Simone Scarabel: le misteriose dimissioni del grillino dell'Autovelox

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-09-30

I vertici del MoVimento avrebbero chiesto al consigliere regionale di fare un passo indietro e di dimettersi dal ruolo di capogruppo. Ma dal fronte grillino sostengono che è tutta una macchinazione per danneggiare l’immagine dei 5 Stelle

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Simone Scarabel si è dimesso da capogruppo della pattuglia di consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle alla Regione Veneto. Così racconta oggi un articolo di Alda Vanzan sul Gazzettino che ci aggiorna sulla vicenda del consigliere regionale trevigiano già al centro nei mesi scorsi di alcune dure contestazioni da parte degli attivisti pentastellati veneti. Le dimissioni da capogruppo (carica che per i Cinque Stelle è a rotazione) arrivano dopo la bufera scoppiata su Scarabel a causa del tentativo di farsi togliere una multa per eccesso di velocità contestando il verbale di notifica e la regolarità dell’apparecchio di rilevazione. Ma dal MoVimento sostengono che non c’è niente di vero e che si deciderà oggi.
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Simone Scarabel lascia il posto di capogruppo in Regione?

Un atteggiamento, quello di Scarabel, che ovviamente ha fatto storcere il naso a molti. Lui ha spiegato che le sue intenzioni erano buone, anzi buonissime, voleva infatti dimostrare che i soldi delle multe comminate grazie all’uso di autovelox e T-red non vengono spesi in sicurezza stradale ma vengono utilizzati solo per fare cassa e rimpinguare i bilanci comunali (cosa che è peraltro consentita dalla legge). Scarabel ha spiegato insomma che è stato proprio grazie al fatto di aver ricevuto una multa che ha trovato la motivazione ad agire e a indagare su quella che definisce una vera e propria truffa ai danni dei contribuenti.

Per questo, appena ho avuto l’interesse diretto (che tradotto dal linguaggio giuridico significa: appena sono stato io stesso coinvolto da una multa all’autovelox), ho fatto il mio dovere di portavoce dei cittadini eletto nelle istituzioni: ho proceduto a richiedere i documenti (come può fare qualsiasi cittadino se, appunto, ne ha motivo) per verificare la regolarità dell’apparecchio.
Voglio inoltre dimostrare come i soldi ricavati dalle contravvenzioni non vanno a finire in sicurezza stradale, ma finiscono nel calderone del bilancio ristorando le casse comunali messe in ginocchio dai tagli continui. Ma allora sono multe o tasse indirette?
Io ho fatto il mio lavoro di portavoce ed ho esercitato, a parte, un mio diritto di cittadino.

 
Una battaglia che Scarabel condivide con Matteo Salvini, che a inizio settembre aveva raccontato alla Zanzara di aver preso una multa (non lui, il suo autista) e aveva annunciato di non voler pagare la multa e di avere intenzione di fare ricorso spiegando appunto che spesso gli autovelox sono una truffa fatta apposta per “fottere” i cittadini:

L’autovelox messo lì solo per fare cassa e non per tutelare l’incolumità dei cittadini è una truffa. Ci sono autovelox tarati che durano solo 3 secondi per fotterti. I cittadini si ribellino. Questo vale per tutti gli autovelox messi sulle statali. Fortunatamente ci sono milioni di italiani che fanno ricorso contro le multe che ritengono ingiuste. Io sono uno di questi

Simone Scarabel, a differenza di Salvini la multa poi l’ha pagata, ma evidentemente l’averlo fatto dopo le polemiche non ha contribuito a rasserenare gli animi. Del resto Scarabel era salito agli onori delle cronache qualche mese fa per non aver rinunciato all’assegno di fine mandato. Scarabel e la sua vice Erika Baldin, disattendendo le linee guida del MoVimento (che punta all’abolizione  dell’assegno vitalizio, della pensione, dell’assegno di reversibilità e dell’assegno di fine mandato per i consiglieri regionali) avevano firmato per riceverlo. Ma dopo l’intervento dell’Eurodeputato (e membro dell’Associazione Rousseau) David Borrelli che aveva di fatto commissariato il MoVimento veneto i due hanno deciso “spontaneamente” di restituire alla Regione la quota parte dello stipendio riservata al TFR.
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Ecco quindi che, per tentare di metterci una pezza sarebbe stato chiesto a Scarabel di fare un passo indietro rinunciando al ruolo di Capogruppo (al suo posto subentrerebbe nuovamente Jacopo Berti). Dal momento però che nemmeno una decisione relativamente semplice come questa può essere presa in autonomia all’interno del MoVimento bisogna attendere l’ok dello “Staff” di Milano. In nome della trasparenza dal MoVimento 5 Stelle del Veneto fanno sapere di non aver nulla da dire in proposito, smentendo “in modo non ufficiale” la notizia data dal Gazzettino e parlando di macchina del fango messa in moto contro i Cinque Stelle. Formalmente Scarabel riveste ancora il ruolo di capogruppo ma una decisione “ufficiale” dovrebbe essere presa entro le prossime ore.

Leggi sull’argomento: Cosa succede quando un grillino viene multato all’Autovelox?

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