Cosa resta delle promesse di Tsipras (secondo il Corriere)

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-02-25

Miracoli e “cose semplicemente difficili” nel nuovo programma di Syriza. Con un occhio al realismo politico

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Andrea Nicastro, in un articolo sul Corriere della Sera, spiega la differenza tra le promesse elettorali di Alexis Tsipras e il piano di Tsipras e Varoufakis che ieri è stato approvato dall’Eurogruppo. In primo luogo, sottolinea il Corriere, «manca il taglio del debito sovrano che era stato il simbolo della nuova era, come pure l’aumento del salario minimo o delle pensioni», anche se in realtà, come abbiamo visto ieri, sul salario minimo Atene si è impegnata ad operare in accordo con le istituzioni, non ha cancellata l’impegno. «Non c’è neppure la riassunzione di centinaia di migliaia di ex dipendenti statali, la retromarcia sulle privatizzazioni o l’avvio di opere pubbliche capaci di far ripartire, keynesianamente, l’economia», scrive Nicastro. Anche questi provvedimenti sono stati sostituiti da una promessa di rivalutazione salariale a saldi invariati (e quindi, si immagina, abbassando lo stipendio a taluni e alzandolo ad altri) e dalla ridiscussione dei prezzi di talune privatizzazioni. Poi, sottolinea il Corriere:

Cominciamo dalle cose semplicemente difficili. Tsipras sostiene che riuscirà ad interrompere la vendita in nero di benzina e sigarette su cui guadagnano da anni industriali e dettaglianti. Dice che riuscirà a fare una spending review nella pubblica amministrazione senza toccare salari e pensioni. I margini di miglioramento ci sono, ma come sappiamo bene noi italiani la zavorra dell’apparato burocratico è difficile da scaricare. Sarà anche complicato scovare i finti invalidi, imporre registratori di cassa contro il salto dell’Iva, vendere a prezzi ragionevoli le frequenze tv, pignorare i beni dei grandi evasori fiscali, punire chi apre un’attività già deciso ad andare in bancarotta e anche convincere le banche a non sfrattare i morosi.

cosa succede alla grecia se esce dall'euro
Cosa succede alla Grecia se esce dall’euro (La Repubblica, 10 febbraio 2015)

Ora i miracoli:

Alexis Tsipras e il suo anticonformista ministro delle Finanze Yanis Varoufakis dicono che riusciranno a razionalizzare le spese sanitarie (già sforbiciate di quasi il 50% in 4 anni) per poter offrire l’assistenza universale che era stata soppressa. Ma anche varare una legislazione sul lavoro «flessibile e giusta», trovare i soldi per gli aiuti umanitari senza alzare il deficit e, infine, «creare una nuova cultura di correttezza fiscale», per cui ciascuno vorrà contribuire equamente al bene pubblico.

Leggi sull’argomento: La vittoriosa sconfitta di Tsipras e Varoufakis

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