Il ricorso al TAR per l'ordinanza anti-botti a Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-12-27

Il divieto di botti a Roma sancito dalla Giunta Raggi in occasione del Capodanno 2017 andrà al vaglio del tribunale. La Repubblica fa infatti sapere che l’ANISP, ovvero l’Associazione Nazionale Imprese Spettacoli Pirotecnici, presenterà un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio contro l’ordinanza del Comune. La sindaca Virginia Raggi ha deciso, dal 29 dicembre …

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Il divieto di botti a Roma sancito dalla Giunta Raggi in occasione del Capodanno 2017 andrà al vaglio del tribunale. La Repubblica fa infatti sapere che l’ANISP, ovvero l’Associazione Nazionale Imprese Spettacoli Pirotecnici, presenterà un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio contro l’ordinanza del Comune. La sindaca Virginia Raggi ha deciso, dal 29 dicembre fino alla mezzanotte del primo gennaio, il silenzio per la città. E anche il divieto di utilizzare materiale esplodente “declassificato”, ossia potenzialmente non pericoloso e posto in libera vendita, a meno di 200 metri dai centri abitati, dalle persone e dagli animali. Il provvedimento prevede sanzioni che vanno da 25 a 500 euro. Ed è stato preso, ha spiegato ieri il consigliere comunale Daniele Diaco, per tutelare persone ed animali.

Questa mattina i produttori e i commercianti di fuochi d’artificio presenteranno il loro ricorso contro l’ordinanza antibotti firmata dalla prima cittadina. La risposta dovrebbe arrivare a strettissimo giro di posta, forse già mercoledì. Se i giudici daranno ragione all’Associazione nazionale imprese spettacoli pirotecnici, l’atto che vieta la vendita di qualsiasi tipo di fuoco d’artificio (senza fare distinzioni tra quelli illegali e quelli a marchio CE) verrà dichiarato nullo.
A quel punto, in caso di vittoria, i legali dell’Anisp potrebbero avanzare anche una richiesta di risarcimento danni monstre: l’ordinanza ha frenato una fetta di mercato che, puntando tutto sul Capodanno, di solito nei giorni attorno a Santo Stefano fattura almeno due milioni di euro. Le previsioni di quest’anno, invece, sono al ribasso: «I commercianti — spiega Luca Proietta, membro del consiglio direttivo dell’associazione di categoria — rimandano indietro i fuochi. Con l’ordinanza, i clienti si sono volatilizzati».

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L’associazione si è rivolta all’avvocato Marcello Feola: il ricorso è stato completato a Santo Stefano, oggi sarà presentato alle toghe di via Flaminia che si esprimeranno in tempi brevissimi inaudita altera parte, senza convocare il Comune. Se, come credono gli imprenditori in rivolta, l’ordinanza 145 della sindaca sarà riconosciuta illegittima, i romani potranno acquistare tutti i fuochi d’artificio con certificazione della comunità europea.

Leggi sull’argomento: Divieto di botti a Roma, sarà l’ordinanza meno rispettata della storia?

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