Le scuse del Corriere per la storia delle vignette «rubate»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-01-16

Pubblicate oggi sul quotidiano

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Il Corriere della Sera si scusa per le vignette pubblicate senza l’autorizzazione degli autori nel libro che omaggiava Charlie Hebdo. Dopo aver parlato ieri a margine dell’articolo che presentava l’iniziativa, il quotidiano oggi, con una nota a firma di Paolo Rastelli pubblicata a pagina 9, torna sull’argomento:

«Vergognosa l’iniziativa del Corriere della Sera, che pubblica un libro (…) inserendo vignette rubate dalla rete…». E’ una delle reazioni scatenate su Twitter dalla diffusione insieme al nostro giornale di un libro di vignette (in gran parte già pubblicate su carta e in rete) disegnate da autori di tutto il mondo come reazione alla strage a Charlie Hebdo. Il ricavato del libro andrà interamente a sostenere il settimanale francese, senza vantaggi per il giornale. Alcuni degli autori, che non eravamo riusciti ad avvisare prima della pubblicazionee che quindi non hanno potuto autorizzarla, hanno reagito duramente. Molti altri ci hanno ringraziato per l’iniziativa. La decisione di realizzare il libro è stata presa come gesto concreto di solidarietà nelle prime ore dopo la strage. Abbiamo pensato che l’eccezionalità della situazione, il fatto che l’iniziativa avesse uno scopo solidale e che il giornale non ricavasse nulla bastassero a fugare ogni sospetto. Senza contare che a pagina 4 del volume ci siamo detti disponibili a regolare ex post ogni contenzioso. In tutta evidenza ci sbagliavamo. Il direttore Ferruccio de Bortoli ieri si è già scusato: «Mi assumo la responsabilità di quel che è successo… Abbiamo contattato coloro che siamo riusciti a raggiungere, precisando di essere a disposizione degli autori per i diritti… Tutto va in favore di Charlie Hebdo e in ricordo delle vittime… Mi scuso comunque con quanti si sono sentiti lesi nei loro diritti».

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Le scuse del Corriere della Sera a pagina 9 del quotidiano (16 gennaio 2015)

Leggi sull’argomento: Il Corriere della Sera e la storia delle vignette per Charlie Hebdo pubblicate senza il consenso degli autori

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