Il sogno di fare le Olimpiadi contro Virginia Raggi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-10-11

Un voto della Città Metropolitana, dove i grillini sono in minoranza, potrebbe riaprire la corsa dei giochi? O solo i litigi tra istituzioni?

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Il sogno è fare le Olimpiadi scavalcando la decisione del Comune di Roma. Il mezzo è la Città Metropolitana, dove i grillini hanno la maggioranza relativa (9 eletti contro i 15 complessivi di centrodestra e centrosinistra) ma non potrebbero fermare un eventuale voto bipartizan. Per ora si tratta solo di parole, ma il progetto – ovviamente – porta la firma nascosta dell’irriducibile CONI:

Il Movimento 5 Stelle non ha ottenuto la maggioranza. Di più, le attese pentastellate sono state disattese dai numeri: i grillini puntavano a ottenere 10 scranni e si sono dovuti accontentare di 9 poltrone su 24. In altre parole, se gli 8 eletti del Pd e i 7 del centrodestra rinnoveranno l’intesa olimpica, il M5s diventerà automaticamente minoranza. Una compagine incapace, ad esempio, di opporsi a una possibile mozione pro-Giochi. Un atto della stessa portata di quello approvato in Assemblea capitolina che potrebbe mettere in serio imbarazzo la sindaca. Carta olimpica alla mano, infatti, il “sì” della Città Metropolitana avrebbe una rilevanza non trascurabile.
In nessun passaggio, men che meno nell’articolo 33 che disciplina l’elezione della città ospite, appare la parola major (sindaco). Per firmare il contratto olimpico basta un generico representative (rappresentante). Come si legge nel regolamento, poi, “a discrezione del Cio” anche “altre autorità locali, regionali o nazionali possono partecipare all’accordo”. Traduzione: le prossime mosse dei consiglieri di palazzo Valentini potrebbero rivelarsi fondamentali per Roma2024. Tanto più che parte degli eventi inseriti nel programma olimpico interessano anche i comuni della provincia: dal golf a Guidonia all’equitazione a Rocca di Papa, passando per l’ampliamento dell’aeroporto di Fiumicino, più di una delle amministrazioni dell’hinterland romano guarda ai Giochi come a una potenziale occasione per mettersi in vetrina. O almeno per rammodernare le proprie infrastrutture. (Lorenzo D’Albergo, La Repubblica)

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Oggi alle 12,15 il presidente del Coni, Giovanni Malagò, farà il punto sulla candidatura di Roma ai Giochi 2024. Probabilmente qualcuno gli domanderà che intenzioni ha sul tema, che per ora sembra utile, più che a rilanciare le Olimpiadi, a generare litigi tra istituzioni:

In questo senso il «no» Roma Capitale, che ha peso specifico (e politico) unico, sarebbe diluito nei sì di oltre 100 comuni dell’area metropolitana, da Rocca di Papa a Castel Gandolfo. Basterà? Forse non a rilanciare con forza la corsa ai Giochi 2024. Ma a generare un corto circuito tra enti, Comune e Città metropolitana, questo sì. Così la mozione, oltre che a innescare una valanga di ricorsi, potrebbe cambiare lo status della candidatura Roma 2024: da «morta», come sostenuto dai media francesi, a «interrotta», come al momento la intendono Coni e Cio. A congelare il progetto, quindi, almeno fino al terzo e decisivo step davanti al Cio, il 3 febbraio 2017. Nel frattempo chissà.

Leggi sull’argomento: Quello che Malagò non dice su Roma 2024

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