Che fine farà lo scarico a mare di Manduria?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-12-01

Quando era presidente Nichi Vendola aveva dato il via libera alla costruzione del depuratore, ora Michele Emiliano ne blocca la costruzione. Ma solo fino al 4 dicembre, perché manca qualcuno che firmi il progetto alternativo

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Ieri le Iene hanno mandato in onda un servizio di Nadia Toffa sull’annosa questione del depuratore con annesso scarico a mare tra Manduria e Avetrana a poche centinaia di metri dalle aree protette diFoce del Chidro, le Saline Monaci-Palude del Conte senza dimenticare le dune di Torre Colimena. Un mese fa dello scarico fognario alla foce del fiume Chidro a Marina di Manduria se n’era occupato Pinuccio per Striscia La Notizia.

 

La storia dello scarico a mare di Marina di Manduria

La situazione è grossomodo questa, da diversi anni è in progetto la creazione di un sistema fognario per le marine del litorale di Manduria, nonché i comuni di Manduria e Sava. Il problema, se vogliamo chiamarlo solo così, è che il progetto approvato dalla Regione Puglia nella scorsa legislatura prevedeva lo scarico in mare delle acque reflue del depuratore. Scarico la cui ubicazione era stata individuata sul litorale tra due aree marine protette in prossimità della foce del fiume Chidro tra San Pietro in Bevagna, Specchiarica e Torre Colimena. Vale la pena di notare che il Chidro è un fiume già fortemente inquinato; già nel 2009 Legambiente e Goletta Verde avevano denunciato la presenza di numerosi scarichi abusivi lungo il corso del fiume. Cosa prevede il progetto? Innanzitutto la costruzione del depuratore e dei collettori fognari, dal depuratore poi dovrebbe partire un’ulteriore conduttura verso la spiaggia da dove proseguirà in mare per altri novecento metri fino a raggiungere i 14 metri di profondità. E lì, di fronte a uno dei litorali più belli del Salento verranno rilasciate in mare tonnellate di cacca. Non che sia proprio un’idea innovativa, anzi è un progetto vecchio dal punto di vista delle soluzioni tecniche, ma la società Aquedotto Pugliese, che si occupa della gestione delle fognature, l’ha già adottata altrove in Salento. Anche lì all’interno di un’area marina protetta, quella di Torre Guaceto. Dal 2011 le comunità di Manduria e dei comuni limitrofi hanno iniziato una battaglia, al grido di No allo scarico a mare, e sono state avanzate diverse proposte alternative. Perché, spiegano, un’opera del genere anche se necessaria (come in altre parti d’Italia i comuni interessati non hanno uno sistema di fognature) rischierebbe di provocare danni irrimediabili all’ambiente e di conseguenza alla principale industria salentina: il turismo. Chi mai vorrebbe fare il bagno in acque contaminate? Nessuno. Però l’ammodernamento del sistema fognario resta una necessità e quindi la Regione in questi anni non ha saputo fare di meglio che mandare avanti il progetto. Il professor Mario Del Prete (ordinario di Geologia e Idrogeologia all’Università della Basilicata e consulente scientifico del Comune di Avetrana) ha proposto una depurazione totale degli scarichi fognari in modo da poter riutilizzare l’acqua impiegandola per l’irrigazione delle colture e per altri scopi civili. Maurizio Manna di Legambiente Puglia propone anche l’utilizzo della fitodepurazione, ovvero il trattamento delle fogne successivo al passaggio in depuratore in appositi bacini dove le piante verrebbero utilizzate per raffinare la depurazione delle acque.

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Vendola manda affanculo la Toffa (fonte Iene/mediaset)

 

Le responsabilità di Nichi Vendola 

La colpa di tutta questa situazione è imputabile all’ex-Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che pure appartiene ad un partito che si chiama Sinistra Ecologia e Libertà. Intervistato dalla Toffa Vendola nega ogni addebito scaricando (lol) tutto sul nuovo Presidente Michele Emiliano. Vendola, dicendo che tutto è stato fatto in ottemperanza ai criteri normativi vigenti (in realtà già nel 2010 il TAR aveva bloccato la costruzione del depuratore di Manduria-Sava) ad un certo punto sbotta e manda affanculo la Toffa. Vendola oggi su Twitter tace, ma ieri aveva retwittato un tweet di Sinistra Italiana molto critico nei confronti dell’atteggiamento poco ambientalista del Governo Renzi.

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No alle trivelle in mare ma sì alle fogne in mare?

Eppure, come riporta il quotidiano La Voce di Manduria, all’epoca la Regione Puglia aveva dichiarato che tra tutte le varianti del progetto ce n’era una (condotta sottomarina lunga 3600 metri e profonda 35) considerata “la più cautelativa” mentre quella adottata nella fase finale e che si dovrebbe costruire (condotta di 1000 metri e 10 di profondità) veniva definita “non ottima, in quanto lo scarico dei reflui depurati avviene all’interno dell’area Sic” (Sito di interesse comunitario). Come mai la Regione ha scelto di mandare avanti questo secondo progetto?  

Emiliano ha già bloccato i lavori,  ma solo fino al 4 dicembre

A questo punto la palla passa a Michele Emiliano, che in campagna elettorale aveva promesso proprio alla Toffa di fare il possibile per fermare la costruzione dello scarico a mare di marina di Manduria. A quanto pare Emiliano ha mantenuto la promessa, appena eletto ha bloccato i lavori. Ieri su Twitter il Presidente della Regione aveva detto di aver mantenuto la promessa: vendola manduria scarico a mare toffa iene emiliano - 3 Alcuni utenti però lo incalzano, è vero che il progetto del depuratore è stato bloccato ma solo fino al 4 dicembre, come mai? Emiliano spiega che manca un progettista che firmi il nuovo progetto, quello alternativo. Davvero la Regione Puglia non è riuscita a trovare in sei mesi qualcuno in grado di farlo? vendola manduria scarico a mare toffa iene emiliano - 4

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