DiMartedì, quello che Virginia Raggi non dice

di Marco Zonetti

Pubblicato il 2017-01-18

Intervistata da Giovanni Floris a Di Martedì, ieri sera Virginia Raggi ci ha ammannito lo stesso copione di sempre. Siamo tornati addirittura al periodo pre-elettorale: voce arrochita stile Corinna di “Boris”, occhioni sgranati da cerbiatta ferita, esposizione da poesiola delle elementari accompagnata da cenni della testa alla Zecchino D’Oro. I più attenti noteranno che la …

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Intervistata da Giovanni Floris a Di Martedì, ieri sera Virginia Raggi ci ha ammannito lo stesso copione di sempre. Siamo tornati addirittura al periodo pre-elettorale: voce arrochita stile Corinna di “Boris”, occhioni sgranati da cerbiatta ferita, esposizione da poesiola delle elementari accompagnata da cenni della testa alla Zecchino D’Oro. I più attenti noteranno che la comunicazione orale della Raggi è la stessa di Alessandro Di Battista. Alle domande di Floris, la Raggi non risponde nel merito bensì gira intorno all’argomento senza mai arrivare in fondo alla questione e citando presunte conquiste quando è invece incalzata su sconfitte colossali. Mi perdoni il buon Napoleone, ma la Raggi viene interrogata sulle sue tante Waterloo e continua invece a parlare di una Austerlitz che non ha mai conseguito.
virginia raggi cimici tetto
Stendendo un velo pietosissimo su tetti, panorami e nidi dei gabbiani, uno degli aspetti più esilaranti dell’intervista è stata la parte dedicata a Raffaele Marra e Salvatore Romeo. Nessuno – e men che meno la Raggi – sottolinea che quest’ultimo, ormai trattato come una specie di infetto e avido arrivista minus habens che parla di cimici laddove la sindaca le smentisce, è stato PARTE INTEGRANTE dell’avventura del M5S in Campidoglio fin dal 2013. Di Romeo erano i dati snocciolati da De Vito nel primo dibattito a quattro a Piazza Pulita assieme a Marchini, Marino e Alemanno; di Romeo la collaborazione alla scelta dello staff dei quattro consiglieri comunali pentastellati (Raggi-Frongia-De Vito-Stefano) all’epoca del loro insediamento in Campidoglio; di Romeo il lavoro di più di tre anni quale preziosissimo e imprescindibile ausilio dei “fantastici quattro”.

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Salvatore Romeo (foto da: Facebook)

Sì, per molto tempo Salvatore Romeo – attivista dell’Ottavo municipio (quello disgregato di Paolo Pace, delle liste di proscrizione e degli sgarbi alla Comunità Ebraica) e funzionario del Comune con delega alle partecipate – è stato il VERO consigliere comunale, visto che i quattro erano totalmente digiuni del mestiere. Se Salvatore Romeo, collaboratore di fiducia della Raggi fin dal 2013, parla di presenza di cimici e del fatto che lui e la sindaca ne erano a conoscenza, insomma, la dichiarazione è GRAVISSIMA, malgrado le smentite successive. Perché questo significa che, o è Romeo a prendere lucciole — o cimici – per lanterne (e quindi pensate a chi erano affidate le sorti dei romani!) oppure a dire sciocchezze sono altri, in questo caso la sindaca, il che sarebbe ancor più grave.
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Quanto a Raffaele Marra, capro espiatorio della vicenda e rinchiuso in carcere (e dunque in posizione svantaggiata rispetto a chi può andare in TV a raccontare la propria verità), era l’ex capo di Salvatore Romeo nella giunta Alemanno. Romeo lo conosceva perfettamente e fu infatti lui a presentarlo ai quattro consiglieri. E questa presentazione dev’essere stata folgorante, se poi Marra è diventato – come tutti i giornali sostenevano – il vero sindaco di Roma. Se Marra è stato un “errore di valutazione” come dice la Raggi, ebbene la cara Virginia ha avuto ben tre anni e mezzo per valutarlo! Tant’è che è poi lui che la sindaca sceglie e si ostina a tenere nella giunta malgrado le pressioni di Grillo e del M5S. E guarda caso, al suo arrivo al Campidoglio, la Raggi si circonda proprio di Romeo e Marra, forte della loro collaborazione nei suoi oltre tre anni da consigliera.
Come ha sottolineato Floris, il passato di Marra era ben noto a tutti, ma la sindaca evidentemente lo ha giudicato ininfluente ai fini della decisione di renderlo il suo braccio destro.
Insomma, ben lungi dall’essere stati due passanti capitati lì per caso in cerca di una pizzeria o di un circolo di burraco, Salvatore Romeo e Raffaele Marra hanno giocato un RUOLO CHIAVE nell’ascesa di Virginia Raggi in Campidoglio e se sono stati “errori di valutazione” e la Raggi, in TRE ANNI E MEZZO, non è stata in grado di valutarli appieno… insomma, cari romani, abbiamo un problema, ben più grave di quello che potessimo pensare. Quanto all’esilarante dichiarazione sull’assenza di correnti nel m5s… alla prossima puntata.

Leggi sull’argomento: La lista di proscrizione dei nemici M5S

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