Cappuccetto Raggi e il Grillo cattivo

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-09-07

La sindaca ha tempo fino a stasera per recepire le richieste di avvicendamento in squadra venute dal suo partito decise nel summit di ieri e affinate nel corso dei colloqui informali stamani fra Campidoglio e vertice del MoVimento. Se dà retta a Grillo si sarà addossata la colpa di una crisi di cui non ha piena responsabilità. Se dice di no rischia di perdere la poltrona

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Tutto il direttorio del MoVimento 5 Stelle sarà con Beppe Grillo stasera a Nettuno per la tappa del tour #iodicoNO sul referendum di Alessandro Di Battista. Ma Beppe non ha ancora incontrato Virginia Raggi – le voci che davano un incontro in corso a casa di Daniele Frongia sono state smentite – mentre lei, ha fatto sapere l’agenzia di stampa ANSA, «attende eventualmente Grillo in Campidoglio». E se non fosse abbastanza per comprendere il clima, in questo status di Luigi Di Maio pubblicato dopo un silenzio di 36 ore c’è il senso della posizione che il M5S intende prendere durante la crisi di Roma.
grillo raggi di maio

Cappuccetto Raggi e il Grillo cattivo

Inutile star lì a far notare che il messaggio su Facebook di Di Maio sia in leggera contraddizione con quanto scritto ieri da Roberta Lombardi e da altri (come la Lezzi) che nel M5S evidentemente non vogliono nascondersi dietro un dito. È evidente che invece il responsabile degli Enti Locali del direttorio vuole nascondersi invece dietro un dito. Anche dopo la pubblicazione della mail con cui Paola Taverna gli annunciava l’indagine sulla Muraro e degli sms che spiegavano come lui fosse, a differenza di quanto affermato alla Festa del Fatto, perfettamente a conoscenza di quanto stava accadendo. La scusa di aver letto male la mail sembra bastare come unica spiegazione da fornire all’opinione pubblica. Anche perché nel frattempo M5S un nemico l’ha già trovato. Anzi, per la verità ne ha già trovati quattro.

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Il post di Barbara Lezzi su FB

Come confermato nella sostanza da membri del direttorio come Roberto Fico e Carla Ruocco, infatti, i grillini hanno chiesto a Virginia Raggi la testa di Paola Muraro, Raffaele De Dominicis, Salvatore Romeo e Raffaele Marra. Quattro nomi finiti “nel sistema dell’informazione per creare un caso”, come direbbe Di Maio, e in effetti quei cattivoni dei media ci sono riusciti visto che anche il M5S si è convinto a chiederne la testa. Intanto, però, come scrive la DIRE Grillo e il direttorio hanno scelto la formula della riunione a porte chiuse, seguita da comizio finale nella cittadina laziale, per mettere ordine lungo la direttrice M5s-Campidoglio. Atteso a Roma, ieri sera Grillo ha disdetto la prenotazione in un albergo della capitale e ha dirottato i suoi in una struttura in aperta campagna a pochi chilometri dalla cittadina che prende il nome dall’antica divinita’ romana. Con Grillo sono riuniti tutti i membri del direttorio. Si tratta di un ritorno alle origini, visto che la prima riunione dei neoeletti M5s si tenne in un agriturismo.
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Gli sms tra Luigi Di Maio, Paola Taverna e Fabio Castaldi sul caso Muraro (la Repubblica)

Tra le pagine chiare e le pagine scure

Intanto però al momento non  partecipa alla riunione la sindaca Raggi, anche se, a quanto si apprende, questa mattina c’è stato un confronto tra il direttorio e il vicesindaco di Roma Daniele Frongia. Dopo la riunione il direttorio e Grillo si sposteranno a Nettuno. Lì, ha annunciato Luigi Di Maio su facebook, sarà fatta chiarezza sulla situazione che interessa il CampidoglioLa sindaca, scrive l’ASCAha tempo fino a stasera alle 19, quando a Nettuno Beppe Grillo con ogni probabilità sarà sul palco con l’intero direttorio M5s per la ripresa del “coast to coast” sul referendum di Alessandro Di Battista, interrotto ieri per la crisi in Campidoglio, per recepire le richieste di avvicendamento in squadra venute dal suo partito, decise nel summit di ieri e affinate nel corso dei colloqui informali stamani fra Campidoglio e vertice del MoVimento. David Porrello chiosa: “Non so se tutto l’impasse si supera con le dimissioni della Muraro. Io so che nessuno è intoccabile. Non abbiamo da difendere persone, abbiamo da difendere idee”. Ma la richiesta, così com’è, è semplicemente inaccettabile: Il M5S, nell’ordine, chiede la rimozione di un assessore al bilancio appena nominato come Raffaele De Dominicis, che finora nulla ha fatto nella gestione della città e quindi nulla c’è da imputargli. A parte l’indicazione arrivata da Sammarco, ma può essere davvero questo il motivo per un MoVimento che a parole si autodefinisce come non-ideologico?

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La mail inviata da Taverna a Di Maio (Il Messaggero)

Poi ci sarebbe da far notare a tutti questi signori assetati di sangue che nel loro partito c’è gente che sapeva dell’indagine su Muraro ma ha taciuto (il candidato in pectore alla presidenza del Consiglio Luigi Di Maio): se si caccia la Muraro perché sui giornali c’è scritto che è indagata, a Di Maio cosa si dovrebbe fare? Poi c’è il capitolo Raffaele Marra. Nella mail pubblicata oggi dal Messaggero inviata da Paola Taverna si legge come primo punto proprio la storia della defenestrazione di Marra, promessa ma mai effettuata dalla sindaca. Insomma, che l’ex uomo di Alemanno e Marino fosse la pietra dello scandalo in Campidoglio lo sanno anche i sassi. Perché il M5S si sveglia ora? Perché la faccenda è finita sui giornali? Infine c’è Salvatore Romeo: quello che ha ammesso candidamente di aver sbagliato le delibere sul suo stipendio e quello di altri perché era agosto, faceva caldo, le cavalletteeee. Anche lui è diventato un problema non quando si è messo in aspettativa per essere riassunto con stipendio triplicato. Lo è diventato quando i giornali hanno cominciato a scriverlo. Grillo e i suoi stanno scaricando sulla Raggi tutti i problemi usciti in questi giorni, cercando di nascondere con la richiesta di un taglio di teste generalizzato tutti i clamorosi errori del direttorio nella gestione della vicenda. Se la Raggi si piegherà da questo momento in poi la sua autonomia dal direttorio ne sarà irrimediabilmente minata. Ma se non lo fa la sindaca rischia di vedersi sfiduciata dal M5S e di perdere a stretto giro di posta la poltrona, visto che Roma non è Quarto né Parma e i consiglieri qui sono prima di tutto grillini e poi semmai lombardiani. Un bel dilemma per la Raggi: da quello che farà dipendono le fortune del M5S sia a Roma che nel resto dell’Italia.

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