.

Come funziona il complottismo in tre semplici mosse (Fonte: Facebook.com)
Come funziona il complottismo in tre semplici mosse (Fonte: Facebook.com)

 
COMPLOTTISTI, RICERCATORI E TROLL
Due giorni fa sono stati pubblicati i risultati di una ricerca condotta da alcuni ricercatori italiani guidati da Walter Quattrociocchi del Laboratory of Computational Social Science dell’Università di Lucca. Lo studio, dal titolo Science vs Conspiracy: Collective Narratives in the Age of Misinformation vuole mostrare come l’utilizzo dei social media (in particolare Facebook) non abbia affatto favorito la nascita di quella che viene definita intelligenza collettiva quanto piuttosto un ottundimento di alcuni processi razionali a favore della diffusione di credenze fondate su basi pseudo-scientifiche (o peggio su notizie inventate di sana pianta) come il complotto delle scie chimiche, i rettiliani, gli illuminati e altre panzane diffuse dai siti di “complottisti” più popolari. Per farlo sono state prese in esame le interazioni degli utenti su alcune popolari pagine come Lo Sai, Coscienza Sveglia o Scienza di Confine e sono state messe in confronto con quelle di altrettante pagine Facebook che si occupano di fare divulgazione scientifica oppure debunking delle teorie complottiste.

In totale la ricerca ha coinvolto un campione di oltre un milione di account individuali (tranquilli, non la NSA non ha avuto accesso alle vostre informazioni personali) che interagivano con 271,296 post creati dal campione di 73 pagine Facebook prese in esame. Lo studio mostra che le pagine che diffondono informazioni riguardanti complotti e lanciano allarmi sui piani globali per sterminare la popolazione ricevono molti più condivisioni per ogni notizia postata rispetto a quelle che si occupano di debunking e divulgazione scientifica. I complottisti avrebbero quindi un livello di commitment più elevato rispetto alle notizie di loro interesse (ovvero quelle che confermano il loro modo di vedere le cose) rispetto all’altra tipologia di utenti. Questo spiega come mai ad esempio le teorie dei complottisti riescano a diffondersi molto più rapidamente e in maniera più ampia delle notizie scientifiche.
complottisti like e condivisioni
Tra le altre cose i dati dimostrano che “le notizie che nessuno vorrebbe farvi sapere” o le verità che “ci tengono nascoste” non vengono ostacolate in alcun modo, nella loro diffusione, da parte degli oscuri poteri forti che governano il globo. Quindi perché i complottisti continuano a dire che la Verità è continuamente occultata e nascosta? Probabilmente perché è un aspetto funzionale della loro narrativa che li conferma nella fede e li rafforza nella loro santa perseveranza. Come prevedibile le due comunità sono parecchio segregate l’una rispetto all’altra con un alto livello di polarizzazione (il che significa che una pagina di complottisti attrae prevalentemente complottisti e viceversa) e il livello delle interazioni reciproche è piuttosto basso:
dati complottisti pagine facebook
Lo studio non tiene conto però dell’eventualità che molti dei commentatori siano bannati dalle pagine della “fazione” opposta dopo un paio di commenti. Questa strategia adottata da alcuni amministratori potrebbe contribuire in maniera determinante a disincentivare le interazioni reciproche tra opposte tipologie di utenti e pagine di segno diverso (provate a commentare su Lo Sai per rendervene conto). La tendenza però è chiara, i teorici del complotto tendono a restare all’interno del proprio, rassicurante (e terrorizzante al tempo stesso) mind-set, evitando di commentare su pagine divulgative.
commenti complottisti pagine Facebook - 2
Secondo i ricercatori la scelta di interagire solo con pagine complottiste e di esporsi continuamente e in modo costante con informazioni false e non corroborate da dati scientifici verificati contribuisce a cambiare l’atteggiamento dei teorici del complotto rendendoli più facilmente manipolabili (LOL) con ulteriori informazioni false create a bella posta (per trollarli). Per verificare questa ipotesi il team di ricercatori ha preso in esame dei post volutamente falsi pubblicati da pagine che prendono in giro le teorie dei complottisti inventando notizie su complotti “verosimili”. A quanto pare i complottisti sono più propensi a interagire con questi post e a condividere le notizie manifestamente false. Il motivo? Sarebbe saltato il filtro che consente di distinguere il vero dal falso (e anche qualche rotella).
percentuale di commenti e like su notizie satiriche e intenzionalmente false da parte degli utenti delle due cateogorie.
percentuale di commenti e like su notizie satiriche e intenzionalmente false da parte degli utenti delle due cateogorie.

Il risultati della ricerca mostrano l’esistenza di una relazione tra “beliefs in conspiracy theories and the need for cognitive closure” ovvero i complottisti sono più propensi a credere solo a quello che sanno già e che conferma il loro modo molto semplice e manicheo di vedere la realtà circostante. Dall’altra parte però si fa notare come le notizie sui complotti attraggano anche l’attenzione dell’altra categoria di utenti che si impegna a invalidare le teorie dei complottisti, in ogni caso ad essere diffuse continuano a essere le bufale.
Fonte: Tutto Scienze e Tecnologia 25 dicembre
Fonte: Tutto Scienze e Tecnologia 25 frebbraio 2015

LA GRANDE COSPIRAZIONE CONTRO LA RAGIONE
Un complotto però esisterebbe, e secondo Andrea Grignolio dell’Università La Sapienza sarebbe quello contro il pensiero scientifico e razionale. L’uso da parte dei complottisti di una narrativa più avvincente di quella scientifica, il ricorso a falsi esperti (laureati in fisica che spiegano i vaccini, ingegneri edili che spiegano lo sbarco sulla luna oppure studenti fuori corso di filosofia che spiegano TUTTO), la manipolazione consapevole delle prove (ad esempio nel caso dei negazionisti della Shoa) contribuiscono a favorire la diffusione delle teorie più strampalate e dei complotti più perniciosi. E questo processo non è senza conseguenze, ma a danno della salute pubblica. Uno su tutti, difficile e forse ormai impossibile da eradicare, è quello riguardante la correlazione tra vaccini e autismo. Non importa che ci sia un solo studio scientifico a riguardo e che l’autore stesso l’abbia sconfessato. L’idea ormai si è diffusa e le conseguenze (si veda il caso dell’epidemia di Morbillo in California) non sono più una possibilità remota.

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