Rodrigo Rato: l'ex FMI accusato di frode e riciclaggio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-04-17

L’ex promessa della politica conservatrice spagnola è stato arrestato e rilasciato: è accusato anche di occultamento di beni. E non è la prima inchiesta che lo colpisce. A breve la Spagna andrà al voto

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Dopo sette ore di fermo, Rodrigo de Rato, l’ex direttore generale del Fondo monetario internazionale ed ex vicepremier di Josè Maria Aznar è tornato in libertà dopo la mezzanotte. Rato è accusato di frode, riciclaggio di capitali e occultamento di beni, nell’ambito di un’inchiesta avviata dal Tribunale superiore di Madrid. L’ex presidente di Bankia e ministro delle finanze ha assicurato di “aver collaborato attivamente” con gli agenti della Polizia Tributaria, che hanno effettuato ieri sera perquisizioni nella sua abitazione e nel suo studio, nel centralissimo ed elegante quartiere madrileno di Salamanca.
 
RODRIGO RATO: LEX FMI ACCUSATO DI FRODE E RICICLAGGIO
Il fermo è stato ordinato ieri pomeriggio dal magistrato di turno, dopo che la Procura aveva presentato in mattinata una denuncia contro Rato e diverse altre persone, nell’ambito di un’inchiesta che secondo la stampa spagnola riguarderebbe attività private dell’ex ministro. Si aggiunge a due altre inchieste in corso: primo, quella in cui l’ex direttore generale del Fmi risulta imputato per truffa nell’esordio in Borsa di Bankia nel 2011, in corso presso l’alta corte dell’Audiencia Nacional. Secondo, quella sullo scandalo delle carte di credito non dichiarate, concesse a 86 consiglieri e dirigenti di Caja Madrid e di Bankia, con Rato in veste di indagato. La perquisizione è stata ordinata dopo che il Fisco ha avviato un’inchiesta per riciclaggio ai danni del 66enne ex esponente del Partito popolare, ministro tra il 1996 e il 2004 e capo dell’Fmi tra il 2004 e il 2000. Al centro della nuova inchiesta che coinvolge Rato vi è il condono fiscale cui l’ex ministro ha aderito nel 2012. Rato è stato per anni l’astro nascente del Partito Popolare e il simbolo dei conservatori al potere in Spagna, quando era alla guida del Fondo Monetario Internazionale era considerato un orgoglio nazionale. Ora sta diventano la metafora degli errori del partito. Secondo l’accusa di una delle inchieste che pendono sul suo capo Rato avrebbe cercato di nascondere fondi altrui per evitare che venissero sequestrati dai tribunali.


L’ASCESA E LA CADUTA DI UN EX DELFINO
Rodrigo Rato è stato nominato presidente di Caja Madrid, ora Bankia nel 2010 dopo la fusione con altre sei casse di risparmio. La sua euforia quando il suo istituto andò in Borsa nel luglio 2011, che potete ammirare nell’immagine di copertina, non è durata molto.

L’accusa è di presunta appropriazione indebita di denaro e di evasione fiscale per le cosiddette carte di credito d’oro. Insieme a Rato sono coinvolti 82 consiglieri, dirigenti, e il presidente di Caja Madrid Miguel Blesa accusati di aver prelevato ingenti quantitativi di denaro destinati a spese personali senza dichiararle al Fisco come completamento retributivo. Nell’indagine, condotta dal giudice Fernando Andreu dell’Audiencia Nacional, gli indagati sono accusati di aver speso almeno 15,5 milioni di euro fra il 2003 e il 2012. Rato si dimise dall’incarico da presidente di Bankia nel maggio del 2012 e il gruppo bancario venne salvato dal governo spagnolo. Proprio per l’intervento dello Stato, lo scandalo suscitò un’ondata di indignazione in Spagna contro la passata gestione della banca nazionalizzata.

In Spagna non è un anno qualunque: il 24 maggio si voterà per le elezioni amministrative in tutto il Paese, mentre a novembre si andrà alle urne per le politiche.

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