Lo sciopero dei vigili a Roma per la furbata di Capodanno

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-02-12

«Gli uomini e le donne della Polizia locale da anni aspettano di essere catalogati tra le Polizie di Stato, con tutele per la salute e protezione», chiedono i pizzardoni. La stessa storia che portò ai certificati medici di Capodanno

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Corteo nazionale a Roma dei vigili urbani, dopo la vicenda delle assenze di Capodanno nella Capitale. La manifestazione, che ha reso congestionato il traffico nel centro della città, si snoda da piazza della Repubblica verso piazza della Bocca della verità. L’iniziativa si inquadra nello sciopero nazionale indetto per la giornata odierna dai sindacati di categoria per chiedere la riforma del settore. Su striscioni e cartelli gli slogan della protesta: «La nostra riforma va approvata e la divisa mai più oltraggiata», «Assenteista inventato, mafia Capitale insabbiato», «Poliziotti o impiegati? Diteci cosa siamo», «Corrotti voi, indagati noi», «Polizia senza garanzia». Alcune foto da Twitter della manifestazione dei vigili a Roma:


LO SCIOPERO DEI VIGILI A ROMA
«Gli uomini e le donne della Polizia locale da anni aspettano di essere catalogati tra le Polizie di Stato, con tutele per la salute e protezione. Non possiamo essere trattati come impiegati comunali, vogliamo il contratto della Polizia di Stato, del comparto sicurezza. Abbiamo chiesto un incontro a Renzi per esporgli le nostre richieste», DICE Luigi Marucci, responsabile nazionale dipartimento polizia locale Ospol-Csa, durante il corteo partito da piazza della Repubblica per lo sciopero nazionale di 24 delle Polizie locali d’Italia, indetto per oggi dal sindacato. Sulle indagini per le assenze dei vigili romani a Capodanno, Marucci afferma: «Se c’è qualcosa che non va la magistratura faccia luce ma con delicatezza e rispetto del Corpo». Mentre Francesco Garofalo, segretario generale nazionale del Csa, ribadisce: «Vogliamo un contratto equiparato alla Polizia di Stato. Non più dentro il comparto enti locali, ma con una riforma che ci identifichi per quello che siamo: agenti di Polizia. I vigili urbani di Roma il 31 dicembre scorso hanno sbagliato. Tutto è ancora da dimostrare, ma fosse anche solo uno, quel lavoratore deve pagare», ha dichiarato invece a Cosenza il segretario nazionale della Funzione pubblica della Cgil, Rossana Dettori, circa i vigili urbani di Roma assenti. «È inaccettabile – ha aggiunto – che un lavoratore utilizzi strumenti di lotta non contemplati dal sindacato che mette in difficoltà tutti i lavoratori pubblici mentre stiamo discutendo di riforma della pubblica amministrazione».
 
IL SINDACO SPIEGA LE ASSENZE
«Dobbiamo distinguere tra quello che è il diritto di sciopero, rispetto a situazioni che non posso non definire anomale, come l’assenza per malattia di quasi l’85% della polizia locale di Roma, la notte del 31 dicembre», spiega ancora il sindaco Ignazio Marino a proposito della furbata dei vigili romani a Capodanno. «Un dato inspiegabile dal punto di vista medico e scientifico che evidentemente non richiede ulteriori commenti da parte mia, perché in questo momento ci sono una serie di autorità che stanno investigando su quanto è accaduto». Il sindaco di Roma evidenzia come “pochi giorni fa la Guardia di finanza ha proceduto al sequestro di materiale elettronico presso il Comando dei vigili urbani di Roma, per capire se c’è stata una regia che ha portato a quel dato anomalo di centinaia di persone che si sono ammalate contemporaneamente nelle stesse ore. Come mai i vigili si sono dati malati a Capodanno? Il problema, come abbiamo spiegato all’epoca, risiede in tre semplici parole: nuovo contratto decentrato.

Una riforma sostanziale sottoscritta dalla giunta Marino senza l’avallo delle sigle sindacali e che, secondo il Campidoglio, non andrà a intaccare lo stipendio di vigili, maestre e dipendenti degli uffici. Lo slogan è “chi lavora di più guadagna di più”, declinato in modo da agganciare le vecchie indennità ai ruoli, alle funzioni e alla turnazione: in una parola alla “produttività”, criterio che sostituisce tutti quei vecchi istituti contrattuali giudicati non applicabili dal Mef.
Per quanto riguarda il personale tecnico-amministrativo, ad esempio, ci saranno trasferimenti verso Municipi e gli uffici maggiormente congestionati dall’afflusso di cittadini: in questo modo, con l’introduzione dei turni per i lavoratori (dalle 8 alle 15 o dalle 13 alle 20), sarà possibile mantenerli aperti dalle 8.30 del mattino alle 20. I vigili urbani, invece, verranno premiati per la loro disponibilità a orari flessibili e a svolgere funzioni operative. L’obiettivo è portare più agenti in strada (si parla di 1000-1500 in più rispetto ad ora), sgravando il corpo di polizia municipale da una parte di compiti che attualmente svolgono, dalle verifiche anagrafiche alle notifiche amministrative. Verrà riorganizzato anche il personale scolastico, in modo da contenere i costi, eliminando alcune indennità (da quella per arrivare puntuali in classe ai premi per i colloqui con i genitori).
Inoltre, con il nuovo contratto decentrato, entrerà in vigore un “sistema integrato di valutazione del personale”: gli obiettivi dei singoli dipendenti verranno legati a quelli della dirigenza in modo tale, dicono dal Campidoglio, “che ognuno abbia interesse a remare nella stessa direzione”. La novità maggiore riguarda la cosiddetta “misurazione delle prestazioni” che fino a ieri era legata unicamente alla presenza in servizio. Ora, invece, bisognerà raggiungere specifici traguardi e garantire i livelli minimi di presenza annuale sul lavoro. Verranno puniti, dunque, tutti i dipendenti assenteisti.

La guerra dei pizzardoni alle nuove regole si era imposta anche a Capodanno: i sindacalisti erano riusciti a ottenere l’astensione di massa dal “Modulo di Capodanno”, il piano di straordinari che avrebbe dovuto garantire 700 agenti al lavoro il 31 dicembre. Insieme, avevano convocato due assemblee sindacali dalle 21 alle 24 e da mezzanotte alle 3, che si sarebbero dovute tenere proprio per giustificare l’astensione dei vigili senza pericoli per stipendi e sanzioni. La Commissione di Garanzia sugli scioperi aveva censurato, e Clemente, come raccontava il Tempo all’epoca, ha inviato nel pomeriggio del 31 gennaio “una nota a tutti i gruppi dove si affermava con forza che «non è possibile dar corso alle assemblee generali come indicato dalle organizzazioni sindacali» per «motivi eccezionali». Allo stesso tempo, il Comando si è messo al lavoro per recuperare personale fra gli agenti già in ferie concordate e quelli assenti per donazione sangue, malattia e malattia bambino. I certificati medici arrivati a via della Consolazione erano già tantissimi: 90, ad esempio, solo dal Gruppo I Trevi e altri 34 dal Gruppo V Prenestino. «Sarà difficile andare oltre le 300 unità», si diceva all’epoca.

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