Raffaele Guariniello capo di gabinetto della Giunta Raggi?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-11-03

L’ex magistrato ha dato la sua disponibilità: un ottimo nome per la sindaca

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Raffaele Guariniello potrebbe diventare a breve capo di gabinetto della Giunta Raggi. L’ex magistrato in pensione, attualmente consulente alla Camera dei Deputati, potrebbe dare una svolta al mandato di Virginia Raggi accettando il ruolo: il suo nome era circolato nei mesi scorsi e oggi Andrea Arzilli sul Corriere della Sera torna a parlarne:

La scorsa settimana Guariniello è stato ricevuto in Campidoglio da Raggi e dal vicesindaco, Daniele Frongia, per un colloquio esplorativo. L’ex magistrato ha chiesto un prospetto mansioni/responsabilità del ruolo, una delle chiavi dell’amministrazione per la gestione del maxi debito del Comune di Roma. Le carte sono arrivate. «Sto decidendo che cosa fare», conferma Guariniello che dunque potrebbe occupare una poltrona vacante da due mesi, dalle dimissioni — in polemica — di Carla Romana Raineri i primi di settembre.
Da allora Raggi ha rimediato solo grane e rifiuti per il ruolo di capo di gabinetto. E lo stallo sulla composizione della squadra ha generato perplessità e polemiche fuori e dentro al Comune. Il nome (forte) di Guariniello — pm che ha condotto battaglie su eternit, sull’uso di farmaci nello sport e sulle morti sul lavoro — serve anche a stemperare le tensioni interne che oggi sono ai massimi livelli per il muro contro muro sul caso Raffaele Marra, funzionario con un pregresso collegato a Gianni Alemanno che il leader del Movimento, Beppe Grillo, vorrebbe lontano dal Campidoglio.

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Nel dicembre 2015 Guariniello raccontò come stava vivendo l’addio alla magistratura:

“L’avrei già fatto prima se non fosse per il senso di responsabilità verso le inchieste che devo chiudere”, ha spiegato ieri, “è venuto il tempo. Ho bisogno di trovare entusiasmi nuovi. Quello per il mestiere di magistrato si è ormai smorzato”. Guariniello, 74 anni, lascia insieme a una intera generazione di magistrati, cancellata in un colpo dal decreto del ministro Madia. Di questa generazione il procuratore torinese è esempio unico e irripetibile (molto criticato per la sua sovra esposizione mediatica): nella sua carriera ha aperto 30mila inchieste; è il pm dei processi Eternit e Thyssen, del crollo al Liceo Darwin, del doping nel calcio.

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