«Renzi ha aperto la caccia contro di noi»

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-10-01

Massimo Giannini, conduttore di Ballarò: «La sensazione è che sia sgradito tutto quello che non corrisponde alla narrazione che Renzi vuole proporre al Paese»

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“Il compito del presidente del Consiglio è governare il Paese, non decidere se i palinsesti dei programmi Rai siano giusti o sbagliati. Ieri Renzi lo ha riconosciuto, ed è un bene, ma una settimana fa non è stato così e questo ha creato un clima da editto bulgaro”. Lo afferma a Repubblica, Massimo Giannini, conduttore di Ballarò, secondo cui il premier – magari suo malgrado – ha fatto “come il cacciatore che scioglie la muta dei cani”. “Dal momento in cui ha messo sotto accusa i talk del martedì – spiega Giannini a proposito di Renzi – è partito un fuoco di fila e chiunque si è sentito legittimato a sparare a zero contro l’informazione televisiva”. Verso Ballarò, aggiunge, “che ci sia stato un attacco è sotto la luce del sole, ma voglio chiarire una cosa: io non cerco improbabili martirii e dal punto di vista televisivo non ho né la storia né la stoffa di Michele Santoro. Vorrei solo far bene il mio lavoro. Per questo, per me il caso è chiuso”.
massimo giannini matteo renzi
Sull’intervista al Tg3 di Bianca Berlinguer, Giannini dice: “Apprezzo il fatto che Renzi abbia detto ad esempio che non ci sono liste di proscrizione. Aggiungerei: ci mancherebbe altro. Ma il timore è che, toni a parte, la sostanza resti quella”, e cioè, “la sensazione è che sia sgradito tutto quello che non corrisponde alla narrazione che Renzi vuole proporre al Paese”. “Ho il massimo rispetto per i parlamentari della Vigilanza – aggiunge Giannini -, ma ho trovato inaudite le parole di Michele Anzaldi. Dire ‘non hanno capito chi ha vinto’ mi ha ricordato i momenti più bui della prima Repubblica, quando a Bruno Vespa toccava dire: il mio azionista di riferimento è la Dc”. E sugli ascolti conclude: “Bisogna dirsi le cose con chiarezza. La crisi dei talk riflette la crisi del discorso pubblico”.

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