L'attentato sventato via WhatsApp

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-07-04

«L’intelligence serve moltissimo, l’Italia ci sta investendo ed ha dei professionisti di grandissimo livello. Abbiamo sventato almeno due o tre attentati grazie a un uso massiccio di intercettazioni di ultimo tipo»: Matteo Renzi a L’Intervista di Maria Latella su SkyTg24 ha parlato senza troppi problemi dei sistemi utilizzati dalla polizia italiana per prevenire gli attentati …

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«L’intelligence serve moltissimo, l’Italia ci sta investendo ed ha dei professionisti di grandissimo livello. Abbiamo sventato almeno due o tre attentati grazie a un uso massiccio di intercettazioni di ultimo tipo»: Matteo Renzi a L’Intervista di Maria Latella su SkyTg24 ha parlato senza troppi problemi dei sistemi utilizzati dalla polizia italiana per prevenire gli attentati utilizzando le intercettazioni dei messaggi inviati su Internet e via social network. Francesco Grignetti sulla Stampa ci spiega cosa intendesse dire il premier:

Intercettazioni di ultimo tipo? Il premier si riferiva a quanto è scritto in un decreto antiterrorismo del dicembre 2014, che ha permesso un uso elastico delle intercettazioni telematiche. Da diciotto mesi, infatti, oltre alla chiusura dei siti «radicali», è previsto in alternativa che siano seguiti gli accessi per avere la mappatura di chi li frequenta. Individuato così il profilo di un sospetto jihadista, è poi possibile seguirlo anche sui social. Proprio con l’intercettazione di messaggi sui social sono stati individuati molti possibili jihadisti.
«Attraverso l’ascolto di file audio WhatsApp – racconta ancora Renzi – abbiamo bloccato in Lombardia una persona che stava per farsi saltare in aria». Spiegazione per chi non mastica di informatica: su WhatsApp, una piattaforma di messaggeria, è possibile, oltre che scrivere, anche inviare registrazioni audio. E qualche mese fa è accaduto che un immigrato regolare, islamico radicalizzato, individuato dalla polizia postale per le sue frequenti connessioni a siti di propaganda islamista, è stato poi sottoposto a intercettazioni telematiche. L’uomo pensava che i messaggi su WhatsApp non fossero intercettabili e ha inviato ad un amico, fanatico come lui, alcune registrazioni in cui si diceva pronto per il martirio.
È scattata immediatamente la fase successiva delle indagini. L’uomo è stato pedinato, intercettato più a fondo, perquisito. Non è stato trovato materiale esplosivo, però, né altro materiale compromettente. Troppo poco per arrestarlo e mandarlo sotto processo, insomma. Un buon avvocato avrebbe avuto gioco facile nel sostenere che si trattasse di innocue farneticazioni.

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Alla fine quindi l’uomo è stato espulso dal ministero dell’Interno: gli sarà vietato il rientro in Italia.

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