Quintino Marcella e i soccorsi all'Hotel Rigopiano partiti in ritardo

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-01-19

Secondo quanto denunciato da un ristoratore che aveva ricevuto la chiamata d’allarme da uno dei due superstiti della slavina che ha travolto l’albergo Rigopiano la macchina dei soccorsi si sarebbe messa in moto con due ore di ritardo perché dal coordinamento della Prefettura non lo ha preso sul serio e sosteneva che “fosse tutto a posto”

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Quintino Marcella, titolare di un ristorante a Silvi Marina, ieri pomeriggio ha ricevuto la telefonata da Giampiero Parete un suo cuoco che era in vacanza all’hotel Rigopiano, la struttura alle pendici del Gran Sasso nel comune di Farindola (Pescara) travolta ieri da una slavina che ha intrappolato gli ospiti all’interno. Marcella è stato contattato dal suo dipendente che gli chiedeva di mettersi in contatto con i soccorsi perché dall’hotel non risultava possibile.

Quintino Marcella e i soccorsi per l’hotel… di next-quotidiano

«Ho tentato di avvertire i soccorsi ma non mi hanno creduto»

Giampiero Parete infatti si stava accingendo a ripartire ed era uscito dall’albergo per recarsi verso l’auto lasciando nella hall moglie e figli di sei e otto anni. Pochi istanti dopo l’hotel sarebbe stato travolto dalla slavina. Parete è una delle due persone – l’altra è Fabio Salzetta – che si trovavano all’esterno della struttura quando è stata sommersa dalla valanga di neve. Stando a quanto racconta il signor Marcella Giampiero e gli altri ospiti dell’albergo erano pronti a ripartire non appena fosse arrivato lo spazzaneve per sgombrare la strada, arrivo previsto alle 15 e successivamente posticipato alle 19. Salvatosi per puro caso Parete intorno alle 17:30 telefona a Marcella, chiedendogli di chiamare i soccorsi:

Ho ricevuto una telefonata dal mio cuoco tramite WhatsApp che era lì in vacanza con la moglie e i bambini di 6 e 8 anni. Mi ha detto: è venuta una valanga l’albergo non c’è più, sparito, sepolto. Noi siamo in due, qua fuori, chiama i soccorsi, chiama tutti. Io tramite il centro la polizia riesco a mettermi in contatto con il centro di coordinamento della prefettura. La signora mi risponde in maniera “particolare”: “Guardi ho chiamato due ore fa l’albergo ed era tutto a posto”. Ma come faceva a dire tutto a posto? Guardi io sono una persona corretta il mio cuoco non scherza su ste cose ma lei non ha voluto prendere sul serio la mia versione

Preso dalla disperazione Quintino Marcella, che è anche docente all’alberghiero, telefona al 115, al 118 e come ha detto lui stesso “fa impazzire il mondo” per riuscire a convincere che all’albergo Rigopiano è caduta una valanga e ci sono delle persone intrappolate all’interno. Solo alle 20, ovvero due ore dopo aver ricevuto il primo messaggio WhatsApp da parte di Parete i soccorsi si mettono in moto. Nel frattempo Marcella continuava a ricevere i messaggi disperati del suo dipendente che gli chiedeva aiuto e che “di là sono tutti morti” ma ovviamente Marcella non sa se le cose stiano davvero così e se davvero siano tutti morti oppure se ci sia ancora la speranza di trovare qualcuno in vita. Parete è stato trasferito con l’elicottero all’ospedale di Pescara e ha raccontato ai sanitari di essere riuscito a salvarsi fuggendo e rifugiandosi all’interno dell’auto: “è arrivata la valanga sono stato sommerso dalla neve, ma sono riuscito a uscire. L’auto non è stata sepolta e quindi ho atteso lì l’arrivo dei soccorsi”. I soccorritori sono ancor al lavoro alla ricerca di superstiti, nelle operazioni di soccorso sono impiegati 20 uomini e 7 mezzi dei vigili del fuoco, due squadre del Soccorso Alpino e speleologico, sei ambulanze del 118. I primi ad arrivare sono stati dieci finanzieri che sono riusciti ad arrivare con gli sci e sono riusciti ad entrare nell’albergo e hanno detto: “chiamiamo ad alta voce ma nessuno risponde”. Poco fa il corpo senza vita di un uomo è stato estratto dalla massa nevosa che ricopre completamente l’hotel.

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