Salvatore Romeo: il dipendente grillino con lo stipendio triplicato che ha inguaiato Virginia Raggi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-12-16

Per giustificare i 120mila euro l’anno il caposegreteria della sindaca disse: «È stato commesso un errore su quelle delibere perché eravamo in ritardo, era agosto, faceva caldo, e dovremo provvedere a una modifica della fascia di attribuzione». Ora è il suo caso quello più spinoso sul tavolo dei magistrati

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Tutto comincia da Salvatore Romeo. Anche se quella del capo della segreteria di Virginia Raggi è soltanto una delle nomine finite sotto inchiesta, è il suo caso quello più spinoso nell’inchiesta della procura scaturita dalle dichiarazioni di Carla Romana Raineri, ex capo di gabinetto della sindaca che se ne andò sbattendo la porta a fine agosto scatenando il domino delle dimissioni di Marcello Minenna, l’ex superassessore, e dei vertici ATAC e AMA. L’accusa quindi è precisa: aver modificato le condizioni contrattuali di Romeo per fargli avere un ingiusto profitto.

Salvatore Romeo: il dipendente grillino con lo stipendio triplicato

Salvatore Romeo è un semplice dipendente comunale, ma con l’arrivo di Raggi in Comune diventa il responsabile della segreteria e soprattutto il suo compenso passa da 39 mila euro a 120 mila euro triplicandosi. Una situazione che scatena le proteste degli stessi grillini in Campidoglio e che lo stesso Romeo in una memorabile intervista al Messaggero nella quale annunciava che gli stavano per diminuire lo stipendio spiegò così: «È stato commesso un errore su quelle delibere perché eravamo in ritardo, era agosto, faceva caldo, e dovremo provvedere a una modifica della fascia di attribuzione». Dopo la delibera dell’ANAC di Cantone lo stipendio venne ridotto a 97mila euro ma è il prima qui che ci interessa per spiegare come mai il dipendente grillino con lo stipendio triplicato sia diventato un enorme problema per la giunta Raggi. Racconta oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera:

Scrive Raineri nella denuncia consegnata lo scorso settembre al procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone e all’aggiunto Paolo Ielo: «La delibera è stata portata in giunta il 9 agosto 2016 senza essere prima passata al vaglio del Gabinetto, come avviene di norma per un esame di legittimità. Inusualmente è approdata direttamente in giunta quando io e gli assessori eravamo seduti al tavolo nella Sala delle bandiere e nessuno ne ha illustrato i contenuti prima di porla al voto».
Ed ecco l’accusa: «La posizione “Romeo” era stata (deliberatamente?!) inserita all’interno di una più vasta delibera contenente altre due posizioni di collaboratori e l’emolumento non era stato (deliberatamente?!) esplicitato nel quantum, ma determinato con un rinvio per relationem a categorie contrattuali di non immediata percezione. Ciò non ha indotto gli assessori a una particolare attenzione. In realtà il dottor Romeo acquisiva tout court funzioni dirigenziali mai ricoperte in precedenza».

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Raffaele Marra, Salvatore Romeo, Paola Muraro (Foto da: La Repubblica)

Nel suo memoriale la Raineri sottolinea di aver «illustrato a Raggi che doveva ritenersi impossibile per un dipendente assunto a tempo indeterminato ricorrere all’istituto dell’aspettativa per poi essere assunto dal medesimo ente a tempo determinato, e la invitai a revocare la delibera». Paventando l’ipotesi di abuso d’ufficio laddove un tale meccanismo fosse stato posto in essere allo scopo di attribuire al dipendente un vantaggio economico altrimenti non conseguibile. Ma la sindaca non la sta a sentire:

«La sindaca non volle sentire ragioni. Disse che avrebbe consultato l’Avvocatura. Il professor Minenna e io aderimmo all’ipotesi, ma lei chiese al capo dell’Avvocatura un preventivo parere solo orale e quando realizzò che l’avvoca to Murra era di avviso contrario (cioè favorevole alla mia tesi) non gli commissionò il parere scritto». Murra sarà interrogato questa mattina dai magistrati e dovrà chiarire anche altre circostanze contenute nell’esposto.
Dieci giorni dopo a Raggi fu infatti consegnato il parere dell’avvocato amministrativista Aristide Police secondo il quale non esisteva «alcuna ragione che possa giustificare il mutamento del rapporto di servizio di un proprio dipendente o meglio, la duplicazione di tale rapporto». Ma lei decise evidentemente di ignorare anche questo e — lo specifica Raineri — «si rivolse a una giovane avvocatessa sua amica (che di lì a poco avrebbe reclutato) la quale trovò un precedente costituito da un altro parere dell’Avvocatura capitolina e da un regolamento del Comune di Firenze», mai recepito dal Campidoglio.

Ad agosto, dunque, la Raggi non volle dar ascolto agli esperti della materia e andò avanti ugualmente per la sua strada. A settembre perseverò nell’errore, facendo approvare il 30 la seconda delibera illegittima su Romeo. Illegittima perché ad essere irregolare era lo strano procedimento, rimasto invariato, prima ancora dello stipendio che alla fine è stato ridotto di un terzo. Il parere di Police, ordinario di diritto amministrativo alla facoltà di giurisprudenza dell’università di Tor Vergata è datato 19 agosto, è stato regolarmente protocollato in Comune, ma poi ignorato e chiuso in un cassetto, perché nessuno lo conoscesse. Il parere di Cantone, inviato per email il 7 settembre dall’Anac, è stato protocollato solo il 29 settembre (come se fosse discrezionale), quando le opposizioni lo hanno reclamato e dopo settimane di silenzio.

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Salvatore Romeo, Raffaele Marra e il blitz della polizia in Campidoglio (La Repubblica, 16 dicembre 2016)

Virginia Raggi e i guai con la nomina di Salvatore Romeo

Nel parere di Police si spiegava che l’interpretazione letterale dell’articolo 90 comma 1 TUEL è ostativa ad un’assunzione come quella di Romeo. Lui, fa sapere il Messaggero, di solito si riconosce da una decina di metri per i colori sgargianti delle cravatte che indossa ma anche per un certo presenzialismo – per esempio nelle foto ufficiali- che chiamarlo segretario politico della sindaca Raggi sembra una diminutio. Per esempio adesso – cravatta rosso lampone – sta rientrando in Campidoglio dopo aver accompagnato «Virginia» all’inaugurazione del presepe, con scatto di rito davanti al bue e all’asinello. Con il quotidiano romano Salvatore Romeo dice la sua, difendendosi con argomenti anche piuttosto originali:

«Tutto nasce dall’esposto dell’ex capo di gabinetto Carla Romana Raineri. Se è una denuncia frutto di rancore? Non lo so,di sicuro adesso la Raineri non c’è più, è lei che ha fatto tutto questo casino, quindi sono atti dovuti».
Romeo, l’Anticorruzione ha già messo fuorigioco la sua nomina.
«No, non è vero, la procedura è legittima».
L’Anac sostiene il contrario. Lei era un dipendente del comune poi messo in aspettativa a cui è stato triplicato lo stipendio.
«E’ un problema legato al mancat oregolamento dell’amministrazione ma nel merito la mia nomina, lo ripeto per l’ennesima volta, è legittima».
Ma perché tutte queste polemiche su lei e Marra?
«Sono strumentalizzazioni».
E quelle dentro al M5S? Molti grillini sono critici nei suoi confronti.
«Questo lo dice lei».
Le piace essere definito l’ombra della sindaca, il regista del Campidoglio, il grande manovratore (insieme a Marra), il big del Raggio magico?
Ride: «Sono tutte fantasie, smentisco categoricamente. Anzi, oggi mi hanno detto di essere l’assessore ombra al Bilancio,che invece è splendidamente condotto da una persona di estrema capacità e professionalità che è Andrea Mazzillo».

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Virginia Raggi con Carla Romana Raineri

La sindaca invece preferisce le battute: «Questa vicenda sta assumendo toni ridicoli. La magistratura lavorerà, sono atti dovuti ed è follia pensare che non siamo disponibili a collaborare con l’autorità giudiziaria. Ma è simpatico che tutto sia partito dall’ex capo di gabinetto che fu nominata con una procedura diversa rispetto a quella che io avevo individuato, dunque con una forzatura a cui sono stata indotta», ha detto ieri riferendosi evidentemente alla Raineri. Che si dimise quando la Raggi le fece sapere che, probabilmente in nome della trasparenza quanno ce pare, aveva chiesto un parere all’ANAC riguardo la sua procedura di nomina, e l’Anticorruzione l’aveva bocciata. Il parere sulla Raineri venne messo on line dalla sindaca subito dopo l’annuncio notturno delle dimissioni della Raineri. Quello su Romeo venne protocollato soltanto molte settimane dopo. La trasparenza, dicevamo.

Leggi sull’argomento: Tutta la storia dell’inchiesta sulle nomine di Virginia Raggi

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