Il soccorso azzurro di Silvio a Matteo arriva dall'alto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-10-07

«Non deve cadere prima della legge elettorale», dice Silvio Berlusconi. E Verdini: «I nostri potrebbero perdere l’aereo….»

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Mamma ho perso l’aereo. Si potrebbero trovare a dirlo a tutti, i parlamentari di Forza Italia, in caso di necessità. Quale? Quella di far passare il Jobs Act per tenere in piedi Matteo Renzi fino all’approvazione della legge elettorale, come da desiderata di Silvio Berlusconi. L’ipotesi è talmente peregrina che oggi è in prima pagina su Corriere e Stampa, e a parlare per virgolettati è proprio quel Denis Verdini considerato lo stratega dell’ex premier.
 
DAMMI SOLO SETTE SENATORI
Come si sa, il governo Renzi ha una maggioranza precaria al Senato. Il numero chiave è 168: ovvero il massimo dei voti su cui Renzi può contare a Palazzo Madama al netto di assenze e malattie. Ma per arrivare a questo numero bisogna contare dentro i 109 del PD che però non sembrano orientati al massimo della compattezza.

Sul fronte opposto, ci sono i duri e puri che dovrebbero votare no, senza se e senza ma. Tra questi si possono annoverare Corradino Mineo, Walter Tocci e Maria Grazia Ricchiuti. Il quarto è Felice Casson, tra i senatori più critici: qualche voce maligna lo dà verso un riallineamento, che sarebbe favorito anche dalla prospettiva di avere il via libera del partito per diventare sindaco di Venezia. Poi c’è l’ampia pattuglia dei bersaniani e dei cuperliani: una quarantina di senatori. Qui bisogna puntare gli occhi sulla componente chiamata Area Riformista, nella quale c’è un nucleo di irriducibili, guidato da Alfredo D’Attorre, deputato. È un’area poco omogenea e lancia segnali contraddittori.Vannino Chiti, per esempio, potrebbe aver gradito i messaggi lanciati dal segretario:tra questi la nuova legge sulla contrattazione e la riapertura del tavolo verde per la concertazione.

L’infografica del Corriere della Sera sui numeri che ballano al Senato:
renzi maggioranza rischio
 
I conti dei dissidenti sono presto fatti: una quarantina di senatori non è d’accordo o ha criticato aspramente la riforma dell’Articolo 18 e il Jobs Act. Se tutti dovessero trovare unità in una protesta che avrebbe del clamoroso – e che porterebbe di certo a provvedimenti duri da parte del partito – la maggioranza a disposizione del governo scenderebbe a 130 senatori, includendo i senatori a vita. Un’ipotesi abbastanza irreale. Molto più probabile che invece il voto segreto riporti in scena i franchi tiratori. E in questo caso Renzi farebbe bene a preoccuparsi.
 
IL SOCCORSO AZZURRO
A questo punto entrerebbe in scena il soccorso azzurro. «Renzi non deve cadere. Bisogna che vada avanti almeno fino a quando avremo varato una legge elettorale conveniente tanto a lui quanto a noi, a quel punto se ne riparlerà», avrebbe detto Berlusconi secondo La Stampa. Che registra a sua volta anche i pericoli insiti nel rischio che se Renzi cade a governare l’Italia arrivi l’odiata trojka che tremare il mondo fa. E allora? Scrive Ugo Magri:

«Il modo per dare una mano lo troveremmo», garantiscono sottovoce personaggi molto influenti nel gir odi Arcore. Al premier l’hanno fatto sapere. Per esempio, un tot variabile di senatori azzurri potrebbe scordarsi la sveglia, col risultato di perdere l’aereo proprio nel giorno delle votazioni;altri potrebbero restare vittima di qualche malanno:le solite scuse che si tirano fuori in circostanze del genere.

Insomma, il soccorso azzurro di Silvio a Matteo arriverebbe dall’alto. Chissà però a quel punto quanto durerebbe il PD.

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