Il terrorista ISIS nella cioccolateria Lindt di Sydney

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-12-15

Cinque ostaggi sono riusciti a scappare. Issata una bandiera nera con la scritta bianca dei jihadisti. Il precedente dello scorso settembre. L’Australia fa parte dello schieramento di 40 paesi che ha bombardato lo Stato Islamico. La Lindt punita per il rifiuto di servire halal

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Un uomo armato ha preso in ostaggio un numero imprecisato di persone in una cioccolateria della Lindt a Sydney in Australia. La polizia ha circondato l’edificio. Tre ostaggi sono usciti dalla cioccolateria mentre al suo esterno veniva issata la bandiera nera dell’ISIS. Il Lindt Chocolat Cafe si trova a Sydney, nello stato di New South Wales Police. Il caffè si trova a Martin Place, piazza nel cuore del quartiere finanziario e commerciale della città, pieno di persone che fanno shopping in questo periodo dell’anno. Centinaia di poliziotti si trovano sul posto, le strade sono state chiuse e gli edifici nei dintorni sono stati evacuati. Martin Place è anche sede la banca centrale australiana.  Il sequestratore asserragliato da ore in una cioccolateria di Sydney con un numero imprecisato di ostaggi chiede di poter parlare con il primo ministro australiano Tony Abbott e vuole che gli venga consegnata una bandiera dello Stato Islamico. A riferirlo è l’emittente TenNews che ha parlato con due ostaggi. L’uomo avrebbe anche fatto riferimento all’esistenza di 4 ordigni, due piazzati nel locale in cui si trova con gli ostaggi, altri due all’interno del distretto finanziario della città. Uno degli ostaggi infine – secondo quanto riferito dall’emittente Nine News Sydney sarebbe stato ricoverato all’ospedale Saint-Vincent. Anche gli ostaggi parlano di quattro bombe piazzate nella cioccolateria.
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I filmati della tv girati dalle finestre del Lindt Café hanno mostrato diverse persone con le braccia alzate e le mani premute contro il vetro, e due persone che sembrano reggere una bandiera nera con una scritta in arabo. Zain Ali, capo della Unità di Ricerca Studi Islamici presso l’Università di Auckland, ha detto che è difficile leggere il messaggio perché le immagini dei media hanno mostrato solo la parte inferiore della bandiera. Ma ad occhio sembra essere la Shahada, o dichiarazione di fede, soprattutto perché una bandiera nera con la scritta bianca in un contesto contemporaneo spesso contiene quel messaggio. Ha detto che riusciva a distinguere la parola “Muhammad”. La scritta quindi dovrebbe significare: «Non c’è altro Dio all’infuori di Allah e Muhammad è il suo profeta», uno dei cinque pilastri di fede dell’Islam spesso utilizzato da Al Qaeda e dallo Stato Islamico. Secondo Pamela Geller la cioccolateria potrebbe essere stata presa di mira perché non ha prodotti halal per i musulmani. Dopo, altri due ostaggi sono usciti dalla cioccolateria della Lindt a Sydney: lo scrive il quotidiano nazionale australiano The Australian. Finora sono cinque le persone uscite dal locale, tre uomini e due donne.

L’uscita dei tre ostaggi rilasciati dal terrorista in una cioccolateria di Sydney

Tre degli ostaggi che erano stati catturati da un uomo armato sono intanto usciti dalla cioccolateria Lindt, forse riuscendo a scappare. Le tre persone sono uscite dal locale correndo. Gli ostaggi sono sembrati uscire da una porta laterale della cioccolateria dove sei ore prima era avvenuta la cattura degli ostaggi, a Martin Place.
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E’ stata la polizia ad annunciare l’uscita delle tre persone dal bar, aggiungendo che le persone stesse non sembrano ferite. «Tre persone sono attualmente uscite dall’edificio di Martin Place», ha dichiarato il capo aggiunto della polizia dello Stato del Nuovo Galles del sud, Catherine Burn. «La prima cosa che ci apprestiamo a verificare è che stiano bene. Poi lavoreremo con queste persone per ottenere delle informazioni». La polizia non sa esattamente quante persone siano tenute in ostaggio ma il loro numero è inferiore a 30. I negoziatori della polizia sono in contatto con l’autore del sequestro ma non conoscono le motivazioni del gesto, ha aggiunto Catherine Burn. Le immagini della tv hanno mostrato il drappo nero con la scritta in caratteri arabi, fissato da alcuni ostaggi su una finestra dell’edificio. Secondo il Sydney Morning Herald la bandiera non è dello Stato Islamico, ma è invece un drappo spesso utilizzato dai jihadisti. Una traduzione di Fairfax Media ha stabilito che la scritta sulla bandiera è in arabo classico, e probabilmente è prodotta in serie, visto che salta la notazione grammaticale più complessa, quella con i segni vocalici brevi, perché più difficile da riprodurre. Una bandiera utilizzata non dallo Stato Islamico e nemmeno da Al Qaeda, che utilizzava nel ventesimo secolo in Afghanistan un semplice drappo nero.


Il 18 settembre scorso la polizia ha sventato un piano messo a punto da una cellula di Is guidata da un australiano. In una serie di raid effettuati all’alba (australe) a Sydney e Brisbane oltre 800 agenti hanno effettuato 15 arresti di sospetti membri di Is che “avrebbero messo in atto oggi il suo piano”, ha dichiarato il capo della polizia, Andrew Colvin. Dei 15 arrestati, al momento uno è già stato incriminato per gravi crimini legati al terrorismo. Il totale dei mandati spiccati è di 25 per cui mancherebbero all’appello ancora 10 sospetti. Il premier Tony Abbott ha chiarito che a capo della cellula c’era un “australiano alto esponente di Isis” che ha ordinato “uccisioni dimostrative” per spargere il terrore nel continente attraverso decapitazioni. “Queste persone, mi spiace dirlo,non ci odiano per quello che facciamo, ci odiano per ciò che siamo e per come viviamo. Questo è ciò che ci rende un obiettivo”, ha spiegato il premier, esortando le forze di sicurezza a proseguire la caccia ai terroristi ovunque si nascondano”. Canberra fa parte dello schieramento di oltre 40 Paesi in campo contro l’Is: lunedì ha annunciato l’invio di 600 soldati e 8 aerei da guerra negli Emirati Arabi Uniti pronti a colpire in Iraq. Il 23 ottobre scorso era stato attaccato il parlamento di Ottawa in Canada.

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