Come è finita la storia del salario accessorio

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-11-19

Ieri il delegato della sindaca al personale ha attaccato i giornali che farebbero “disinformazione”. Ma il parere dell’OREF, casualmente non reso pubblico dal Comune di Roma, ci spiega quali sono i veri termini della questione

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Ieri il delegato della sindaca al Personale, Antonio De Santis ha fatto pubblicare un comunicato stampa sul sito del Comune in cui ha annunciato che il salario accessorio verrà pagato a novembre. Il comunicato, a differenza di quanto vorrebbe l’opportunità istituzionale, è farcito di insulti ai giornalisti che hanno parlato della vicenda e accuse di disinformazione ai giornali.
antonio de santis salario accessorio

Come è finita la storia del salario accessorio

Giusto per farsi un’idea su chi disinforma e sparge falsità vale la pena riepilogare i veri termini dell’accaduto. Repubblica Roma ha sollevato il 17 novembre la questione del salario accessorio segnalando che il capo del personale Raffaele Marra ha comunicato il giorno prima a tutti i dirigenti riuniti nella speciale commissione incaricata di sbrogliare la matassa, che «l’incontro per la “sottoscrizione della ripartizione del Fondo delle risorse decentrate per il personale non dirigente per l’anno 2015”, convocato per la giornata odierna, è rinviato a data da destinarsi, che verrà comunicata con successiva nota in tempi brevi». Antonio De Santis non ha smentito che questa comunicazione sia stata effettuata, ma questi sono dettagli. Il dato di fatto è che la delibera in giunta dello scorso venerdì, pubblicizzata dalla Giunta Raggi, non conteneva il parere dell’OREF, ovvero dell’organismo deputato a supervisionare i conti e le decisioni del Campidoglio in materia. Il parere dell’OREF, come scritto dallo stesso De Santis, è arrivato invece ieri ma in nome della trasparenza quanno ce pare non è stato pubblicato purtroppo dal sito del Comune: «Oggi come previsto è arrivato anche il parere positivo dell’Oref, l’Organismo di revisione finanziaria del Campidoglio che già si era espresso favorevolmente prima della relativa delibera approvata dalla Giunta Capitolina. Non c’era alcun dubbio, perché sappiamo di aver svolto un lavoro importante nel pieno rispetto della legalità contabile e amministrativa». De Santis ha dimenticato di segnalare che quel parere non era previsto per ieri, ma per una settimana fa. Inoltre De Santis ha dimenticato di segnalare che il parere è sì favorevole, ma condizionato, come dichiarato già il giorno prima da Federica Tiezzi, che dell’OREF è presidente: «Al momento prevale un orientamento positivo alla delibera, ma come revisori potremmo anche fare delle osservazioni. Ci sono delle prescrizioni che devono essere rispettate e noi stiamo controllando proprio questo. Siamo ancora in una fase di istruttoria». Il Messaggero riepiloga le osservazioni dell’OREF:

Nel documento firmato ieri dal collegio viene ordinato al Comune di «ripristinare il sistema dei controlli interni» per provvedere all’effettiva «valutazione del raggiungimento degli obiettivi». Solo così si potrà «consentire un monitoraggio continuo dei risultati» e soprattutto sarà possibile «aumentare l’efficacia dell’azione amministrativa, anche attraverso l’efficienza dei lavoratori». Spiega la presidente dell’Organo di revisione economico-finanziaria, Federica Tiezzi: «Ad oggi i controlli sembrano quasi totalmente assenti. Nessuno verifica se le prestazioni pagate corrispondono a quelle realizzate dai dipendenti».
Un bug da 157 milioni di euro,tanto vale la“torta” delle indennità accessorie che si spartiscono ogni anno i comunali. I revisori del Campidoglio lanciano l’allarme anche sul recupero dei 340 milioni di euro di salari illegittimi, distribuiti tra il 2008 e il 2012. I vecchi “premi a pioggia”, che finivano nelle busta paga in automatico, contestati dagli ispettori del Ministero dell’Economia e oggetto di un’indagine della Corte dei Conti. L’Oref mette in guardia la giunta Raggi dal rischio di una «prescrizione».

Già ieri i giornali – quelli che secondo De Santis farebbero “disinformazione” avevano anticipato che il parere sarebbe stato positivo ma con osservazioni, spiegandone i motivi. Rimane che la comunicazione ai dirigenti è stata fatta e i motivi erano quelli raccontati dai giornali. Chi fa disinformazione?

La vera storia del salario accessorio

Ma perché ci sono tutti questi problemi? Come detto, quando si fa riferimento al salario accessorio si parla dei 340 milioni di euro che il Campidoglio dovrebbe restituire allo Stato per i “premi a pioggia” pagati ai dipendenti comunali sotto forma di salario accessorio tra il 2008 e il 2012, in maniera «illegittima», secondo l’Ispettorato generale di Finanza del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Nel frattempo 23 mila dipendenti capitolini sono ancora in attesa di ricevere i premi per la produttività del secondo semestre 2015, congelati da Tronca in attesa di una soluzione della vicenda dei rimborsi. Il Comune ha messo a punto una proposta che prevede il recupero dei fondi per il salario accessorio utilizzando le economie di gestione maturate con il piano di riequilibrio triennale, siglato tra Roma Capitale e il Governo, che prevedeva risparmi strutturali di spesa per circa 440 milioni. Stiamo parlando, a scanso di equivoci, del Piano di riequilibrio strutturale predisposto dall’allora assessora al bilancio della giunta Marino Silvia Scozzese, che oggi è commissaria del debito di Roma Capitale. Tecnicamente la giunta Raggi sta sfruttando una soluzione approntata all’epoca dalla giunta Marino per un duplice obiettivo: recuperare le somme indebitamente erogate negli anni passati ai lavoratori capitolini con la contrattazione decentrata (circa 340 milioni) e continuare a pagare il salario accessorio agli stessi dipendenti. Al Ministero dell’Economia e delle Finanze era stato chiesto un parere, ma via XX Settembre aveva invece sottolineato che l’ente Comune di Roma era libero di scegliere cosa fare dei soldi risparmiati con il piano triennale dei commissari, a patto di prendersi la responsabilità di quanto scelto.  In questo contesto, sbloccare unilateralmente le risorse per i premi arretrati, esporrebbe l’amministrazione comunale a una possibile azione della Corte dei conti, per l’ipotesi di danno erariale.  Se ora questi soldi venissero corrisposti senza che in effetti ci sia stato alcun ampliamento o miglioramento dei servizi esistenti, l’atto del Comune potrebbe essere ritenuto illegittimo. Per questo, forse, il sottosegretario De Vincenti ha sottolineato l’autonomia ma anche la responsabilità del Comune sulle sue decisioni. L’OREF quindi non ha fatto altro che ribadire tutte queste problematiche in un atto ufficiale, che il Comune non ha ancora pubblicato per gli ovvi motivi sottolineati sopra. E infatti, racconta sempre Il Messaggero:

Con la delibera della settimana scorsa,il Comune ha deciso di far passare i risparmi già ottenuti con il piano di risanamento del “Salva-Roma”, varato dalla giunta Marino, per i tagli necessari al recupero dei bonus contestati.La legge effettivamente consente agli enti locali di recuperare i salari irregolari attraverso tagli alla spesa. Ma solo per gli enti locali che hanno rispettato il patto di stabilità. «Il Campidoglio afferma di avere sempre osservato questi vincoli spiega la presidente Tiezzi ma il Mef ha fatto delle contestazioni per gli anni 2011 e 2012».Potrebbero quindi mancare i presupposti per l’exit-strategy pensata dai Cinquestelle, che eviterebbe ai dipendenti comunali dolorose (ma necessarie) decurtazioni nei bonus in busta paga.

Ecco: ora, con buona pace del delegato della sindaca al personale Antonio De Santis avete l’esatta percezione di chi faccia, in realtà, disinformazione. E di come di questi tempi oltre ai salari anche la verità sia un accessorio della propaganda.

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