Scegliere di morire a 29 anni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-10-09

La storia di Brittany Maynard e della libertà di scelta: il Dead with Dignity Act dell’Oregon

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Il primo novembre 2014 Brittany Maynard morirà a 29 anni con una iniezione letale in un ospedale dell’Oregon, dove è possibile scegliere l’eutanasia in alcuni casi. Brittany ha un tumore al cervello e ha deciso di farla finita prima che la malattia, tornata dopo un’operazione, cominci a tormentarla con il dolore, la cancellazione della memoria e dei ricordi, l’impedimento a ragionare liberamente. Morirà così perché, ha spiegato, i medici le hanno diagnosticato sei mesi di vita e lei vuole andarsene «con dignità»: «Io non voglio morire, ma se devo, voglio farlo alle mie condizioni», ha detto in un video trasmesso dalla CNN.

STORIA DI BRITTANY MAYNARD, CHE VUOLE MORIRE A 29 ANNI
In Oregon (e anche negli stati di Vermont, Montana, New Mexico e Washington) la dolce morte è possibile grazie a una legge del 1994 (Dead with Dignity Act), che dà facoltà a chi è considerato malato terminale di scegliere come porre fine alle proprie sofferenze. In diciassette anni 752 persone l’hanno utilizzata per porre fine ai loro giorni. Brittany ha raccontato che da San Francisco si è dovuta trasferire a Portland, perché per ottenere i farmaci che le permetteranno una fine pacifica e indolore, deve essere residente in Oregon. «Non voglio dire a nessuno di fare la mia stessa scelta – ha affermato – Ma la mia domanda e’: chi ha il diritto di decidere per me, e decidere che merito di soffrire enormemente per settimane o per mesi?». Brittany sta utilizzando le sue ultime giornate per aiutare i pazienti dell’associazione Compassion & Choices, che si occupa dei malati terminali in California, Colorado, Connecticut, Massachusetts e New Jersey. Inoltre, difende la scelta della morte con dignità con la campagna Brittany Maynard Fund, combattendo affinché altri Stati diano il via libera alla prescrizione degli stessi farmaci. «La mia famiglia ha dovuto affrontare enormi cambiamenti e sacrifici per permettermi di porre fine alla mia vita con dignità, come trovare un nuovo posto dove vivere e una nuova casa – ha affermato – Ma ci sono tantissimi americani che non hanno la possibilità o il denaro per fare lo stesso, e questo non è giusto». Uno dei 700 pazienti dell’Oregon che si sono avvalsi della legge pè stato il dottor Peter Goodwin, che è stato determinante nel contribuire a scrivere la legge e a far pressioni per la sua approvazioni. In un’intervista video emozionante con Time che risale a marzo 2012, ha spiegato la differenza tra il suicidio e la morte medico-assistita: «Se pensate ad un suicidio tipico, vedrete che è spesso frutto di scelte impulsive, ed è quasi sempre in solitudine. Questo è un processo fatto con il sostegno della famiglia, dopo molta riflessione. Ed è una dolce morte».

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