La teoria del complotto di Matteo Renzi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2014-11-04

La spiega Geremicca sulla Stampa

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Federico Geremicca sulla Stampa di oggi si inoltra nei meandri della contorta psiche del presidente del Consiglio Matteo Renzi, che da qualche settimana ha evidentemente perso la necessaria lucidità visto che non fa altro che vedere oscure trame e complotti contro la sua bella persona (cit.) un po’ ovunque. Renzi ha cominciato a vedere complotti dei poteri forti nell’ultima settimana di settembre, quando in una ormai famigerata intervista a Repubblica ha chiamato in causa i Poteri Forti, spesso adorati dagli psicotici che addossano a loro ogni male e tutte le responsabilità. Oggi Geremicca tratteggia con lucidità persino eccessiva la psiche del nuovo PresDelCons:

Eppure la teoria del disegno, delcomplotto- alla quale, in verità,quasi nessun governante è riuscito a sfuggire nei momenti di più acuta difficoltà – va lentamente oscurando la filosofia dell’ottimismo che aveva distinto i primi sei mesi almeno dell’azione del premier. Può darsi si tratti perfino di una sorta di autodifesa psicologica da parte di un leader che presume molto di sè, che ama esser amato e che ha forse difficoltà ad accettare che qualcuno possa non restare ammaliato dalle sue sirene politiche: ma se anche fosse così, il dato non cambia.

E il dato è appunto questo:

La teoria del complotto che lentamente sostituisce la filosofia del sorriso, gufi e rosiconi che volteggiano ovunque a dispetto del cambiamento di verso, la «bella politica» – l’evocata e tanto esaltata «bella politica» – che cede il passo ad una cupezza in attesa: una lamentazione che comincia a preoccupare anche i renziani della prima e addirittura primissima ora, che non capiscono ancora se Matteo si trovi di fronte a difficoltà che giudica serissime o se stia, più semplicemente, cambiando lo schema di gioco.

Ieri è arrivata l’apoteosi. C’è un disegno, c’è un complotto ha continuato a ripetere Matteo senza soluzione di continuità, e, rispettando integralmente la tradizione della vigliaccheria politica, evitando in tutti i modi di fare i nomi. Anche se si capiva benissimo che il suo nemico oggi sono i sindacati. Domani toccherà a Darth Vader.

Leggi sull’argomento: Almanacco dei poteri forti d’Italia

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