Renzi e l'abolizione di Equitalia: cosa succede ai vecchi debiti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-10-16

Visco critica il premier per i contorni ancora poco chiari dell’operazione. Con l’abolizione rimarrà il pagamento delle intera imposta dovuta, ma ci sarà la cancellazione degli interessi di mora e delle sanzioni che possono arrivare fino al 200 per cento

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Precisando che “la paternità di Equitalia non è mia: quando Tremonti la fece, mi opposi in Parlamento“, l’ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco, su La Stampa, contesta senza mezzi termini la scelta di chiudere l’ente di riscossione e concedere un anno di sconto su interessi di mora e sanzioni: “È la rottamazione dei ruoli: un condono- dice- Serve a far cassa e indebolire l’effetto deterrente dell’accertamento”. Di più, “va contro i principi razionali con cui si gestiscono gli affari tributari dello Stato”, aggiunge Visco, che era stato chiamato in causa dallo stesso Matteo Renzi in conferenza stampa come padre di Equitalia insieme a Tremonti.

Renzi e l’abolizione di Equitalia: come sono andate le cose

E l’ex ministro spiega: Equitalia “ha un compito poco popolare, ma negli ultimi tempi ha fatto più che altro credito a contribuenti morosi con rateizzazioni fino a dieci anni. Non mi sembra sia più vessatoria di quanto succede in altri Paesi. Dopodiché, non so come verranno a capo di questa operazione. Sarà un problema farla convivere con Agenzia delle Entrate: Equitalia è una SPA i cui dipendenti sono ex bancari che guadagnano più dei dipendenti pubblici, questo sarà un problema. E poi ci saranno problemi organizzativi“. Insomma, conclude Visco, è “più un’operazione politica che di amministrazione. Un’operazione d’immagine che serve a rispondere alle polemiche del Movimento 5 stelle e al fatto che, in questo Paese, le tasse sono un dente che duole”. Nel dettaglio, come spiega oggi Roberto Petrini su Repubblica, ecco come funziona con i vecchi debiti di Equitalia dopo l’abolizione:

Dal punto di vista pratico la rottamazione prevederà il pagamento delle intera imposta dovuta, ma ci sarà la cancellazione degli interessi di mora e delle sanzioni che possono arrivare fino al 200 per cento. I contribuenti che aderiranno saranno tenuti invece a sostenere gli interessi di «ritardato pagamento», quelli che decorrono dal momento in cui si smette di pagare a quello in cui Equitalia emette il ruolo. In pratica lo sconto complessivo per il contribuente sarà da un terzo al 50 per cento dell’intera somma dovuta. La platea è notevole: secondo recenti calcoli diffusi da Equitalia ci sono circa 50 miliardi di crediti che possono andare a buon fine e 25,4 in corso di rateizzazione che potrebbero entrare nella sanatoria.

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Le dimensioni di Equitalia (Il Fatto Quotidiano)

Alla rottamazione delle cartelle si associa la riedizione della voluntary disclosure: durante la precedente operazione, che si è svolta durante il 2015, le adesioni sono state circa 130 mila, per un imponibile emerso di 59,5 miliardi, il gettito è stato di 3,8 miliardi tra Irpef, Irap, Iva e quant’altro. Oggi si valuta che in giro pronti a rientrare ci siano circa 30 miliardi e il gettito dovrebbe ammontare come dice il governo a circa 2 miliardi. La fine di Equitalia segna un passaggio epocale sottolineato anche da Renzi: «Equitalia ha due papà, Visco e Tremonti, è stata pensata da entrambi da una idea giusta ma il modello è stato inutilmente polemico nei confronti dei cittadini». La nascita risale al 2005 quando, la società pubblica fu battezzata con il nome Riscossione spa, in seguito fu ultimato il processo di fusione con i vecchi esattori privati di origine bancaria.

Leggi sull’argomento: Come Renzi abolisce Equitalia

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