Le speranze di vita in Italia regione per regione

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-11-17

Un’infografica sulle aspettative di vita in tutta Italia. E le considerazioni dell’ISS: «Ormai in Campania e Sicilia si ha una speranza di vita alla nascita di 4 anni inferiore rispetto a Trento e alle Marche»

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L’aspettativa di vita in Italia si riduce al Sud e torna ai livelli del dopoguerra. Questo dicono i dati forniti da Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, intervenuto ieri con una Lectio Magistralis nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico del Campus Bio Medico a Roma. Ricciardi ha snocciolato in anteprima i numeri dell’Osservatorio nazionale sulla salute delle regioni italiane, da lui fondato nel 2002, relativi all’aumento delle diseguaglianze in fatto di tutela della salute degli italiani negli ultimi 15 anni. «Ormai in Campania e Sicilia si ha una speranza di vita alla nascita di 4 anni inferiore rispetto a Trento e alle Marche, ma mentre i fattori di rischio per la nostra salute restano distribuiti in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, la disponibilità e l’accesso ai servizi sanitari – ha spiegato Ricciardi – penalizzano i cittadini del Sud e delle regioni centrali in piano di rientro».

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La speranza di vita in Italia regione per regione (La Stampa, 17 novembre 2016)

Di più: in Regioni come Lazio e Puglia l’aspettativa di vita negli ultimi 15 anni è scesa mentre la spesa resta stabile, al contrario delle Regioni settentrionali, dove a un contenimento delle spese ha fatto riscontro un aumento della stessa aspettativa di vita. Al Sud per i maschi scende di un mese all’anno mentre nelle regioni del Nord sale di 2/3 mesi l’anno. Il risultato è che al Sud c’è una aspettativa di vita di 75/76 anni mentre al Nord sono 80. Il Sud ha quindi la stessa aspettativa di vita di Romania e Bulgaria mentre il Nord dei paesi scandinavi e del Giappone. Un trend che si conferma anche guardando un altro indicatore, quello della mortalità evitabile, che in base ai dati dell’Osservatorio diminuisce al Nord, resta stabile al Centro, ma aumenta decisamente al Sud, con punte del più 20 per cento in Campania dal 2001. Anche la mortalità in senso stretto è più alta al Sud e non perché ci sia una maggiore incidenza di malattie rispetto al resto del Paese, tant’è che al Nord, ad esempio, ci sono più casi di tumore alla mammella, che fa però più morti al Sud. Un andamento che i dati mostrati da Ricciardi mostrano inversamente proporzionali all’andamento della spesa.

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