Il segreto della tua bellezza? Il lavoro di tanti bambini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-09-21

Danwatch pubblica un rapporto sullo sfruttamento dei minori nelle miniere di mica in India. Il materiale estratto è utilizzato da dodici multinazionale della bellezza nei loro cosmetici. Cinquemila i bambini al lavoro tra Jharkhand e Bihar

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Il segreto della tua bellezza? È il lavoro di tanti bambini indiani. Danwatch, organizzazione non profit che si occupa di giornalismo investigativo, pubblica un rapporto sul lavoro dei bambini nelle miniere di mica in India. E lo chiama “Who suffers for beauty”. La mica è utilizzata in molti dei più popolari tipi di prodotti di bellezza naturale e cura della pelle, si trova anche in shampoo e sapone. Una delle proprietà che lo rende così adattoè che il materiale si presta bene alla colorazione, e regala fluenti miscele translucide di colore. Ma anche alcuni produttori di dentifrici utilizzano mica bianca in polvere sfruttandone il leggero effetto abrasivo per la pulizia della superficie dei denti.
 
IL SEGRETO DELLA TUA BELLEZZA
Secondo il rapporto, L’Oréal e altre undici multinazionali utilizzano nei loro prodotti di bellezza la mica che viene prodotta da bambini che lavorano illegalmente nelle miniere che si trovano nelle regioni di Jharkhand e Bihar in India. Qui, Danwatch ha incontrato bambini che fin dall’età di cinque anni erano occupati a spezzare blocchi di pietra con martello e scalpello, mentre i loro fratelli più piccoli usano il setaccio per estrarre la mica. La stessa mica che poi finisce nei prodotti di marche famose come Lancome, Helena Rubinstein e Yves Saint Laurent, di proprietà dell’Oréal, e di altre undici grandi aziende che non vogliono rivelare la provenienza del prodotto utilizzato per i loro brand. «Quando le aziende pubblicizzano i loro prodotti come naturali, forse le aziende non tengono conto che il lavoro umano spesso è coinvolto nell’estrazione dei materiali che servono per le confezioni», dice Danwatch ad Al Jazeera, «la maggior parte delle aziende non fornisce un quadro realistico ai consumatori delle loro fonti di approvvigionamento. Forse bisognerebbe sostituire il “naturale” al “socialmente responsabile”».

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Il rapporto Danwatch sul lavoro minorile nelle miniere illegali di mica in India

L’associazione ha analizzato la produzione di mica nei due stati, dove una quantità considerevole viene estratta nelle miniere illegali e dove molte delle più grandi aziende di cosmetici basano i loro approvvigionamenti. Le miniere illegali si trovano nel nord del Jharkhand e del sud del Bihar, in particolare attorno alle tre principali “città”: Koderma e Giridih in Jharkhand e Nawada in Bihar. Le miniere illegali che DanWatch ha osservato e fotografato andavano da un semplice foro nel terreno a buchi di dieci metri sottoterra collegati a volte da sistemi di tunnel. Nonostante sia vietato estrarre mica al di fuori dalle miniere legali, l’estrazione illegale è diffusa da decenni, principalmente tra la popolazione più povera della zona, che non ha terra di proprietà o altri mezzi di sostentamento. Secondo Sanjay Kumar Mishra, membro della Commissione dello stato di Jharkhand per i diritti dei bambini, non ci sono informazioni concrete sul numero di bimbi operai nella regione. Secondo lui sono circa cinquemila i minori impiegati, spesso a partire dai cinque anni. Nelle miniere i piccoli scendono nei buchi ed estraggono parti grezze con martello e scalpello; i ragazzi più grandi martellano la mica o usano la pala per scegliere le pietre più grandi e separare quella già tagliata da quella ancora grezza. Poi la portano in superficie dove le ragazze la separano. Secondo i politici i bambini che lavorano hanno circa otto anni. Danwatch dice di aver visto anche ragazzini di cinque anni al lavoro per ore nelle miniere.

DALLA MINIERA ALLA TUA CREMA
La famiglia con bambini che lavorano nelle miniere di mica è spesso composta dai poveri senza terra e senza casta. I nuclei spesso non hanno altre fonti di reddito se non il lavoro dei genitori, che spesso è quello di braccianti giornalieri per l’agricoltura, per l’edilizia o per le miniere legali. Molti dei bambini non vanno mai a scuola, oppure abbandonano per iniziare a lavorare. Spesso genitori e nonni sono analfabeti, e ci sono generazioni di indiani che hanno lavorato esclusivamente nell’estrazione della mica. Secondo diversi esportatori locali in Jharkhand, L’Oréal acquista mica estratta in zona attraverso la società farmaceutica e chimica Merck. Anche l’azienda cinese Kunkai acquista mica estratta nella zona, che rivende poi alle aziende occidentali. La Merck ha invece intrapreso una serie di iniziative di responsabilità sociali, ha condotto una ricerca nella zona e ammesso il problema, soprattutto dopo un articolo di Nicole Smith sul Sunday Times che raccontava parte della storia.
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La mica (foto da Wisegeek.com)

Tra le altre aziende che comprano mica dalle miniere illegali indiane ci sono la Schwartzkopf, azienda farmaceutica tedesca che commercializza prodotti per capelli che contengono mica. Poi c’è Intercos. Intercos è uno dei principali produttori di cosmetici al mondo, fabbrica make up destinato ai marchi di cosmetici globali e anche ai rivenditori al dettaglio. Secondo Panjiva, il database che registra i trasporti all’estero via nave dall’India, la Kuncai vende prodotti in mica anche alla Sun Chemicals, il più grande produttore mondiale di stampa, che non ha voluto rilasciare dichiarazioni a Danwatch riguardo l’argomento. Nell’infografica che vedete qui sotto si spiega la catena della mica, dall’estrazione illegale in India all’approdo come prodotto nei cosmetici che usiamo abitualmente. A destra è possibile vedere i brand internazionali che sono coinvolti nel business.
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La catena dei cosmetici prodotti con mica indiana acquistati dalle aziende di beauty

L’industria cosmetica è dominata da un ristretto numero di grandi aziende internazionali: le prime dieci insieme controllano il 58% dell’intero mercato globale.  Il settore comprende anche innumerevoli aziende di medie e piccole dimensioni, mentre se si prende in considerazione il mercato dei fornitori di ingredienti il quadro diventa ancora più complicato. Grazie al report di Danwatch adesso sappiamo anche come operano, in alcuni casi.

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