Donald Trump chiede a Putin di hackerare le email della Clinton

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-07-28

«Russia, se ci stai ascoltando, aiutaci a trovare le 30.000 mail di Hillary Clinton che sono sparite», ha detto Trump. Sì, il candidato repubblicano che non ha mai nascosto la sua passione per Putin e per Mosca (simpatie ricambiate, tra l’altro) ha davvero provato a chiedere a una potenza straniera di interferire a suo favore nella corsa alla Casa Bianca

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Non ridete: Donald Trump ha chiesto ieri a Putin di trovare le 30mila email di Hillary Clinton che sono sparite e di pubblicarle. Sì, il candidato repubblicano che non ha mai nascosto la sua passione per Putin e per Mosca (simpatie ricambiate, tra l’altro) ha davvero provato a chiedere a una potenza straniera di interferire a suo favore nella corsa alla Casa Bianca.

Trump chiede a Putin di hackerare le email della Clinton

«Russia, se ci stai ascoltando, aiutaci a trovare le 30.000 mail di Hillary Clinton che sono sparite», ha detto Trump. Uno scandalo. Il New York Times ha subito titolato in apertura: Trump chiede a Mosca di hackerare le mail di Clinton. E ovviamente i vertici della campagna elettorale della candidata democratica hanno subito sostenuto che l’uscita incoraggia lo spionaggio internazionale. Per Trump si è trattato solo di un espediente (l’ennesimo riuscito) per rubare la scena a Hillary Clinton mentre il partito democratico la sta celebrando alla convention di Philadelphia. L’obiettivo? Continuare a far parlare di sé, anche se in negativo. Poco dopo la conferenza il miliardario ha voluto precisare la sua posizione, forse perché si era reso conto di aver sollevato un polverone. Su Twitter ha scritto: “Se la Russia o un qualsiasi altro paese o persona ha le 30.000 email cancellate illegalmente da Clinton, dovrebbe condividerle con l’Fbi“. Un notevole passo indietro, certo, ma ormai la polemica era impossibile da fermare. Come reazione, un deputato democratico, David Cicilline, ha chiesto con una lettera a Barack Obama di negare al candidato presidenziale repubblicano Donald Trump l’accesso a materiale classificato e ai briefing dell’intelligence in nome della sicurezza nazionale. Sin dal 1952 i candidati dei due partiti ricevono i rapporti degli 007 dopo la loro nomination. Cicilline, membro della commissione affari esteri della Camera, ha avanzato la richiesta dopo “l’invito a una azione straniera ostile” da parte di Trump, che ha chiesto alla Russia di trovare le 30 mila email cancellate dai server privati di Hillary Clinton relativi al periodo in cui era segretario di Stato.
donald trump putin

L’attacco a Barack Obama

Oltre alla Russia, a Putin e al fatto che non ha “nulla a che fare” con Mosca, Trump ha voluto attaccare anche Barack Obama, che proprio questa sera parlerà alla convention democratica per la terza volta, dopo gli interventi del 2008 (quando vinse la nomination e divenne presidente) e poi nel 2012, quando si ricandidò. Anche in questo caso facendo un parallelo con la Russia. “Diciamo che Putin ha delle qualità di leader molto migliori di quelle di Obama, ma chi non lo sa?”, ha detto Trump. Poche ore prima, in una intervista a Nbc, il presidente americano (come del resto fa da tempo) ha parlato di Trump: “Non ha alcuna conoscenza di base di come funzioni il mondo”. Da settimane ormai Obama sta aiutando Hillary Clinton nella sua campagna elettorale, prendendo di mira il miliardario. Il presidente ha più volte detto che Trump non ha le capacità per guidare il paese in un momento così complesso in cui i temi da affrontare sono molto delicati: dal gruppo terroristico dello Stato islamico (Isis), alla violenza delle armi, fino alle divisioni razziali. Intanto il vice di Trump ha cercato di stemperare le tensioni. Se l’Fbi dovesse accertare che dietro l’hackeraggio delle mail del partito democratico ci fosse la Russia che sta cercando di pilotare le elezioni, allora ci “sarebbero serie conseguenze”, ha detto Mike Pence. Un commento più calibrato rispetto a quello di Trump che aveva definito la possibilità non sono “inverosimile” ma anche “ridicola”.

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