Regime dei minimi, il PD «spiega» la fregatura a professionisti e freelance

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2014-12-23

Negare, negare, negare e resistere, resistere, resistere! Il partito di maggioranza cerca di far dimenticare la realtà alle Partite IVA più povere. Intanto Scelta Civica finge di non ricordare che l’aumento dei contributi per la gestione separata venne deciso da Monti. Ci riusciranno?

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Il giorno dopo è quello della negazione. Dopo l’approvazione delle nuove norme su gestione separata e regime dei minimi, il Partito Democratico si è prodigato per difendere il provvedimento del governo Renzi e per negarne gli effetti negativi. Yoram Gutgeld, consigliere economico del premier, su Twitter ha pubblicato un’infografica che vorrebbe smentire gli effetti penalizzanti per professionisti e freelance.

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Regime dei minimi, l’infografica di Gutgeld pubblicata su Twitter

Gutgeld ha anche scritto una lunga lettera al Corriere della Sera per contestare il “deficit di comunicazione”:

Caro Direttore,
Dario Di Vico ha definito sulle colonne del vostro giornale il provvedimento sulla fiscalità delle partite Iva contenuto nella legge di Stabilità «una stangata che contrasta con lo slogan governativo dell’abbassamento della pressione fiscale». Siccome la legge di Stabilità contiene non una stangata,ma una riduzione di tasse di circa 800 milioni per le partite Iva, credo possa essere utile spiegare meglio questo intervento correggendo un evidente deficit di comunicazione.
Il nuovo sistema,il cosiddetto regime dei minimi, è un’operazione di semplificazione e di sostegno alle partite Iva di reddito sotto 15 mila euro annui.Prevede una riduzione di tasse e di contributi sociali appunto di 800 milioni di euro a favore di quasi 800 mila partite Iva, che inoltre non dovranno più tenere i libri contabili risparmiando i relativi costi amministrativi. Il precedente sistema escludeva quasi del tutto gli artigiani e commercianti, si applicava al massimo per 5 anni, e solo per giovani sotto 35 anni che non hanno lavorato in precedenza.
Questo governo si è impegnato con determinazione a ridurre le tasse sul lavoro a partire dai redditi bassi. Il nuovo fisco per le partite Iva segue questo principio: si estende a tutti, a prescindere dell’età e del tipo di attività, e non ha limiti di tempo. Chiarisco infine che comunque nessuno pagherà più tasse; chi gode del regime attuale potrà mantenerlo se lo riterrà più conveniente.

IL REGIME DEI MINIMI, FREUD E LA NEGAZIONE DELL’EVIDENZA
Nessuno si sorprenda per questo tipo di atteggiamento: ogni volta che il marito è beccato a tradire la moglie, tenta sempre di negare l’evidenza. La negazione della realtà, poi, è un meccanismo psicologico di autodifesa già indagato dalla psicoanalisi, che sarà quindi in grado di fornire gli strumenti atti a riportare in connessione con la realtà i soggetti colpiti attraverso terapie adatte. Meglio quindi discutere del merito di quanto affermato da Gutgeld, come si incarica di fare il pazientissimo Dario Di Vico, replicando, per carità di patria senza nominarlo, alle offensive parole del consigliere di Renzi riguardo il presunto “deficit di comunicazione”. Ad esempio: è vero che il governo ha ridotto il monte di tassazione per le partite IVA di 800 milioni?

Spulciando le tabelle allegate al provvedimento si viene a scoprire abbastanza agevolmente che 520 milioni (degli 800) serviranno a intervenire sui minimi contributivi di artigiani e commercianti, misura più che legittima e sensata ma che non ha niente a che vedere con il portafoglio di professionisti e freelance. Il resto delle risorse serve a coprire il cambio del regime dei minimi(per Irpef e Iva) con una platea allargata e che vede primeggiare in benefici ancora una volta commercianti assieme a ristoratori.

Sulla questione della riduzione dei minimi:

La legge di Stabilità interviene, infatti, non solo sui contributi previdenziali Iva ma anche sul reddito (Irpef) delle partite Iva togliendo per i nuovi il forfettone a 30 mila euro con tassazione 5% e introducendo un sistema più complesso (semplificazione dove sei?) che nella sostanza abbassa i minimi a 15mila euro e quindi riduce drasticamente la platea di chi ne potrà beneficiare. Secondo Anna Soru, presidente di Acta,questa misura aumenterà via via il gettito fiscale delle partite Iva del terziario avanzato e «così i freelance prima sono stati esclusi dall’ampliamento delle tutele del Jobs act perché non dipendenti, poi sono rimasti fuori dal bonus degli 80 euro e ora saranno tassati più di prima».

Il governo (e il suo difensore civico) dimentica poi di segnalare che quest’anno andrà in vigore l’aumento della contribuzione della gestione separata dell’INPS: un provvedimento del governo Monti che l’esecutivo poteva tranquillamente cambiare, visto che l’incremento era programmato da due anni. E c’è di più:

È vero che non è stato questo governo a decidere l’inasprimento delle aliquote ma avrebbero potuto tranquillamente bloccare quanto deciso dalle legge Fornero. Anche perché si prepara una nuova beffa. L’innalzamento dei contributi fino al fatidico 33% serve— come scritto nel provvedimento adottato dal governo Monti — a finanziare il varo dell’Aspi, una sensatissima misura di flexsecurity di cui però le partite Iva non possono giovarsi!

Insomma, per dirla in sintesi e spiegarla anche a Gutgeld:


Chiaro, no?
SCELTA CIVICA NON C’ERA, E SE C’ERA DORMIVA
Infine: siccome i provvedimenti economici sono come le sconfitte in Italia, ovvero sempre orfani, bisognerebbe ricordare a parlamentari (e ai loro sgherri stipendiati) di Scelta Civica che oggi stanno aggredendo il provvedimento e affermando che quel cattivone di Matteo Renzi ha aumentato le tasse ai professionisti, che il loro partito ha votato le norme. E onde evitare che facciano finta di non essere stati consapevoli, tanto vale rammentare anche le parole del sottosegretario Enrico Zanetti nel presentare la riforma: «Il cambiamento del regime dei minimi rappresenta un passo in avanti enorme per artigiani e commercianti e un passo indietro per freelance, liberi professionisti e agenti di commercio». Il partito ha anche annunciato il nuovo simbolo con cui, se continua così, sarà costretto a presentarsi alle prossime elezioni:
regime dei minimi scelta civica
Ci sarebbe anche da ricordare che l’aumento dei contributi della gestione separata dell’INPS venne deciso dal governo Monti. Sì, proprio quel Monti di Scelta Civica. Non ci crederete, non è un caso di omonimia!
(foto copertina da qui)

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