Renzi risponde sulla storia delle cene da Lino

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-10-12

Il premier replica al Fatto sui 600mila pasti unici. Ma dimentica qualcosa…

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Matteo Renzi risponde al Fatto sulla storia delle cene da Lino. Dopo la storia dei seicentomila euro per i pasti unici riepilogata nei giorni scorsi da Davide Vecchi sul quotidiano di Travaglio, il premier invia un sms al giornalista per replicare:

“Io ho messo online tutte le spese, per primo in Italia. E tutte le volte che ho mangiato con mia moglie e la mia famiglia ho pagato di mio, come è ovvio. Sia da Lino che da altri.Peraltro tutte le mie spese dal 2004 al 2013 sono state al vaglio nome per nome, pranzo per pranzo, di Pm e Corte dei conti. Non è possibile che Lino dica che il Comune pagava le mie cene con mia moglie (che poi saranno stati tre o quattro pranzi quando lei insegnava in città). Perché lui voleva offrirmeli e io proprio per questo insistevo per pagarli. Io certe cose non le faccio. E comunque ci sono le ricevute del Comune e le mie personali. Mai fatto tavolate con moglie e amici. Quando ero con mia moglie, ero con lei- Tra l’altro, il pranzo che viene citato era nel 2006, quando non ero ancora neanche in Comune. A questo punto faccio fare una nota ufficiale, lo dico a Filippo Sensi”.

Dal giugno 2014 le spese sono al vaglio della Corte dei Conti, che ha acquisito le spese dell’epoca in cui il premier era sindaco di Firenze. Il tutto è ancora al vaglio dei tecnici. Racconta Vecchi:

L’oggi premier, per fare un esempio, riuscì a spenderne 17 mila in pranzi solo nei tre mesicompresi tra il maggio e il luglio 2007. Un periodo fra l’altro in cui Renzi non ha impegni elettorali. E infatti nel 2008, quando si avvicinano le primarie del Pd per la corsa a sindaco,il futuro premier raggiunge 50 mila euro per il solo cibo. Il 5 luglio alla Taverna Bronzino viene saldato un conto di 1.855 euro. Un pasto. Complessivamente, come detto, Renzi ha consumato con la tovaglia sulle ginocchia, quasi 600 mila euro: spese di rappresentanza. Tovaglia sulle ginocchia e bicchiere in mano. Dei 250 scontrini depositati pochissimi hanno il dettaglio di quanto consumato, spesso è indicato solo il totale accanto alla dicitura “pasto unico”, ma quando c’è si scopre che il premier sa anche scegliere il vino.
Alla trattoria “I due G” in via Cennini il 29 aprile 2008 ordina una bottiglia di Brunello di Montalcino da 50 euro per annaffiare una fiorentina da un chilo e otto etti. Alla Buca dell’Orafo in via dei Girolami il 13 giugno 2008 si attovaglia con due commensali e opta per un vino da 60 euro. E ancora: al ristorante Lino, dove è di casa (anche qui), riesce a spendere per un pranzo 1.050 euro.1.213 li lascia al ristorante Cibreo. Riesce a spenderne 1300 in un colpo solo in una pasticceria. Mignon per festeggiare? Cosa? Con chi? Purtroppo nessuno ricorda.

Il tutto è sintetizzato in questa agevole infografica pubblicata ieri sul quotidiano:
renzi 600 mila euro pasti unici
“Renzi era sempre qui, mai solo e portava la qualunque. E poi si mandava la fattura direttamente in Comune”, ha detto ieri Lino Amantini, titolare del ristorante fiorentino “Da Lino” dove il primo ministro, ai tempi in cui era presidente della Provincia di Firenze, poi sindaco della città, era di casa. Il Fatto Quotidiano ha intervistato il ristoratore dopo la questione delle cene di Ignazio Marino che lo hanno fatto dimettere da sindaco di Roma.

Matteo era sempre qui, mai solo e portava la qualunque. Amici, familiari. Ricordo benissimo che tre giorni prima di avere l’ultimo figlio venne con l’Agnese qui, aveva il pancione. Non toccatemi l’Agnese, eh, che è proprio bravissima, una persona meravigliosa guardi ed è rimasta quella di sempre, non è cambiata di una virgola, first lady o no.

Al giornalista che gli chiede se sia una leggende che nel suo ristorante esista una “saletta Renzi”, Amantini risponde:

Leggenda un corno, è questa dove siamo seduti ora. Sa quante tavolate, feste, pranzi e cene di lavoro qui dentro? Un’infinità. E poi si mandava la fattura direttamente in Comune. Infatti da quando Matteo è andato a Roma m’è calato parecchio l’incasso. Gliel’ho mandato a dire a Luca Lotti che ogni tanto passa ancora: ‘digli che gli fo causa uno di questi giorni’.

Lo stesso Vecchi ha replicato a Renzi, ricordando che il dettaglio dei conti delle spese non è on line e il punto dirimente sulla storia di Marino:

Ignazio Marino ha dettagliato i nomi dei suoi commensali, e sette volte è stato smentito, ragion per cui Renzi ne ha preteso le dimissioni. Può Renzi essere così cortese da fare altrettanto? E anche quelli dei suoi viaggi all’estero? Per esempio: con chi andò a Washington nel 2008? Con chi era a Boston, quando gli bloccarono la carta di credito della Provincia per raggiunto limite di spesa?

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