UberGiubileo: così Uber fa concorrenza ai taxi a Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-09-07

In Carlo Tursi, nuovo general manager per l’Italia di Uber, annuncia un nuovo servizio Uber per il Giubileo e dice anche che la multinazionale americana aprirà agli autisti NCC che non hanno l’autorizzazione per lavorare a Roma dal Comune

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In un’intervista rilasciata oggi a Repubblica Carlo Tursi, nuovo general manager per l’Italia di Uber dopo l’addio di Benedetta Arese Lucini, annuncia un nuovo servizio Uber per il Giubileo e dice anche che la multinazionale americana aprirà agli autisti NCC che non hanno l’autorizzazione per lavorare a Roma dal Comune:

Anche UberPop, che permetteva i passaggi in auto tra privato e privato e pagamento con carta di credito, era un servizio di ride sharing, ma è stato bloccato dal tribunale di Milano. Cosa ci sarà di diverso in questo?
«Il prodotto, che in effetti nasce anche da quell’esperienza, è ancora in fase di sviluppo e sarà utile per Roma, dove nelle ore di punta solo il 28 per cento della mobilità è coperta dai mezzi pubblici. Per adesso il nome provvisorio è Uber Giubileo, e sarà attivo per tutto il 2016. Sarà più accessibile del normale Uber Black per il noleggio di berline e van guidati da autisti professionisti».
Più accessibile nel senso di più economico?
«Esatto. Con UberPop le tariffe si erano più che dimezzate».
Se verranno coinvolti i privati cittadini con la loro auto, rischiate di finire di nuovo in tribunale.
«Non posso entrare nei dettagli,ma rispetteremo la sentenza di Milano. Il ride sharing è un fenomeno recente e dirompente, che ha indubbi vantaggi per i consumatori e che bisogna regolare al più presto. Anche se su UberPop ci sono stati dei fraintendimenti».
Il giudice di Milano ha stabilito che non fosse sicuro per gli utenti più giovani,poco portati a preoccuparsi dello stato dell’auto e della persona alla guida.
«Ecco uno dei fraintendimenti. In realtà controllavamo che i driver avessero la fedina penale pulita e non avessero mai commesso gravi infrazioni al codice della strada. Verificavamo poi che i mezzi fossero in regola. Durante e dopo la corsa, il cliente poteva accedere alle informazioni e valutare il servizio».
Non temete le proteste dei tassisti, che vi accusano di concorrenza sleale? Durante il Giubileo, sarebbe un disastro…
«Ci auguriamo che non ci siano violenze. In passato abbiamo avuto provocazioni solo da una piccola parte degli operatori, e certe esasperazioni dei sindacati non hanno aiutato».
Anche la scelta di aprire agli autisti Ncc che non hanno l’autorizzazione del comune di Roma sarà fonte di polemiche. Ce la spiega?
«Quando siamo sbarcati a Roma nel maggio 2013 avevamo dato l’accesso a Uber solo agli autisti autorizzati dal Campidoglio. Poi però c’è stato un boom di domanda e in meno di un anno i guadagni dei nostri partner sono raddoppiati. Oggi la maggior parte degli Ncc romani lavorano con noi, ma non bastano più, tant’è che negli ultimi quattro mesi siamo riusciti a soddisfare solo un quarto delle richieste degli utenti».
Però così di fatto legittimate gli Ncc abusivi,quelli cioè che hanno licenze nei comuni limitrofi eppure lavorano solo a Roma, senza tornare nella rimessa dopo la corsa.
«È una mossa audace, lo sappiamo. Ma la verità è che il settore è immobile, l’ultima autorizzazione concessa a Roma risale a 20 anni fa. Bisogna avere il coraggio di mosse di rompenti, perché nel giro di tre anni si possono creare 50mila posti di lavoro in più,e questo è un bene per tutti. La mission di Uber non è solo rivoluzionare mercati chiusi: è anche portare occupazione».

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