Udo Ulfkotte: il giornalista tedesco che denuncia il complotto contro la Russia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2014-11-03

In un video divenuto virale parla dell’asservimento della stampa tedesca ed europea al volere dell’intelligence americana. Ma forse non tutto è come ce lo racconta lui. Ad esempio…

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Un video si aggira sul Web, è il video dell’intervista-confessione di Udo Ulfkotte alla televisione russa RT. Ieri sulla pagina Facebook di Beppe Grillo è apparso questo post riguardo ad una misteriosa quanto sconvolgente notizia che nessuna televisione italiana ha ovviamente avuto il coraggio di dare:

Udo Ulfkotte: Il post di Beppe su FB (via Facebool.com)
Udo Ulfkotte: Il post di Beppe su FB (via Facebool.com)

Naturalmente nei commenti il Popolo della Rete® è già scatenato e ha emesso la sua sentenza:
I commenti sulla pagina Fb di Beppe (fonte: Facebook.com)
I commenti sulla pagina Fb di Beppe (fonte: Facebook.com)

 
Vi risparmiamo la fatica di abboccare al clickbait di Grillo e postiamo qui il video con Udo Ulfkotte:

Sono stato un giornalista per quasi 25 anni e sono stato addestrato a mentire, a tradire e a non raccontare la verità al pubblico. Ma ora da qualche mese, osservando come i media tedeschi ed americani cercano di spingere verso una guerra in Europa, a fare la guerra alla Russia. Ho deciso che non ci sto, che non è giusto quello che ho fatto in passato non ci sto a manipolare la gente in questo modo, a fare propaganda contro la Russia e non è corretto quello che i miei colleghi fanno e hanno fatto in passato. Perché sono stati corrotti a tradire la fiducia delle persone, non solo in Europa ma in tutto il mondo.

Udo Ulfkotte: l'immagine che intriduce il post di Grillo (fonte: Facebook.com)
Udo Ulfkotte: ‘immagine che introduce il post di Grillo (fonte: Facebook.com)

Il video è una lunga (quasi 15 minuti) intervista al giornalista tedesco che ha collaborato, tra gli altri, con il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung. Oltre alla carriera di giornalista Ulfkotte è stato consigliere del governo di Helmut Kohl e tra la metà degli anni Ottanta e la fine degli anni Novanta ha vissuto a lungo in diversi paesi arabi, tra cui Iraq, Iran, Afghanistan e Arabia Saudita. Nel suo discorso Ulfkotte si dice molto preoccupato della possibilità concreta del prossimo scoppio di una guerra in Europa e si dichiara disgustato dal modo come i giornali e i media tedeschi stanno lavorando contro la Russia, foraggiati dal denaro della CIA e delle potenze occidentali per scrivere articoli e inchieste pro-Europa e pro-America. Udo Ulfkotte stesso ammette di essere stato in passato reclutato dalla CIA con il ruolo di “not official cover” e di aver collaborato in diverse occasioni con l’intelligence americana. Questo è potuto accadere perché, secondo Ulfkotte, la Germania è una colonia americana e quindi gli agenti statunitensi hanno la possibilità di agire liberamente e di corrompere i giornalisti. Sono le agenzie di intelligence che, manipolando i giornalisti, manipolano le notizie in modo da influenzare il pubblico. Udo Ulfkotte sostiene che la CIA era “di casa” in redazione al Frankfurter Allgemeine e che questa è la prassi in molte altre redazioni, dove i servizi segreti fanno sostanzialmente da ghost writer per i giornalisti che sul loro libro paga.
 
ALCUNE IMPRECISIONI
Non è possibile stabilire se quanto racconta il giornalista tedesco nella sua video-confessione sia vero o no. Dal momento che tutti i contatti con la CIA rimangono nella zona grigia del “not-official” a volte senza un contatto diretto con gli 007 ma tramite altri giornalisti reclutati allo stesso modo non c’è modo per saggiare la veridicità delle informazioni rivelate dal Ulfkotte. C’è però un episodio specifico, sul quale è possibile fare chiarezza. Ulfkotte racconta che nel 1988 la popolazione curda è stata attaccata con armi chimiche da Saddam, è un episodio tristemente famoso. Quello che secondo Ulfkotte nessuno ha avuto il coraggio di raccontare è che il gas utilizzato dagli iracheni era di produzione (e provenienza) tedesca. La cosa scandalosa è che il giornale per cui lavorava all’epoca – Il Frankfurter Allgemeine – avrebbe censurato il pezzo di Ulfkotte per insabbiare la notizia del coinvolgimento della Germania in Iraq. Perché? Naturalmente perché all’epoca Saddam era un fedele alleato dell’Occidente e non era consentito parlarne male. L’edizione tedesca dell’Huffington Post però ha fatto le pulci a quest’affermazione ed è andata a controllare gli archivi dei giornali tedeschi dell’epoca per verificare se effettivamente nessuno all’epoca avesse parlato del gas tossico made in Germany usato da Saddam per sterminare i curdi. È emerso che nel 1989 il quotidiano Die Zeit pubblicò un pezzo nel quale si descriveva la preoccupazione della CIA per il fatto che alcune aziende della Germania Ovest stessero rifornendo la Libia di Gheddafi di materiale utile a produrre armi chimiche. Nel pezzo si fa anche riferimento anche all’episodio dell’attacco con il gas ai danni dei curdi in Iraq e degli investimenti tedeschi nell’area di Samarra. Sempre nel 1989 uscì un reportage dello Spiegel con un inchiesta sulle aziende tedesche di armamenti che avevano contratti di fornitura con l’Iraq. Ancora prima, nel 1984, un articolo del New York Times riferiva che gli Stati Uniti avevano intenzione di porre un freno alla vendita (da parte di Giappone, Germania Ovest e altri paesi europei) di composti chimici utili alla produzione di gas nervino. Nel 2003 il Tagesspiel  recensiva il documentario Unser Freund Saddam, di Antonia Rados ricordando il coinvolgimento delle industrie tedesche nel rifornimento di gas al regime iracheno di Saddam Hussein ed in generale il flusso di armi che dall’Europa arrivava in Iraq. Insomma, è un po’ presto per definire Udo Ulfkotte il nuovo Edward Snowden.
 
CUI PRODEST?
Ai russi che hanno trasmesso l’intervista le dichiarazioni Ulfkotte fanno comodo perché servono a sostenere le posizioni e la politica estera del Cremlino in Ucraina: se la CIA ha interesse a manipolare le informazioni in modo da far vedere che i russi sono cattivi allora è tutto finto e i russi stanno solo lottando per i loro diritti contro i governi fantoccio voluti dalla NATO sulla loro porta di casa. Per Grillo la “confessione del giornalista tedesco” fa comodo perché fa vedere come il mondo dell’informazione, i giornalisti e i telegiornali siano tutti corrotti, che la verità non si troverà mai in televisione o nei giornali (che prendono i contributi pubblici) perché sono finanziati dai servizi segreti che hanno tutto l’interesse ad insabbiare la verità. La verità si trova solo in Rete (che spesso coincide con il blog di Beppe). E naturalmente anche Ulfkotte ha il suo interesse, ha appena pubblicato un libro dal titolo “Bought Journalism. How Politicians, Intelligence and High Finance Control German’s Mass Media” in cui racconta la sua storia e le tecniche usate per manipolare l’informazione in Germania.

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