A cosa serve la manovra di Renzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-11-04

Arriva anche la certificazione dell’ISTAT

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L’Istat arriva buon ultimo nel certificare che la Legge di Stabilità di Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan non avrà effetti sostanziali sulla crescita nel 2015.


Anche l’IStat segnala il rischio di effetto nullo per la manovra di Renzi:

Gli stimoli, aumenti di spesa, e riduzione della pressione fiscale (il bonus da 80 euro), saranno compensati con la clausola di salvaguardia che prevede l’aumentodell’Iva nel 2016. Lo stessoIstat dice invece che finalmente ripartono i consumi: dopo tre anni di calo, quest’anno la spesa delle famiglie quest’anno crescerà dello 0,3%, nel 2015 dello 0,6 e nel 2016 dello 0,8 Non sono risultati da scattista, come non lo saranno quelli del mercato del lavoro: s’intravedono «i primi segnali di stabilizzazione», ma il tasso di disoccupazione continuerà a crescere per tutto il 2014 (si attesterà a 12,5%, tre decimi in più rispetto al 2013), per poi tornare a scendere nel 2015 (al 12,4%) e nel 2016 (al 12,1%): ogni decimale vale circa 50mila occupati.

Non una novità per chi legge qui. A metà ottobre dicevamo che la nota metodologica della Legge di Stabilità 2015, che spiega come vanno lette le tabelle, che includono:

a) uno scenario tendenziale, che include tutti i provvedimenti convertiti in legge alla data
della compilazione della Nota di Aggiornamento (Settembre 2014). Questo scenario,
considerando le successive misure introdotte e gli eventuali ritardi attuativi, rappresenta
un aggiornamento delle stime presentate ad Aprile 2014.
b) uno scenario programmatico, che incorpora sia lo scenario tendenziale sia le misure
varate dal Governo ma ancora in corso di approvazione.

Le tabelle sugli effetti macroeconomici delle riforme di Renzi

La conclusione dell’ultima tabella è questa:

Le misure considerate hanno un impatto positivo sul prodotto pari a 1,4 per cento nel 2020 nello scenario tendenziale ed a 3,4 per cento nello scenario programmatico. L’effetto è guidato principalmente dalla componente degli investimenti (nel 2020 pari a +3,2 per cento nello scenario tendenziale e a +5,6 in quello programmatico). Anche l’impatto sui consumi è degno di nota, conun effetto positivo di 1,6 per cento nel 2020 nello scenario tendenziale e del 2,9 per cento nello scenario programmatico. Nel 2020, l’accresciuta efficienza nel sistema economico è stimata produrre una variazione positiva dell’occupazione pari a 0,6 per cento nello scenario tendenziale e 1,2 per cento nello scenario programmatico.

In particolare, secondo lo scenario programmatico, il ministro dell’Economia calcola che le riforme proposte dal suo governo abbiano uno scostamento percentuale rispetto allo scenario base pari allo 0,4% nel 2015, e poi dello 0,8%, dello 1,5%, del 2%, del 2,8% e del 3,4% negli anni a venire fino al 2020 (vedi tabella), con una resa sul PIL dell’8,1% nel lungo periodo. E con questo abbiamo, dalle vive parole del governo, quanto pesa la manovra.

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