Cosa succede se la Grecia esce dall'euro

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-01-07

L’esercitazione di stile sulla Stampa di oggi

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Marco Zatterin sulla Stampa di oggi compie un esercizio di stile, immaginando cosa succede se la Grecia esce dall’euro. In primo luogo il quotidiano dice che per l’uscita sarebbe necessario un voto e una legittimazione democratica che scatenerebbero un tam tam mediatico e il conseguente rovescio dei mercati: e così, si arriverebbe all’assalto degli sportelli e allo svuotamento dei conti correnti, con i cittadini pronti a portare i propri capitali fuori dal paese prima che la svalutazione li colpisca:

Dieci, venti, qualcuno dice 50 per cento. Euroscettici o no, la possibilità di vedere ridotti di un terzo (o più)i risparmi provocherebbe la corsa ai depositi e uno tsunami di capitali in fuga. Risultato: bancarotta immediata del sistema creditizio greco e necessità di ricapitalizzarlo. Con quali soldi? Il governo potrebbe reintrodurre i controlli ai movimenti finanziari in uscita, contingentando al contempo i prelievi e i bonifici internazionali. Con la prima mossa, si espellerebbe dal mercato unico Ue, dove vige la libera circolazione del denaro. Con la seconda, paralizzerebbe l’economia, renderebbe ardua la vita delle imprese, ammanetterebbe la Borsa e lascerebbe i cittadini a secco per tutto il tempo necessario alla transizione.

alexis tsipras euro
Confronto tra Syriza e Podemos (Corriere della Sera, 6 gennaio 2015)

In sintesi, la Grecia si ritroverebbe con le banche fallite, le aziende prive di liquidi, le famiglie senza quattrini. A quel punto la Grecia dovrebbe anche decidere di non pagare i propri debiti:

Si potrebbe decidere di non pagare i propri impegni distruggendo fiducia e credibilità nazionale. Si finirebbe fuori dal mercato. Fine degli investimenti, causa instabilità e incertezza. Lo stato rimarrebbe senza soldi e nessuno glieli presterebbe. Forse i russi,ma a che prezzo politico? Mettiamo che ce la facciano pure qui, in fondo è un gioco. La svalutazione gonfierebbe il costo di import e bolletta energetica, zavorrando un Paese povero di export che non potrebbe salvarsi solo con turismo, olive e trasporti via mare. L’inflazione a due cifre eroderebbe salari e pensioni. Misura estrema potrebbe essere il ricorso alla scala mobile, con l’effetto di rendere incontrollabili i prezzi. Catastrofe. Isolamento. E allora? Facile dire che non conviene. A meno di essere la Corea del Nord.

Leggi sull’argomento: Alexis Tsipras e la tragedia greca dell’euro

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