Se Facebook ti vende agli altri siti

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2014-09-30

Il social network si prepara a lanciare una nuova piattaforma che utilizza i dati degli user per vendere Ads ovunque. Il sistema e le possibile falle. La mission di Atlas e le fughe verso Ello

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Secondo quanto riportato da Gizmondo e dal New York Times Facebook starebbe per lanciare una nuova modalità per vendere pubblicità utilizzando i  dati dei propri utenti.
 
LA NUOVA PIATTAFORMA DI MARKETING
Il nuovo sistema utilizzerà Atlas una piattaforma di marketing che Facebook ha acquistato da Microsoft lo scorso anno e che dopo un intenso lavoro di ri-programmazione è stata presentata ufficialmente ieri. Lo scopo della piattaforma è quello di fornire “people-based marketing” ovvero di garantire ai propri clienti la possibilità di raggiungere, con le proprie campagne pubblicitarie, persone reali su tutti i dispositivi e le piattaforme. Quello che fa Atlas è in sostanza fornire strumenti per analizzare l’effettiva portata di una campagna sul Web. Nelle parole di David Jakubowski, uno dei manager di Atlas:

La nostra intenzione è quella di prendere tutte quelle funzionalità del people-based marketing che i pubblicitari sono abituati ad utilizzare su Facebook per poterle utilizzare in modo diffuso sul Web.

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Non ci sono ovviamente dati ufficiali né è stato fatto alcun annuncio ma la vera novità probabilmente sarà il fatto che Facebook darà la possibilità di acquistare spazi pubblicitari tramite Facebook su siti che non sono controllati dal social network di Mark Zuckerberg. Questi Ads non sono “di Facebook” ma il gioco è evidentemente quello di dire che utilizzando il servizio offerto da Atlas si avrà maggiore incisività in termini di marketing perché utilizzerà i dati raccolti da Facebook. Ad esempio un’azienda potrà avvalersi di Atlas per far identificare i propri potenziali clienti e quindi far apparire i propri Ads nel contesto ideale per essere visualizzati dal target pubblicitario cui ha intenzione di rivolgersi. Il New York Times cita l’esempio di PepsiCo, uno dei clienti di Atlas che se volesse raggiungere una specifica fetta di popolazione, ad esempio gli studenti liceali maschi, potrebbe usare il nuovo servizio di Facebook per promuovere uno dei suoi prodotti all’interno di siti di sport, app di videogiochi e così via. Inoltre PepsiCo riceverebbe da Atlas importanti feedback circa l’effettiva riuscita della campagna pubblicitaria.
 
LA GUERRA CON GOOGLE
Questa mossa di Zuckerberg si inserisce nella guerra in atto con Google e il suo servizio di advertising DoubleClick e sicuramente il plus offerto dal nuovo servizio pubblicitario è proprio quello di poter aver accesso ad un database molto esteso e molto preciso sulle preferenze, i gusti e gli interessi delle persone come quello del Social Network da un miliardo di utenti. La possibilità di visualizzare questa massa di dati e di tracciarla da un sito all’altro, da un dispositivo all’altro farà sicuramente gola a molti.
 
LA PRIVACY DEGLI UTENTI
Il maggiore interesse di Facebook per il comportamento dei propri iscritti si era manifestato già in giugno, quando il social network aveva annunciato una svolta nella gestione degli Ads dando la possibilità ai propri utenti un maggiore controllo su quali visualizzare e quali no.

Nonostante da Menlo Park ribadiscano che non hanno alcuna intenzione di dare ai propri clienti informazioni riguardanti gli utenti rimane la preoccupazione che i propri dati inizino a circolare sul Web al di fuori di Facebook. Infatti grazie ai dati che ciascuno di noi (volontariamente o meno) fornisce, Facebook ha una profonda conoscenza delle nostre abitudini e delle nostre preferenze ed è proprio ciò che interessa a chi si occupa di marketing, ed è anche la mission di Atlas. Però oltre a rendere Atlas particolarmente appetibile potrebbe anche portare gli utenti più sensibili riguardo al trattamento dei propri dati personali ad abbandonare Facebook a favore di altri social più “rispettosi” come ad esempio il neonato Ello.

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