Stefano Menichini: lo stipendio da 500 euro al giorno del direttore di Europa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-01-02

E il saluto di Dagospia

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Una polemica tragica accompagna la nuova vita di Europa, che Renzi farà sopravvivere senza i redattori (e il direttore dimissionario) dopo le promesse mancate del premier: quella sull’incredibile stipendio di Stefano Menichini e sui 31 milioni di euro che è costato ai contribuenti il giornale grazie al finanziamento pubblico che ha consentito di tenere in piedi una redazione di venti redattori. Tutto comincia con una lettera su Dagospia:

Un lettore che si firma Fabio punta l’indice contro i compensi percepiti da Menichini: “Un vivo ringraziamento al direttore Menichini che per una decina d’anni (se non vado errato) ha preso diverse centinaia di migliaia di euro all’anno (lorde eh). Sono quei 500 euro netti al giorno che ti fanno stare sereno anche per il futuro. Un emolumento forse un tantino sproporzionato rispetto al valore informativodella testata e alla platea dei pochi lettori”.

La risposta di Menichini è di quelle eleganti, intelligenti, e nel merito: quelle per cui, insomma, il giornalismo italiano si trova nelle  condizioni attuali:
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In effetti il direttore di Europa ha ragione: bisogna essere precisi. Resta da capire se il lettore, parlando dello stipendio da 500 euro al giorno, avesse ragione o fosse invece incappato in una bufala. Il Fatto quotidiano sente Menichini, il quale dice che ai 500 euro al giorno “ci andava molto vicino”:

È lo stesso Menichini,contattato da il Fatto Quotidiano, ad ammettere che “sì, ci andavo molto vicino. Ma questo fino a tre anni fa,quando ho ridotto il mio compenso e quello degli altri collaboratori del 30 per cento”. E, dopo la spending review, quanto percepiva di stipendio? “Non lo ricordo, dovreiandare a controllare”, taglia corto l’ex direttore.

Quindi, c’è chi si occupa di tette, culi e persino notizie pressappoco vere. E ovviamente questo non è l’unico ricordo amaro per il portafogli degli italiani che Europa lascerà al giornalismo italiano, oltre alle risposte a pene di segugio del direttore:

GLI STIPENDI da grande gruppo editoriale non sono l’unica voce alla lista uscite che sorprende, per un quotidiano che mai nel corso della sua storia ha superato le 4 mila copie vendute. Nel febbraio del 2004, per festeggiare il primo anno di vita del giornale, l’allora direttore Nino Rizzo Nervo annuncia “una tiratura straordinaria di 200 mila copie al giorno, il giornale venduto per tre giorni al prezzo di dieci centesimi con in omaggio le Carte di Europa”. Si sa, l’ambizione è un lusso che non fa paura quando a pagare sono gli altri. Meno comprensibile è come si sia potuto continuare su quella strada per tanto tempo. Nel 2012 Europa spendeva ancora 1,6 milioni di euro per la carta, la distribuzione e il trasporto a fronte di un incasso nelle edicole di soli 400 mila euro l’anno. Per non parlare dell’affitto di una sede da 100 mila euro l’anno e consulenze per la raccolta pubblicitaria da 150 mila euro.

Una prece, in attesa di sapere chi raccatterà cosa al prossimo giro.

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