Lo squirting di Valentina Nappi su Diego Fusaro

di dipocheparole

Pubblicato il 2014-10-29

Da quando Valentina Nappi scrive per Micromega abbiamo dovuto cambiare i nostri gusti in fatto di filosofi di riferimento. Ma da quando la Nappi ha persino deciso di rispondere a tono a Diego Fusaro, il filosofo di Gianluigi Bombatomica Paragone che esibisce i resti del marxismo alla Gabbia, forse abbiamo trovato anche un idolo a …

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Da quando Valentina Nappi scrive per Micromega abbiamo dovuto cambiare i nostri gusti in fatto di filosofi di riferimento. Ma da quando la Nappi ha persino deciso di rispondere a tono a Diego Fusaro, il filosofo di Gianluigi Bombatomica Paragone che esibisce i resti del marxismo alla Gabbia, forse abbiamo trovato anche un idolo a cui inneggiare negli striscioni. La Nappi parte da un dialogo tra Fusaro e Massimo Cacciari:

Fusaro, nel rispondere, suggerisce una lettura idealista di Marx come riattivatore della prassi, di una soggettività umana attiva e non passiva. Siamo di nuovo al problema attività/passività, un problema enorme che è lo stesso sollevato dalle domande di sopra. Dietro risposte arbitrarie – implicite o esplicite – a tali domande, si nasconde il nucleo teoretico dei discorsi fallaci di coloro (anche grandi filosofi o presunti tali) che vogliono far passare per prassi trasformatrice (attiva, cosciente) ciò che piace a loro, e viceversa per passività ciò che a loro non piace. Come se l’entusiasmo per le conquiste (anche antiborghesi!) del capitalismo implicasse necessariamente incoscienza e impedisse di concepire una prassi orientata al superamento del modo di produzione capitalistico (prassi che dovrebbe andare in direzione diametralmente opposta rispetto a quella, profondamente borghese, del cosiddetto anticapitalismo).

valentina nappi
E conclude così, rispondendo a un articolo di Fusaro che la chiamava in causa come utile idiota del Capitale (gli inutili idioti del Capitale invece di solito vanno in tv su La7):

Non si capisce, poi, a che tipo di libertà dovrebbe condurci la pseudoliberazione dal presunto apparato perverso della tecnica, impersonale e anonima, che ci controllerebbe. È lecito sospettare che non libererebbe altro che un’umanità reazionaria neo-premoderna (tradizionalista, comunitarista, identitarista, ecc.). Per chi, come me, auspica un potenziamento del modello occidentale contemporaneo di libertà, in virtù del quale i ragazzi a scuola mettono i piedi sul banco e fanno scoppiare le gomme da masticare in faccia agli insegnanti, tale presunta liberazione sarebbe un incubo. Forse è per questa mia indole che Fusaro mi insulta in un suo articolo, paragonandomi tra le altre cose a un verme. Probabilmente lui dirà che la vera libertà non è pisciare (metaforicamente e non) sul maestro, ma comportarsi da docili allievi (si vedano certi suoi video stucchevoli con Costanzo Preve). Non so se i vermi squirtino, ma…

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Se non sai cos’è lo squirting leggi qui.

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