Gli aumenti di stipendio per gli statali

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-01-02

A inizio anno il governo dovrà rendere esecutivo l’accordo siglato dall’ex premier Renzi con i sindacati il 30 novembre e che prevede due punti principali: gli 85 euro di aumento medio contrattuale per 3,3 milioni di lavoratori e la modifica della legge Brunetta, che divide il pubblico impiego in fasce di merito

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Due problemi per Gentiloni e Madia. A inizio anno il governo dovrà rendere esecutivo l’accordo siglato dall’ex premier Renzi con i sindacati il 30 novembre e che prevede due punti principali: gli 85 euro di aumento medio contrattuale per 3,3 milioni di lavoratori e la modifica della legge Brunetta, che divide il pubblico impiego in fasce di merito, lasciando a secco di premi un quarto dei dipendenti in ciascuna amministrazione statale. Spiega oggi il Messaggero:

Il nodo principale da sciogliere riguarda gli aumenti in busta paga. Il fondo per la Pa previsto in manovra (5 miliardi nell’arco del triennio 2016-2018, di cui solo 3,3 già coperti) destinerà la quota prevalente al rinnovo dei contratti, con incrementi in linea a quelli riconosciuti mediamente ai lavoratori privati e comunque non inferiori a 85 euro mensili medi. Le parti, nella contrattazione, nell’intento di ridurre la forbice retributiva, valorizzeranno i livelli retributivi che maggiormente hanno sofferto la crisi economica e il blocco della contrattazione che durava dal 2009. Tra i problemi sul tappeto la questione del bonus da 80 euro. Il timore dei sindacati,infatti,è che l’incremento reddituale possa comportare l’effetto paradossale di cancellare il credito d’imposta, percepito attualmente da circa 900mila statali.

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Gli aumenti di stipendio degli statali (Il Messaggero, 2 gennaio 2017)

Il bonus, infatti, si riduce a partire dai 25 mila euro di reddito e si azzera a 26 mila euro. L’esecutivo si è impegnato a fare in modo che anche i dipendenti pubblici che in virtù dell’aumento da 85 euro dovessero superare queste soglie, potranno conservare l’aumento. Nell’accordo che verrà formalizzato nel 2017 si punterà tutto sulla contrattazione privilegiandola come luogo naturale per la disciplina del rapporto di lavoro. Il ricorso all’atto unilaterale da parte della Pa sarà limitato ai casi in cui ci sia stallo nelle trattative con conseguente pregiudizio all’azione amministrativa. Quanto ai premi, saranno individuati criteri utili per misurare l’efficacia delle prestazioni delle amministrazioni e laloro produttività collettiva con misure contrattuali che incentivino tassi medi di presenza più elevati.

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